Sabato e domenica in Engadina la chiusura della Coppa del Mondo con due gare distance. Il valdostano è terzo ma con poco margine, ieri ha parlato di tanti temi in una conferenza organizzata dalla FIS.
Una chiusura di Mondiale ancor più amara, dopo non aver raccolto quella medaglia attesa tra le due gare sprint, con tutta la nazionale tornata a casa da Oberstdorf dopo le positività in seno allo staff azzurro.
Ora Federico Pellegrino guiderà l'Italfondo nel week-end conclusivo di Coppa del Mondo, in programma tra sabato e domenica sulle nevi dell'Engadina, con la 15 km maschile in classico (partenza mass start) seguita dalla 50 km ad inseguimento di domenica, a completare una stagione che vede il fuoriclasse valdostano, già vincitore della sua seconda coppa sprint, in lotta per il terzo posto nella classifica generale, dove alle spalle di Bolshunov e Yakimushkin, “Chicco” difende 25 punti su Manificat e 27 su un'altra coppia di russi, quella composta da Belov e Melnichenko.
“Sarà molto difficile, anche se il podio diventa ora un obiettivo – le parole di Pellegrino in merito, nel corso della conferenza stampa virtuale organizzata ieri dalla FIS – Con il programma originale di Oslo, ovvero una sprint e la 50 km mass start, sarebbe stato diverso e ci avrei puntato, ma farò comunque del mio meglio”.
Il 30enne di Nus ha ripercorso una stagione ricca di soddisfazioni, seppur cominciata con l'infortunio rimediato in estate: “Non è stato proprio il miglior periodo per farsi male, ma sono orgoglioso di come abbiamo gestito questa problematica e tutto il resto, ovvero l'intera situazione legata al Covid, sapendo che tutto sarebbe potuto cambiare da un giorno all'altro.
E' stata dura e anche il fatto di indossare sempre la mascherina e rispettare il distanziamento sociale anche con compagni di squadra e tecnici, non è facile così come non poter stare qualche giorno con la famiglia. Io l'ho salutata alla fine di settembre e da quel momento non l'ho più vista”.
Pellegrino ammette, parlando della sua Coppa del Mondo sprint: “Ha un po' meno valore, perchè so di non essere il miglior atleta nella specialità, ma qualcuno doveva fare le gare e vincere qualcosa e io l'ho fatto. Gareggiare senza Klaebo mi ha portato a cambiare tattica: meno attendista nel corso delle batterie e sino alla finale, posso dire che ho sempre avuto sensazioni buone e ne avevo bisogno per iniziare a pensare alle Olimpiadi di Pechino, dove la sprint sarà in skating e proverò ad essere il migliore”.
L'obiettivo, appunto, è l'oro olimpico: “Non appena a dicembre è stato chiaro che i norvegesi non avrebbero gareggiato, la mia mente si è fissata sulle Olimpiadi del 2022, concentrandomi sulle sprint in skating e per questo sono orgoglioso di quanto fatto. Come nel 2016, quando Northug mi disse di voler vincere la coppa sprint perché non l'aveva mai fatto ed io la vinsi, così Bolshunov mi ha detto più volte che avrebbe voluto portarla a casa, poi la sua caduta a Falun credo abbia cambiato le cose.
Sì, il mio massimo obiettivo è l'oro olimpico, ho vinto tante volte in Coppa del Mondo e due sfere di cristallo sprint, ho un oro ed un argento mondiali e quell'argento di PyeongChang. Manca solo il titolo in skating e penso che non sono più così giovane, ma che lo stesso Hattestad ha conquistato l'oro a Sochi quando aveva 32 anni. E anche la team sprint potrebbe essere un'opportunità, con De Fabiani portammo a casa la medaglia a Seefeld in classico, non siamo male in quel format. Devo ancora pianificare la preparazione per la prossima stagione, ma compatibilmente con la situazione legata al Covid, scierò ancora per parecchie settimane dopo queste gare in Engadina”.
FONDO, SCELTI DAI LETTORI
BOTTERO SKI
ARC TEC - squadretta in allumino 88
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