Olanda ancora padrona: Groothuis, un oro contro la sfortuna

Olanda ancora padrona: Groothuis, un oro contro la sfortuna
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Speed SkatingSpeed Skating - Sochi 2014

Olanda ancora padrona: Groothuis, un oro contro la sfortuna

Cambiano le distanze, ma c’è sempre e solo l’Olanda in cima. Nei 1000m uomini trionfa Stefan Groothuis, un altro formidabile rappresentante della squadra oranje di speed skating. Il 32enne s’impone a Sochi davanti al canadese Denny Morrison e al suo connazionale Michel Mulder, stavolta bronzo dopo l’oro nei 500. Difficile valutare se sia stata più sorprendente la vittoria di Groothuis oppure il ko del campionissimo annunciato Shani Davis. I 1000 vedono interrompersi il suo regno a cinque cerchi resistito per otto anni. Niente da fare per Mirko Giacomo Nenzi. L’azzurro, visti i recenti progressi fino ad elevarlo tra i top skaters, puntava forte sulla gara odierna. Ma si deve accontentare solo del 25esimo posto finale. "Oggi ho pattinato male, ero troppo contratto – ha detto l’azzurro – potevo certamente fare molto meglio, ma mi sono mancate le gambe".

Probabilmente saranno stati in pochi, anche tra gli olandesi, a prevedere l’oro di Groothuis (primo in 1’08’’39). Atleta esperto, ma mai a podio in un’Olimpiade invernale e sicuramente tra i meno vincenti tra tutti gli i campioni a Sochi 2014. Un pattinatore però, dalla lunga esperienza (è nel giro da quasi 15 anni) che è stato condizionato dalla sfortuna, dagli infortuni (reciso il tendine d’Achille sinistro nel 2007) e dalla depressione. Nel 2010 finì quarto ai Giochi Olimpici, proprio nei 1000, e addirittura pensò al suicidio. Rialzatosi dalla battaglia, nel 2012 aveva trovato l’oro nel Mondiale Sprint e su Singola distanza nei 1000. Poi, ancora infortuni: un’infezione virale a fine 2012 e, un anno, fa la frattura al perone, mentre praticava snowboard. Oggi, pur dopo una stagione 2013-14 non esaltante, è lui il migliore, grazie a una gara potente su un ghiaccio difficile da interpretare come quello dell’Adler Arena.

Discorso a parte per gli altri due medagliati. Denny Morrison, argento ad appena 4 centesimi da Groothuis (1’08’’43) sale per la prima volta sul podio olimpico in una gara individuale. Perché con il suo Canada aveva già vinto l’inseguimento a squadre nel 2010 e l’argento a Torino 2006, battuto dalla storica squadra italiana di Enrico Fabris. Michel Mulder (terzo in 1’08’’74), invece, corona la sua Olimpiade con la seconda medaglia. Dopo l’oro nei 500, può solo incorniciare i suoi Giochi.

Il capitolo dei delusi si apre obbligatoriamente con Shani Davis. L’americano aveva una missione per entrare nella storia dello sport e nell’olimpo del pattinaggio di velocità: vincere per la terza volta di fila l’oro sulla stessa distanza, impresa mai riuscita a nessun altro uomo. Il “supereroe” a stelle e strisce non ce l’ha fatta, chiudendo soltanto all’ottavo posto in 1’09’’21. Sorride, invece, la Germania. Pur mancando il podio, piazza Nico Ihle (a 12 centesimi dal bronzo) e Samuel Schwarz in quarta e quinta posizione. Di certo Mo Tae-Bum (argento a Vancouver) era da inserire nel novero dei probabili medagliati. Il coreano, però, crolla fino alla 12esima piazza. Mentre il kazako Denis Kuzin, tra i più in forma dopo i Mondiali Sprint, finisce settimo.

Per Mirko Giacomo Nenzi si sperava tanto, anche dopo la brutta prova nei 500. Il 24enne veneziano aveva tutte le carte in regola per sorprendere, così come fece ad Astana, quando a dicembre finì per la prima volta sul podio (secondo) in Coppa del Mondo. Il finanziere però, non riesce a regalarsi una nuova emozione. In pista nell’ultima batteria, sapeva che trovare un tempo da medaglia non sarebbe stato così difficile da agguantare. Trova uno scatto incoraggiante al via (16’’46 ai 200 metri) e lascia sperare in una prestazione di alta qualità nei successivi 400, salvo poi cedere nettamente nell’ultima parte di gara. Finirà in 25esima posizione. Tempo complessivo di 1’10’’32, molto, troppo lontano dal bronzo (1''58) e da un piazzamento tra i più forti.

Qui la classifica generale completa.

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