TEST: Salomon X-Kart

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Federico Casnati

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TEST: Salomon X-Kart

Con il Salomon X-Kart anche la casa francese entra nel mercato degli sci costruiti con sistema rocker con questo nuovo racecarver dedicato alle curve strette: sorprendente il divertimento che riesce ad assicurare in ogni condizione in pista. Ecco come va.

Salomon, rispetto ad altre case, non ha fatto nulla per nascondere l'intenzione di differenziare la gamma race carver rispetto a quella di race da negozio, come gli onnipresenti 2V e 3V. Graficamente infatti gli sci sono lontani dai modelli 2V e 3V e non seguono quindi quella tendenza a "copiare" le grafiche all'interno della stessa casa, ed esteticamente quindi non assomigliano per niente ai prodotti di livello gara.

Già da questa impostazione grafica (tra l'altro la grafica è diversa tra sci destro e sinistro) si capisce che il prodotto darà delle sensazioni diverse rispetto a quello che si si attende dai normali race carver. In questo caso sono diverse in meglio.

Quello che impressiona fin dalla prima pista con questo Salomon X-Kart è quanto sia "spumeggiante" o frizzante. Risponde infatti in modo pressochè immediato agli stimoli del piede, curvando in pochissimi metri e risultando sempre gestibile in ogni situazione. L'entrata in curva è l'aspetto più evidente su cui hanno lavorato i tecnici francesi, si sono sforzati per rendere lo sci estremamente gestibile in tutte le situazioni, e si vede. Gran parte della facilitazione nella presa di spigolo è data dal rocker e la struttura abbastanza pesante riesce ad assicurare una stabilità invidiabile, anche per il 164cm.
La conduzione è quasi perfetta, non ci sono altri termini per definirla: messo sugli spigoli,con la velocità e immediatezza descritta prima, si conduce senza esitazioni l'arco della curva.
L'unico appunto è il raggio di curva, nel 164 cm in prova è veramente corto e nella sciata veloce e ritmica si ha l'impressione di concludere la curva anche fin troppo in fretta.

Questa sensazione ci accompagna anche nei raggi di curva più lunghi, quelli degli RC da gigante. Quello che si apprezza è tuttavia la stabilità sempre elevata anche a questi raggi e la possibilità di variare il raggio a qualunque velocità e su qualunque pendio.
Grazie al profilo rocker infatti l'adattabilità ai diversi ritmi di sciata è velocissima, già dalla curva successiva si è completamente a ritmo.

Lo sciatore è aiutato in ogni situazione, l'attrezzo rende molto facile la sciata, ma è necessario avere una impostazione moderna, con una conduzione governata da caviglie e ginocchia e gambe larghe. La classica sciata tradizionale, con momenti di sliding e a gambe più unite è deleteria: le spatole non fanno il lavoro per come sono state progettate e quindi il divertimento diminuisce.
In conclusione lo sci è promosso a voti quasi pieni, nel test durato due mattine non si sono evidenziati difetti. Riesce ad abbracciare un ampio parco di sciatori che già hanno le basi della conduzione, regalando soddisfazioni sia a chi desidera andare piano e fare tante curve strette, sia a chi invece spinge di più: la stabilità e la precisione c'è sempre.

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