Esercenti funiviari, il futuro passa dalla sostenibilità

Valeria Ghezzi, Presidente Anef: “ Il Governo deve rendersi conto che, se non apriamo gli impianti, mandiamo a picco la montagn
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Esercenti funiviari, il futuro passa dalla sostenibilità

Sostenibilità economica, ambientale e sociale, adattamento ai cambiamenti climatici e supporto agli investimenti: sono queste le principali tematiche di cui gli esercenti funiviari hanno discusso nell’assemblea generale di Anef, tenutasi a Bibione il 28 e 29 settembre.

400 aziende, 1,5 miliardi di fatturato, 2,2 miliardi di immobilizzi, 15.000 persone di cui un terzo a tempo indeterminato, numeri che, considerando l’indotto, vanno moltiplicati fino a 7 volte per i fatturati e per 5 quando si parla dei lavoratori. Un’ industria in sintonia con l’ambiente che occupa appena lo 0,07% del territorio montano italiano e che consuma solo lo 0,12 % dell’energia nazionale, di cui almeno il 40% proviene da fonti rinnovabili certificate”. E’ questa una sintetica fotografia del peso economico, ambientale e sociale del comparto delle imprese funiviarie italiane fornito nell’Assemblea generale dell’Associazione Nazionale Esercenti Funiviari (ANEF). Proprio la sostenibilità è stata una delle parole chiave emersa nella due giorni di Bibione. Una sfida che ha radici già a partire dagli anni Ottanta, con una crescita costante. Lo sviluppo e l’efficientamento degli impianti di innevamento e dei sistemi di battitura delle piste hanno addirittura consentito un allungamento della stagione nelle località meglio dotate tecnicamente. Il turismo estivo è in costante crescita con una stagione estiva che in molte località va ormai da maggio a fine ottobre e in cui lo sviluppo dei percorsi per la mountain-bike è stato affiancato dalla progressiva creazione di spazi all’arrivo degli impianti, dedicati alle famiglie con aspetti didattici e ludici per i bambini che favoriscono l’inclusione sociale e l’apertura della montagna verso nuove forme di turismo.

In questo quadro inevitabile toccare anche il tema dell’adattamento ai cambiamenti climatici, che ha visto l’intervento di Massimiliano Fazzini, climatologo e nivologo di SIGEA: “Nonostante il LAN (il limite altimetrico dei 100 giorni con sciabilità garantita) non sia cresciuto significativamente negli ultimi anni, gli scenari rilevati impongono capacità di adattamento e investimenti. L’inaffidabilità dei modelli esistenti per considerazioni puntuali richiede il monitoraggio sistematico e localizzato del clima, della nevosità e della persistenza della neve al suolo, così le imprese potranno ottimizzare l’adattamento al riscaldamento climatico”.

Sostenibilità e adattamento al cambiamento climatico sono temi che necessitano una sempre maggiore capacità di trasparenza e comunicazione da parte delle imprese funiviarie, come spiega Valeria Ghezzi, Presidente di ANEF, nella sua Relazione illustrata all’assemblea: “in questi ultimi anni le aziende hanno iniziato a certificare la propria sostenibilità, a misurare la propria impronta di Carbonio, a compensare i propri impatti fino a diventare Carbon neutral. Ci sono aziende che sono diventate Società Benefit e aziende che hanno iniziato a redigere il Bilancio di Sostenibilità.

Tutto questo perché siamo convinti di dimostrare che il nostro impatto sul territorio montano, tutt’altro che negativo, rappresenta invece un grande valore aggiunto”.

Sempre di grande attualità il dialogo con le istituzioni. Dopo le azioni che hanno supportato gli investimenti del settore negli ultimi anni, come il Piano Nazionale Industria 4.0, il recente fondo per gli impianti di risalita, affiancato da un provvedimento ad hoc per le stazioni appenniniche maggiormente penalizzate dalla carenza di neve dello scorso inverno, e il bando “Energia in Vetta” che ha calmierato l’impatto del caro-energia della scorsa stagione, vi è grande attesa per il “ddl Montagna” che sarà discusso in Parlamento nelle prossime settimane.

In conclusione, non manca una riflessione sulle aspettative per l’imminente stagione invernale, che analogamente alle ultime, si appresta ad avviarsi in un contesto di incertezza economica e sociale. Dopo la pandemia Covid-19 e il caro-energia, il contesto attuale è quello di: “un quadro internazionale difficile, con la recessione in Germania e alle porte qui in Italia, con il permanere della guerra tra Russa e Ucraina, l’inflazione ancora alta e i tassi d’interesse che rappresentano un aggravio enorme nei bilanci nostri, ma anche delle famiglie italiane. Se queste sono le premesse – prosegue Valeria Ghezzi nella sua Relazione – le aspettative non possono essere quelle di un inverno positivo come lo scorso”.

Gli impiantisti, ormai abituati a operare in questi contesti, si stanno comunque preparando alla nuova stagione nel migliore dei modi, presentandosi con investimenti (anche grazie agli incentivi governativi), per quasi 250 milioni di euro.

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