Il 42% degli italiani ama la montagna, ma meno della metà pratica sport invernali

Scendendo dal Seceda verso Santa Cristina in direzione Selva
Turismo

Il 42% degli italiani ama la montagna, ma meno della metà pratica sport invernali

Il 42 per cento degli italiani frequenta la montagna e uno su tre ci va regolarmente in vacanza una o piu' volte all'anno, ma solo il 16 per cento pratica regolarmente sport invernali. E' quanto emerso al convegno, che si è svolto questa mattina a Roma, per la presentazione dell'indagine demoscopica Gli italiani e la montagna: nuove opportunita' per il turismo e lo sport, promossa dalla FISI.

Dalla ricerca è emerso che lo sci alpino è la disciplina più praticata, anche se risultano particolarmente attraenti sci di fondo, slittino tavola.
Il 70 per cento degli intervistati ha dichiarato di guardare volentieri le gare di sport invernali in televisione oltre la metà del campione ha criticato la scarsa attenzione che i mezzi di informazione nazionali dedicano ai campioni italiani degli sport invernali. Il campione del mondo di SuperG, Christof Innerhofer, intervenuto alla presentazione della ricerca, aupica che il successo degli atleti italiani nelle gare di coppa del mondo invogli in pubblico ad andare in montagna e a praticare sport.

Si tratta di un mercato potenziale – ha sottolineato Cosimo Finzi di AstraRicerche - enorme e scarsamente sfruttato e risulta dunque evidente la necessità di ampliare l’offerta formativa e le occasioni di ‘prova’ degli sport, non dimenticando che la domanda non viene solo dalla parte più giovane della popolazione ma si estende anche alle fasce adulte e tardo.
La domanda c’è, occorre offrire quanto il popolo della montagna desidera in modo più easy, economico e adatto a tutta la famiglia (bambini in particolare) per una stagionalità che dura a lungo”.Una potenzialità che emerge anche dalle interviste ai tesserati della F.I.S.I. e degli Sci club, che nell’85% dei casi pratica sci alpino, ma vorrebbe cimentarsi con lo sci d’alpinismo, il free-style, lo snowboard ed anche con lo sci d’erba e con lo sci di fondo, oltre al fatto che alcuni sport ‘minori’ non sono noti neppure a parte dei tesserati FISI
".

La ricerca – ha commentato Giovanni Morzenti, Presidente FISI - ci ha fornito importanti spunti per rafforzare le iniziative della nostra Federazione verso l’opinione pubblica, gli amanti degli sport invernali e i nostri tesserati. Sulla base delle risorse a nostra disposizione non mancheremo di lavorare con impegno lungo le indicazioni ricevute. Voglio, però, sottolineare il dato che le grandi potenzialità che emergono dalla ricerca per la montagna e l’economia ad essa collegata, per lo sviluppo degli sport invernali a livello amatoriale e di quello agonistico ai vari livelli, non possono che trovare risposte in una forte collaborazione e una convinta iniziativa sistemica tra le istituzioni nazionali e locali, il mondo dello sport, la ricettività turistica e l’imprenditoria privata. Per capire che cosa fare e come procedere è sufficiente guardare le buone pratiche messe in campo dai Paesi alpini che ci circondano, in primis l’Austria, ma anche Germania, Svizzera e Francia.
Riducendo, ad esempio, le accise che gravano sui costi dell’energia degli impianti di risalita, si potrebbero trasferire i risparmi sia nel miglioramento degli stessi, sia nella riduzione dei costi per gli sportivi, creando così un circolo virtuoso di cui potrebbero beneficiare tutti i protagonisti. Dotare la montagna di moderne infrastrutture viarie, di ospitalità e sportive nel rispetto dell’ambiente e della sua sostenibilità è la sfida che ci deve accomunare per valorizzare il territorio montano.  Una sfida a cui F.I.S.I. non mancherà di portare il suo contributo di contenuti ed organizzativo”.

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