Alto Adige, a rischio chiusura gli skilift del piccolo comprensorio di Monte San Vigilio

Nuova funivia Lana-Monte San Vigilio
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Alto AdigeVal Venosta

Alto Adige, a rischio chiusura gli skilift del piccolo comprensorio di Monte San Vigilio

La piccola stazione sciistica, situata sulle alture di Lana, nei pressi di Merano, non dispone di un impianto di innevamento programmato e gli skilift necessiteranno a breve di ingenti interventi di manutenzione straordinaria. Ulrich Ladurner, presidente della società Funivia Vigiljoch, ritiene più redditizio sviluppare attività alternative allo sci. Protesta un comitato di frequentatori della stazione, che ha avviato una raccolta firme: "Sciare qui costa solo 20 euro al giorno e in molti la scelgono per avviare i propri figli allo sci".

Ultime risalite con gli skilift Jocher e Seehof sul Monte San Vigilio? Sembra questo il destino degli impianti sciistici della piccola località altoatesina situata alle porte della Val Venosta. Le piste, facili e soleggiate, si snodano attorno alla caratteristica vetta del Monte San Vigilio, con la bella chiesa di origine medievale edificata sulla sua sommità. Le sciovie si raggiungono con la funivia che parte dall'abitato di Lana e con la successiva seggiovia monoposto, che sale immersa nella pineta e serve la pista di rientro, di media difficoltà, che conduce alla stazione a monte della funivia. Proprio dalla valorizzazione di questi due impianti, funivia e seggiovia, aperti tutto l'anno, parte la strategia per lo sviluppo turistico del futuro di Monte San Vigilio, in cui lo sci sembra non trovare spazio.

"Era già molto difficile sciare qui in passato”, spiega Ulrich Ladurner, presidente della Funivia Vigiljoch a Rai Südtirol. “Gli impianti potrebbero aver funzionato due volte negli ultimi dieci inverni. E se non c’è neve a Natale, la stagione è già finita. La stazione sciistica non è redditizia da molti anni".

Il comprensorio sciistico sul Vigiljoch è relativamente poco elevato, il punto più alto è di 1.800 metri. Secondo Ladurner non avrebbe senso investire in un impianto di innevamento artificiale, oggi del tutto assente sulle piste: “l'acqua a disposizione è troppo scarsa per innevare le piste da sci”, dice Ladurner, che ritiene che lo sci sarebbe possibile solo in casi eccezionali “se nevica molto”. La stagione in corso si segnala tra le migliori degli ultimi anni in termini di innevamento.

L'idea di Ladurner è quella di non abbandonare la vocazione sportiva invernale della località, divendendo un punto di riferimento per gli amanti delle escursioni invernali e inoltre: “Stiamo pensando di attivare nuovamente la pista degli slittini. Potremmo renderla meno ripida, in modo che non sia così veloce e pericolosa, rendendola più adatta alle famiglie, e innevarla artificialmente".

La possibile chiusura degli skilift risulta incomprensibile per molti abitanti della zona: "La neve arriva tardi certo, quasi mai per Natale, ma oggi si scia bene e senza l'utilizzo di cannoni" affermano ai microfoni di Rai Südtirol. Per salvare la piccola stazione sciistica, dove sciare costa solo 20 euro al giorno, è stata lanciata una petizione: “Abbiamo già raccolto centinaia di firme” spiega Walter Bertoldi, promotore dell'iniziativa.

Secondo alcuni, come affermato a Rai Südtirol, dietro a motivazioni ecologiche e ambientali si celerebbe in realtà un progetto che vedrebbe l'abbattimento di una vecchia struttura fatiscente e la costruzione di diversi chalet di lusso. La paura di molti è che la montagna venga sempre più trasformata in località esclusiva per pochi turisti internazionali, a discapito di famiglie e gente del posto.

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