Deromedis, l'uomo dei sogni azzurri pensando a Milano Cortina: "Ho colto il primo di tre grandi obiettivi"

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Deromedis, l'uomo dei sogni azzurri pensando a Milano Cortina: "Ho colto il primo di tre grandi obiettivi"

Parola al neo campione del mondo di skicross: dalla sua Val di Non alla consapevolezza di poter vincere tutto, comprese le Olimpiadi in casa. E un bellissimo invito ai giovani per provare questa disciplina meravigliosa.

La magica domenica azzurra delle discipline invernali è stata aperta dalla storica impresa dello skicross con la firma di Simone Deromedis, seguita poi dalla doppietta Goggia-Brignone, dalla Coppa del Mondo di slittino nelle mani di Dominik Fischnaller, all'argento del duo Pellegrino-De Fabiani nella team sprint iridata di Planica e, nel mezzo, pure la seconda medaglia per la nazionale guidata da Bartolomeo Pala, con Tomasoni e Galli di bronzo nella prova a squadre di Bakuriani.

L'oro mondiale di Deromedis, però, è davvero qualcosa di unico e l'ufficio stampa della FISI, nella giornata odierna, ci ha regalato qualche pillola con una bella intervista per scoprire questo ragazzo classe 2000 dal talento sconfinato.

“Vengo dal comune di Predaia, sono sempre stato lì – si racconta Simone – Papà Luca è un agricoltore della Val di Non, famosa per le mele Melinda, che è anche mio sponsor personale. Mamma Claudia è impiegata in ufficio, ho due fratelli più piccoli, Matteo e Tommaso.

Sono 190 cm per 100 kg di peso forma. Piede normale: un 44. Stacco 250 chili e... mi alleno 5-6 giorni la settimana”.

Gli inizi naturalmente con lo sci alpino: “La prima volta che ho messo gli sci è stato a Predaia, dove c'è solo uno skilift. Ho cominciato tardi con le gare, grazie allo sci club Anaune. Fino a quel punto avevo sciato solo con papà. Facevo sci alpino, ma mi sono sempre piaciute le discipline veloci, i salti. Se c'era da uscire dai pali non mi tiravo certo indietro. Dai 12 ai 16 anni ho continuato così, poi ho provato lo skicross al Trofeo Topolino di Folgaria e mi sono innamorato.

Lì era presente l'allenatore della Nazionale e mi ha invitato a provare con la squadra. Ho capito che lo skicross mi dava altri stimoli rispetto allo sci alpino e mi divertiva di più. Ho fatto un anno in giro privatamente, con gli amici, poi sono passato al Comitato Trentino e quindi alla Nazionale: era il 2017/2018. Ringrazierò sempre le Fiamme Gialle: ho fatto il concorso lo scorso dicembre.

In nazionale ho trovato subito un clima molto accogliente, nessuno faceva il fenomeno e tutti erano disponibili a dare consigli. C'era un clima molto rilassato e amichevole, come tuttora”.

Debutti in Coppa del Mondo e... “Le prime due stagioni sono state dure, perché mi trovavo a competere anche contro gente di trent'anni in Coppa Europa. Nel 2018/19 ho fatto subito due buoni risultati ad inizio stagione. Era l'anno post olimpico e c'era un cambio generazionale in atto. C'è stata l'occasione di andare ai Mondiali senior in America, a Salt Lake City. Durante quella stagione ho fatto i punti per entrare in Coppa del Mondo dalla stagione 2019/2020, l'anno scorso i primi podi a Val Thorens e Veysonnaz”.

Poi qualche guaio fisico, proprio nell'anno senza podi ma che l'ha portato al trionfo iridato. “Lo scorso novembre ho preso una forte storta alla caviglia sinistra e sono rimasto fermo per un mese. Poi ho fatto un mese di gare e poi mi sono rotto la clavicola, nella seconda gara in Svezia, quando sono caduto nella big final (a Idre Fjaell, ndr). Quindi sono stato operato e sono rientrato giusto per i Mondiali”.

E ora? “Questo è un grande scalino, che sapevo di poter fare ma magari non così presto. Diciamo che ho messo la spunta a una delle tre caselle che ogni atleta sogna di cogliere: Mondiale, Olimpiade e sfera di cristallo. Nella mia routine non ci saranno grandi cambiamenti. Magari, gli avversari cominceranno ad avere più rispetto nei miei confronti. Quando parti con uno che sei convinto sia più forte di te, un po' lo senti. E questi sono punti di vantaggio per me. In realtà, quello che mi auguro cambi maggiormente è l'attenzione al movimento dello skicross, che merita maggiore interesse: ma sono certo che sarà così.

I consigli per i più giovani sono quelli di andare per gradi, cominciare piano piano. Ci sono moltissime piste sulle quali si può provare a fare skicross. Come squadra abbiamo la base a San Pellegrino e siamo super disponibili a far provare ragazzi di qualunque età. Chi vuole provare venga a trovarci”.

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