Avrei capovolto le montagne. Giorgina Levi in Bolivia (1939-1946)
Prezzo: 5.00 EUR
Questa biografia è il prodotto del lavoro sulla memoria di due donne che, appartenenti a generazioni diverse, si sono incontrate grazie al comune interesse per l'ebraismo e la storia della soggettività femminile.
Sollecitata da Marcella Filippa, Giorgina Levi narra un periodo della propria vita - gli anni 1939-46, in cui fu costretta a emigrare in Bolivia con il marito, a causa delle persecuzioni razziali fasciste -che, se fu certo il più difficle, rappresentò tuttavia un passaggio decisivo per la sua maturazione di donna e di militante.
Rievocare gli anni dell'esilio significa per Giorgina ridestare emozioni intense e talora dolorose: la nostalgia per la famiglia e per l'Italia, la fatica per le durissime condizioni di vita sulle Ande boliviane, la sofferenza di fronte alla miseria e allo sfruttamento degli indios nelle miniere,la passione dell'impegno politico antifascista nel mondo dell'emigrazione, la preoccupazione costante per i parenti rimasti nell'Europa sconvolta dalla guerra, la difficile solidarietà con gli indios.
Ma rievocare significa anche ritrovare in sé la forza con cui seppe affrontare lo sdradicamento dell'esilio, quella forza con cui avrebbe potuto 'capovolgere le montagne'.
La complicità consapevole con cui Giorgina e Marcella affrontano la ricostruzione di questa vicenda trascende i ruoli dell'intervistata e dell'intervistatrice, perchè entrambe si pongono domande sul passato e su di sé, creando insieme un testo che sta a metà fra storia e letteratura, una formula nuova e feconda per la storia delle donne.
Sollecitata da Marcella Filippa, Giorgina Levi narra un periodo della propria vita - gli anni 1939-46, in cui fu costretta a emigrare in Bolivia con il marito, a causa delle persecuzioni razziali fasciste -che, se fu certo il più difficle, rappresentò tuttavia un passaggio decisivo per la sua maturazione di donna e di militante.
Rievocare gli anni dell'esilio significa per Giorgina ridestare emozioni intense e talora dolorose: la nostalgia per la famiglia e per l'Italia, la fatica per le durissime condizioni di vita sulle Ande boliviane, la sofferenza di fronte alla miseria e allo sfruttamento degli indios nelle miniere,la passione dell'impegno politico antifascista nel mondo dell'emigrazione, la preoccupazione costante per i parenti rimasti nell'Europa sconvolta dalla guerra, la difficile solidarietà con gli indios.
Ma rievocare significa anche ritrovare in sé la forza con cui seppe affrontare lo sdradicamento dell'esilio, quella forza con cui avrebbe potuto 'capovolgere le montagne'.
La complicità consapevole con cui Giorgina e Marcella affrontano la ricostruzione di questa vicenda trascende i ruoli dell'intervistata e dell'intervistatrice, perchè entrambe si pongono domande sul passato e su di sé, creando insieme un testo che sta a metà fra storia e letteratura, una formula nuova e feconda per la storia delle donne.
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