Stelvio. Con cartina
Autore: Stelvio. Con cartina, il libro
Prezzo: 6.37 EUR
Osservati attentamente sulla cartina - con quell'andamento asimmetrico della lunga estensione verso occidente, e con quella loro vastità paragonabile a sei volte l'Isola d'Elba - i confini del Parco nazionale dello Stelvio non favoriscono certo una visione unitaria del territorio che delimitano. Un'area protetta troppo grande? Un'orografia troppo disomogenea per essere racchiusa sotto il vincolo di un solo parco? Certo è che a differenza degli altri tre parchi nazionali e dei circa trenta parchi regionali delle Alpi italiane, lo Stelvio pare concepito più per comprendere diversità che per esaltare una singola peculiarità locale. Sotto lo stesso segno convivono qui mondi fortemente diversi tra loro che nel corso del tempo hanno generato non pochi contrasti: il versante tedescofono dell'Alto Adige, il Trentino, i paesaggi agricoli delle valli di Rabbi e Pejo, le cadenze lombarde dell'Alto bresciano, l'industria dello sci in Valtellina, per arrivare quasi in Svizzera ma ormai oltre il confine idrografico dove le acque iniziano già il loro viaggio verso il lontanissimo Mar Nero. Siamo nel cuore delle Alpi, in un luogo equidistante dai limiti estremi della catena. In un ambiente perennemente imbiancato per una cospicua parte della sua estensione, e che con i suoi 116 ghiacciai ricorda le Alpi Occidentali, ma anche riflette i colori delle cime più a est con i grigi incombenti della dolomia principale che precipitano dall'Ortles e si allungano verso il livignasco. Qui il viaggiatore alpino - a differenza di alcuni santuari della 'wilderness' americani come quello di Yosemite dove il 97 % dei visitatori si concentra solo sul 5 % del territorio, o di quello confinante dell'Engadina in cui non è permesso uscire dai sentieri segnalati - si troverà a incrociare liberamente per montagne sotto tutela che comprendono anche zone sfruttate dall'uomo; entrerà in aree di 'natura selvaggia' confinanti con valli abitate da millenni, e passerà attraverso una continua successione di piani, lungo un percorso pieno di sorprese. Dunque un Parco troppo grande? "Montagne" presenta la 'complessità' di questa area protetta come vera ricchezza, un progetto di convivenze che dopo decenni si è finalmente realizzato, e anche come metafora dell'intera catena alpina.
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