Addio a Steffi Walter-Martin. Icona dello slittino anni '80 e silenziosa ribelle

Addio a Steffi Walter-Martin. Icona dello slittino anni '80 e silenziosa ribelle
Olimpiadi

Addio a Steffi Walter-Martin. Icona dello slittino anni '80 e silenziosa ribelle

Nella giornata di ieri si è spenta Steffi Walter-Martin (al centro e senza berretto nella foto) due volte campionessa olimpica nello slittino durante gli anni '80, riuscita a essere al tempo stesso icona sportiva ed elemento ribelle all'interno della Germania Est.

Nata il 17 settembre 1962 a Bad Schelma, noto centro della Sassonia che ha dato i natali a molti sportivi tedeschi di alto livello, Steffi Martin iniziò - come tutti i bambini della Ddr - a praticare sport da giovanissima. In particolare si esprimeva molto bene nell'atletica leggera, dove dimostrava un discreto talento nei lanci.

La sua predisposizione naturale per lo slittino venne scoperta quasi per caso, quando ormai era tredicenne, ed essendo particolarmente dotata per la disciplina fu costretta dal dispotico sistema sportivo della Ddr a dedicarsi al nuovo sport. Steffi, infatti era restia al cambiamento, terrorizzata dall'idea di gettarsi a velocità folle all'interno del budello.

Tuttavia l'allenatore Rolf Hellweg riuscì a convincerla. Quantomeno la sua carriera di slittinista le riservò subito grandi soddisfazioni. Nel 1982 sul budello di Königsee ottene il primo successo in Coppa del Mondo. L'anno dopo, nel 1983, dominò la scena ai Mondiali di Lake Placid, dove raccolse con autorità la medaglia d'oro.

Il 1984 fu l'inverno della definitiva consacrazione. Trionfò ai Giochi olimpici di Sarajevo, dove conquistò la medaglia d'oro schiacciando la concorrenza (realizzò infatti il miglior tempo in tutte e quattro le manche). Inoltre vinse anche la Sfera di cristallo. La sua sequenza vincente proseguì anche nel 1985, quando a Oberhof si mise nuovamente al collo l'oro iridato, guadagnandosi l'aura di donna imbattibile nei grandi appuntamenti.

A sorpresa, dopo la stagione 1986, decise di avere un figlio. La scelta non piacque per nulla alle autorità della Germania Est, che anzi la considerarono ormai un ex'atleta. Invece Steffi riuscì a tornare (con il cognome da sposata Walter) e, contro ogni pronostico, fu in grado di vincere la medaglia d'oro anche a Calgary 1988, realizzando così un inaspettato quanto clamoroso canto del cigno.

Si trattò di un'impresa senza precedenti. Mai una slittinista era riuscita a laurearsi per due volte campionessa olimpica. Peraltro a oggi l'uno-due è stato eguagliato soltanto dalla connazionale Sylke Otto, vincitrice nel 2002 e 2006.

Ritiratasi dall'attività agonistica, Steffi ebbe altri due figli e si dedicò alla professione di fisioterapista. Almeno fino a quando il fisico glielo consentì. Infatti i massacranti allenamenti a cui si dovette sottoporre in gioventù crearono grossi scompensi alla sua schiena. “Ho 45 anni, ma mi sembra di averne 80”, disse quando ricevette la pensione di invalidità.

Poi, nell’autunno 2016 le venne diagnosticato un cancro, a cui si è arresa dopo alcuni mesi. Così se ne è andata, a neppure 55 anni, Steffi Walter-Martin, il cui nome (e la cui vita) meriterebbero davvero di essere ricordati tra chi ha scritto la storia dei Giochi olimpici.

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