Il Festival più alto d'Europa taglia il traguardo della XIIª edizione e prosegue sulla linea tracciata con successo gli anni scorsi suddividendo la panoramica festivaliera con quattro distinte sezioni, ognuna differente ma artisticamente complementare.
Dieci giorni di intensa attività culturale e sportiva fanno di questa rassegna un evento estivo di primissimo piano, un appuntamento di prestigio con il meglio della cinematografia mondiale a Valtournenche e Breuil-Cervinia.
Sin dalla sua prima edizione nel 1998 la rassegna pone al centro della propria ricerca l’esplorazione, l’avventura e l’amore per la montagna, con film che sempre più trovano sbocco anche nel mercato cinematografico nazionale. Presenta come ogni anno una interessante selva di titoli dedicati al wilderness e alla montagna, ma anche al problema ambientale, con la presenza di tematiche e articolazioni diverse. La montagna è la vera protagonista della manifestazione ma è anche il “pretesto” per affrontare tematiche strettamente correlate ad essa: l’ambiente, il clima, l’avventura, lo sport, la cultura e la storia. La manifestazione nasce con l’intento e l’ambizione di promuovere e divulgare film di difficile reperibilità nei circuiti canonici e che si distinguano per le loro caratteristiche di ricerca, qualità, innovazione. Per il contributo che ha apportato nel panorama dei festival cinematografici è stato affettuosamente ribattezzato dalla stampa l’Oscar del cinema di montagna. I film vengono selezionati nei festival internazionali del genere e tra questi viene assegnato il Grand Prix – Conseil de La Vallée. Gli obiettivi che si pone la XII edizione del Cervino CineMountain sono vari ma convergono tutti nella volontà di fare una manifestazione di qualità che si identifichi con il territorio in maniera autentica - cioè rispettosa delle sue peculiarità – e capace di accogliere altre tradizioni e nuove tendenze.
Dieci giorni di intensa attività culturale e sportiva fanno di questa rassegna - codiretta da Luisa Montrosset e Luca Bich, presieduta da Antonio Carrel, storica guida del Cervino – un evento estivo di primissimo piano. L’organizzazione è curata dal Comune di Valtournenche e dall'Associazione Culturale Strade del Cinema con la collaborazione della Presidenza del Consiglio Regionale della Valle d’Aosta e il sostegno dell’Assessorato al Turismo, Sport, Commercio e Trasporti della Regione Autonoma Valle d'Aosta, Fondazione CRT, Compagnia di San Paolo, Cai, CVA, Cervino SPA, The North Face, Iveco, Scuola di sci del Cervino, Società delle guide del Cervino, Grivel. Nel dettaglio sono segnalati i momenti più significativi di questa edizione dove saranno protagonisti nomi di fama internazionale come Gustav Thöni, Piero Gros, Helmut Schmalzl, Erwin Stricker, Tino Pietrogiovanna, Franco Bieler. Paolo De Chiesa, Herbert Plank indimenticati campioni, trionfatori di numerose gare negli anni Settanta e soprannominati “La Valanga Azzurra”, la cantante Irene Grandi invitata a partecipare alla sezione Cervinia Mon Amour, l’alpinista Simone Moro, lo scrittore Enrico Camanni e l'alpinista Hervé Barmasse. E ancora l’omaggio ad Achille Compagnoni, sabato 1° agosto, in Piazza della Chiesa con la proiezione di “Italia K2” girato nel 1955 da Achille Baldi. Presenti Igor Man, Michele Compagnoni e Kurt Diemberger.
-- Le sezioni del Festival --
CERVINIA MON AMOUR
in collaborazione con Presidenza del Consiglio Regionale Valle d’Aosta
Nell’arte della pirotecnica si intende per sfondamento o apertura - "sfunno" o "cacciata" in dialetto napoletano - ciò che avviene quando la “bomba da tiro” giunta ad una certa altezza si apre o si spacca o si sfoglia, espellendo tutti i suoi componenti-bombe o guarnizioni di colore. Un simile e scoppiettante effetto sarà quello di “Cervinia Mon Amour”, che apre questa XII edizione del festival con un bouquet di eventi di estrema varietà. Continuando la ricerca del genius loci del Breuil iniziata lo scorso anno, abbiamo voluto sondare oltre nella storia dello sci. E come allora non parlare della Valanga Azzurra, epifenomeno della storia dello sci italiano ed internazionale. Non nascondiamo la nostra soddisfazione per essere riusciti a riunire nella sala del Cinéma des Guides i campionissimi Gustav Thoeni, Piero Gros, Franco Bieler, Paolo De Chiesa, Tino Pietrogiovanna, Herbert Plank, Helmut Schmalzl, Erwin Stricker. Certo non si poteva immaginare un miglior parterre per celebrare, in collaborazione con la Cervino Spa, i 70 anni della funivia di Plateau Rosà. Ricordando questo anniversario nel quadro del Festival, la Cervino Spa non solo sottolinea come i suoi impianti a fune rappresentino un notevole esempio di alta ingegneria, ma li rende un patrimonio collettivo da condividere con la comunità e con gli ospiti, affermandone così la dimensione storica. Simbolicamente sarà dunque la funivia a trasportarci sui campi da sci dove quel gruppo di meravigliosi sciatori ci fece sognare. Attraverso evocazioni, testimonianze, contributi filmici, il tutto abilmente orchestrato da un sicuro professionista come Carlo Gobbo, andiamo a rivivere i più bei momenti della Valanga Azzurra. E come non chiedere a questi grandi campioni di lasciare la loro impronta nella continuità di quella via dello sci inaugurata lo scorso anno da Toni Sailer e Giuliana Minuzzo. La cerimonia dell’orma quindi si rinnoverà l’indomani a mezzogiorno in punto al Café des Guides. Il secondo giorno di “Cervinia Mon Amour” prosegue sulla linea del va e vieni temporale, una sorta di “passafuoco” che lega i numerosi appuntamenti che andranno a chiudere questa sezione. Alla presentazione dell’Xtrail, un modo di rendere conto non solo delle iniziative sul territorio ma anche per strizzare l’occhio alle nuove pratiche, seguirà, quasi creando un effetto di cortocircuito, la presentazione editoriale del libro “I racconti della Capanna” del prof. Giovanni Zanetti (evento in collaborazione con il Consiglio Regionale). Sarà un momento di riflessione su un simbolo topico dell’alpinismo quale è la Capanna Carrel grazie alla partecipazione dell’autore e di autorità e testimoni importanti della cultura locale. Una pubblicazione questa che ben introduce l’idea di alpinismo che sarà il fulcro attorno si confronteranno gli ospiti della serata “Alpinismi: dal Cervino a Cervinia”. In contemporanea, altro cortocircuito, sarà la struttura urbana di Breuil-Cervinia a costituire una sorta di terreno di gioco per i partecipanti allo “StreetBoulder Contest più alto di sempre!”. Non mancherà la musica né durante il giorno - grazie al duo Grappeggia-Pino - né per gli Around Midnight del Bianconiglio.
CANTROPOMOUNT
Una sezione del tutto speciale quest’anno quella di AntropoMount dedicata alle popolazioni dell’Atlas. Speciale a causa della varietà intrinseca dell’oggetto. L’Atlas o Atlante è innanzitutto un termine polisemico; il nome mitologico del Titano condannato da Zeus a sostenere i cieli fino alla fine dei tempi è infatti stato adottato per designare sia l’atlante geografico, sia il massiccio nordafricano ed infine, proprio secondo l’etimo greco che significa supportare, anche la prima vertebra cervicale, quella che sostiene l’insieme del cranio. Oltre a ciò si dice che, prima dell’invasione romana della Grecia, il nome Atlas designasse in realtà il Caucaso e che solo in un secondo momento andasse ad indicare la barriera montuosa nordafricana. L’Atlas è quindi, per così dire una montagna migrante tra Europa e Africa. La polisemia sembra ribadirsi anche nel contesto dell’Atlas africano che si suddivide in vari Atlas. Fra l’Alto Atlas, il Medio Atlas e l’Anti-Atlas con altezze variabili che vanno dai 4167 m. del Jdel Toubkal nell’Alto Atlas marocchino ai 1544 m. del Djebel Chambi della dorsale tunisina. Non stupirà quindi che non solo questo massiccio sia transnazionale estendendosi su tutto il Maghreb attraverso tre stati – Marocco Algeria, Tunisia – ma che le popolazioni che perlopiù vi abitano, i berberi o Imazighen, si rifacciano ad una cultura peculiare che trascende le frontiere fra paesi. Come fare quindi per rendere conto di questa diversità cultural-territoriale? Si dice che il miglior modo di conoscere un paese è di andare chez l’habitant e questa ha voluto essere la nostra scelta. La piramide si rifarà in parte alla casa berbera offrendo un’evocazione d’intérieur in un contesto popolare come quello della raccolta delle rose e della festa che la celebra : gli scatti tratti da «The Roses Valley» di Andrea Alborno infatti ne abiteranno le pareti. Per quanto concerne la sezione di antropologia visuale si renderà omaggio in particolare al regista Ivan Boccara, lui stesso originario di queste terre. In modi diversi sarà anche affrontato il tema dell’identità legata alla montagna: con la presentazione del libro del prof. Annibale Salsa e con lo spettacolo teatrale «Figli dei figli» a cura dell’Associazione Culturale Mano d’Opera. Le due serate poi, oltre a permetterci di gustare i sapori più autentici della cucina nordafricana grazie alla collaborazione con l’Associazione donne straniere Les Rayons de Soleil, propongono due appuntamenti da non perdere. Nella prima serata «Identità tradizionali e identità migranti» sarà il tema di una riflessione che specialisti del mondo visuale e antropologico svilupperanno attraverso immagini, filmati –in particolare il documento sui marocchini che lavorano negli alpeggi valdostani prodotto in collaborazione col il DAMS di Torino-, pubblicazioni e testimonianze. La seconda serata che si articola su tre momenti diversi sarà invece dedicata alla musica. Innanzitutto grazie al Professor Tran Quang Hai, etnomusicologo di fama internazionale, saremo introdotti al mondo dell’etnomusicologia attraverso un appassionante florilegio sul suono. La serata proseguirà quindi con due concerti: quello dei « Global Gnawa » originari del Marocco che ci permetteranno di immergerci nelle sonorità berbere e poi, proprio perchè l’Atlas è considerato la porta dell’Africa si terminerà con un’omaggio all’Africa tutta grazie alle intensissime sonorità dei Kassama Percussions del Burkina Faso.
ESPACE MONTAGNE
Una serie di aree che si intrecciano; ecco come si presenta quest’anno l’Espace Montagne organizzato in un’alternanza di ambienti diversi per funzione e per estetica. Riconfermata l’apprezzatissima libreria specializzata nell’editoria di montagna che, grazie a chi dei libri ne ha fatto il suo mestiere, saprà accontentare altrettanto bene gli appassionati che i curiosi. Oltre alla libreria gli habitués ritroveranno anche la piramide, luogo deputato di AntropoMount: spazio, come sappiamo, dedicato all’Atlas, alle sue popolazioni, alle sue tradizioni.
Attorno a questi due punti cardine si svolgerà, grazie all’intervento degli esperti dell’Assessorato all’Agricoltura e foreste, un vero e proprio “espace de la montagne”. Infatti nell’ottica spazio-temporale, tematica maggiore di questa XII edizione, verranno ricreati ambienti di media e alta montagna. Con questo non si intende certo riproporre ciò che si troverebbe facilmente uscendo ad un passo del Centro polivalente. Si tratta piuttosto di concentrare le distanze altimetriche in spazi ridotti riuscendo così una compressione ideale della varietà della montagna. Con ciò si cerca di dar corpo ad una riflessione sull’orogenesi e sulla sua incontornabile impronta geomorfologica. Ma il percorso che proponiamo si spinge oltre. L’orogenesi, infatti, riguarda la Terra e allo stesso modo altri pianeti. Questo tema lo trattano i pannelli della mostra “Le Montagne dei pianeti del sistema solare” che ci ha fornito il Forte di Bard, ma sarà spiegato ancora più chiaramente nel quadro della conferenza eponima a cura del dott. Bernagozzi in collaborazione con l’Osservatorio Astronomico della Valle d’Aosta per l’Anno Internazionale dell’Astronomia 2009. Ecco dunque che ritroviamo il monte Olimpo con la sua altezza variabile che diventa l’elemento grafico della nostra T-shirt “informativa”. Numerose saranno le iniziative che si svolgeranno in questo space in progress. Due interviste verticali d’eccezione, caso vuole, entrambe sotto il segno della “Gn”. Verrà poi testata una formula nuova, quella dell’incontro editoriale verticale con un face à face tra due scrittori e due alpinisti. E ancora incontri editoriali con gli autori e/o editori. Uno luogo dunque, quello dell’Espace Montagne, non solo da vedere e da visitare ma soprattutto da scoprire e da frequentare come si frequenta una casa dove ci si sente i benvenuti, si coltivano amicizie, si fanno nuovi incontri.
IL CONCORSO CINEMATOGRAFICO
Il concorso cinematografico è il vero cuore del festival. Le proiezioni dei film in concorso si svolgono infatti durante sei dei dieci giorni complessivi del festival ritmando il tempo dell’Espace Montagne dove registi ed alpinisti potranno incontrarsi e dialogare con il pubblico. Inutile precisare che i 31 film in concorso sono il risultato di un anno di lavoro di selezione.
Altri festival cinematografici di settore, contatti con i registi, ricerche personali, percorsi alternativi, tante sono le fonti a cui attinge la direzione artistica che probabilmente avrebbe nel cassetto almeno altrettanti film per un concorso parallelo. Altrimenti detto la scelta non è mai scontata. Nelle nuove produzioni si è notato un interesse maggiore per la vita in montagna o per la docufiction rispetto ai classici documentari sulle imprese alpinistiche. Quest’anno la varietà riguarda piuttosto i temi che i generi: numerosi i film di taglio antropologico - tanto rievocazioni della vita passata, quanto scelte alternative nell’era della globalizzazione -, l’alpinismo non viene poi trattato esclusivamente attraverso l’idea di performance, ma inteso più come scelta di vita. In un caso come nell’altro è forte la tendenza al ritratto. Non mancherà comunque l’aspetto prettamente sportivo e nemmeno quello eco-ambientale. Tema quest’ultimo peraltro, che sarà oggetto di un premio nuovamente istituito voluto dall’Assessorato regionale dell’Ambiente e del Territorio. Compito non facile quindi per la giuria quello di stilare la short list dei film premiati. Confidiamo comunque nell’assoluta complementarietà delle competenze dei suoi membri: la grande conoscenza di Amanda Sandrelli dell’ ambito cinematografico; il notevole curriculum alpinistico di Luca Maspes e di Jean Troillet; l’indubitabile cultura filmografica di Françoise Foucault, la cui presenza ci rallegra tanto più che suggella il preziosissimo partenariato con il Comité du film Ethnographique du Musée de l’Homme di Parigi; ed infine la pluriennale esperienza di Joan Salarich alla direzione del festival di film di montagna di Torello. Ecco che la premiazione si preannuncia un momento intenso per tutti registi, giurati e pubblico. Numerosi i premi in collaborazione con la Presidenza del Consiglio della Valle d’Aosta.
Altri premi coinvolgono il CAI e la collettività locale come la scuola di sci del Breuil e il consorzio albergatori.
Informazioni relative al Festival:
tel: 0165/230.528 – 392/981.46.92 / fax 0165/360.413 –
Sito Internet: www.cervinocinemountain.it
Informazioni turistiche: 0166/940.986
Approfondimenti
BOLLETTINO NEVE
LOCALITÀ | I.APERTI | H. Min/Max |
---|---|---|
Klausberg | 11/11 | 38-84 cm |
Alpe di Siusi | 23/24 | 50-80 cm |
Corvara in Badia | 46/48 | 40-50 cm |
Plan de Corones | 34/34 | 5-30 cm |
Lavarone | 14/14 | 20-40 cm |
Courmayeur | 18/18 | 35-40 cm |
Carezza al lago | 13/13 | 80-130 cm |
Paganella | 20/20 | 35-45 cm |
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