Prati di Tivo, si rischia la chiusura degli impianti di risalita

Prati di Tivo, si rischia la chiusura degli impianti di risalita
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Prati di Tivo, si rischia la chiusura degli impianti di risalita

Gli impianti di risalita di Prati di Tivo erano già rimasti chiusi quest'inverno prima per la mancanza di neve e poi per l'emergenza del Covid-19.

Il Dipartimento Infrastrutture, trasporti e mobilità ha comunicato l’avvio del procedimento per la sospensione dell’autorizzazione al pubblico esercizio degli impianti di risalita di Prati di Tivo.

Il motivo di tale decisione è il mancato pagamento dei canoni di concessione da parte dell’Amministrazione Separata, socia della Gran Sasso Teramano, per l’affitto dei terreni attraversati dagli impianti di risalita.

Giovedì 23 luglio si terrà una riunione, convocata dal Presidente della Provincia Diego Di Bonaventura, dove saranno presenti il sottosegretario alla Presidenza della Giunta Regionale con delega ai trasporti pubblici locali, mobilità, lavori pubblici, infrastrutture, Umberto De Annuntiis; il presidente dell’Asbuc (Amministrazione Separata dei Beni ad uso civico di Pietracamela), Paride Tudisco e il vicepresidente della Provincia, Alessandro Recchiuti.

Preoccupato per il rischio di chiusura degli impianti di risalita di Prati di Tivo è il deputato Antonio Zennaro:Nel pieno della stagione estiva e del turismo montano gli impianti dei Prati di Tivo rischiano di chiudere, il termine potrebbe essere la fine di agosto. Per questo voglio fare un appello urgente direttamente alla Regione Abruzzo, alla Provincia di Teramo, al Comune di Pietracamela e alla Camera di Commercio di Teramo, enti soci della Gran Sasso Teramano Spa, perché ognuno faccia la sua parte per evitare la chiusura degli impianti, superare le divisioni politiche e lavorare in squadra”.

Ho richiesto l’interessamento di Cassa Depositi e Prestiti sul fronte di un’eventuale linea di credito per ristrutturare il debito della Gran Sasso Teramano Spa, debito che comprende anche i mancati pagamenti dei canoni di concessione relativi ai terreni su cui insistono gli impianti.” – continua Zennaro – “Non possiamo permettere un danno simile alla montagna teramana, la chiusura degli impianti sancirebbe la fine di molte attività imprenditoriali e un’impennata del livello di disoccupazione dell’area interna teramana, mai vista prima. Il solo annuncio di un temporaneo arresto sarebbe fatale per molte prenotazioni di agosto e settembre, proprio ora che si sta spingendo sul turismo di prossimità e su quello montano per via della pandemia, andremmo a perdere un vantaggio enorme, escursionisti, appassionati, famiglie, potrebbero scegliere altre mete. Un messaggio compromettente per tutto l’indotto turistico del versante teramano del Gran Sasso ed anche per l’esito dell’ultima gara di aggiudicazione della vendita degli impianti che scadrà il prossimo settembre".

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