Gabriela Koukalova: "Sono cambiata, potrei continuare anche dopo il 2018. E a Besseberg non ho stretto la mano perché..."

Gabriela Koukalova: 'Sono cambiata, potrei continuare anche dopo il 2018. E a Besseberg non ho stretto la mano perché...'
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Gabriela Koukalova: "Sono cambiata, potrei continuare anche dopo il 2018. E a Besseberg non ho stretto la mano perché..."

Terminata la stagione, Gabriela Koukalova ha rilasciato un'intervista al sito ceco idnes.cz in cui ha spiegato perché si è rifiutata di stringere la mano al presidente dell'Ibu Besseberg e annunciato che, a differenza di quanto dichiarato più volte, la sua carriera potrebbe proseguire anche dopo PyeongChang 2018.

Venerdì a Oslo durante la premiazione di Oslo ti sei rifiutata di stringere la mano al presidente dell’Ibu Anders Besseberg. Perché?.
“A me interessa capire il valore delle persone. Per me una persona onesta e sincera vale molto di più di una persona di successo. Viviamo un’epoca molto strana, dove sembra quasi che si abbia paura di dire ciò che si pensa davvero. Poche persone hanno le palle di farlo e sono le uniche a vivere davvero onestamente”

 Nel caso di Besseberg, perché ti sei comportata così?
“Perchè non è sincero. Quando si occupa una posizione di alto profilo come la sua, allora bisognerebbe essere d’esempio e difendere sempre i diritti degli atleti. Lui invece ha dimostrato di non essere assolutamente interessato a far rispettare le regole, ma semplicemente a difendere la sua posizione. Molti atleti gli rimproverano di essere troppo lassista in merito alla lotta al doping.”.

Successivamente ti sei incontrata nuovamente con lui e ti abbiamo vista parlare a lungo. Siete giunti a un chiarimento?
“No. Parlava come un libro stampato, non mi ha neppure dato l’impressione di avere dei dubbi riguardo la sua posizione. Non so cosa ci sia dietro il suo comportamento e preferisco non saperlo. Però sono convinta che le persone che si muovono in maniera poco chiara alla fine vengono sempre smascherate. D’altronde, come si suol dire, quando l’acqua bolle è solo una questione di tempo prima che tutto venga a galla.”

Qualcuno, fra gli atleti, ha supportato il tuo gesto?
“Dopo di me dovevano essere premiati i tedeschi e mi hanno chiesto perché avessi fatto così. Gliel’ho spiegato e si sono detti d’accordo con me. Ma io non merito ammirazione per questo piccolo gesto, chi ha cominciato la lotta per i nostri diritti sono Martin Fourcade, Michal Slesingr e Lowell Bailey. Sono loro che a gennaio hanno lanciato la petizione per rafforzare le sanzioni contro i dopati e sono loro a meritare gli applausi”.

Cinque vittorie, quattordici podi. Tre medaglie ai Mondiali compresa una d’oro. Secondo posto in classifica generale con due Coppe di specialità. Come giudichi la tua stagione?
“Da pelle d’oca! È stata davvero fantastica. Adesso però è meglio fermarsi, perché il mio corpo è come un’auto da corsa. Ogni tanto ha bisogno di una revisione per poter ripartire e rendere al meglio”

Non dovrebbero esserci problemi nel trovare le motivazioni per ricominciare in vista dell’anno prossimo. L’oro olimpico manca alla tua bacheca…
“Chiaro. Anzi, durante l’inverno olimpico voglio essere più concentrata del solito”

E poi cosa succederà? Ti ritirerai e costruirai una famiglia?
“Non lo so. Mi sembra che gli ultimi anni stiano proprio volando via. Credo questo dipenda dal fatto che sono serena nella vita privata. Se non fossi felice nella mia sfera personale, sarebbe impossibile per me ottenere risultati di questo genere.”

Quindi potresti continuare anche dopo PyeongChang2018?
“Mettiamola così: non voglio che la prossima sia la mia ultima stagione”

Però è quello che hai detto più di una volta negli ultimi anni!
“Lo so, ma lo dicevo perché ho anche la volontà di diventare mamma e creare una famiglia. Però, ora come ora, non penso di ritirarmi dopo PyeongChang. Se dovessi rendermi conto che il biathlon continua a piacermi come mi piace oggi e di avere ancora voglia di praticare sport, allora proseguirò”.

Però sembravi sicura. Come mai hai cambiato idea?
“La tappa di Nove Mesto di dicembre ha cambiato la mia percezione del biathlon. Sino a quel momento l’ho sempre considerato semplicemente sci di fondo e tiro. Però durante quei giorni ho trovato un ambiente pazzesco. Attorno a me c’era un calore umano enorme, c’erano tantissimi bambini a chiedermi foto, alcuni mi hanno anche dedicato dei disegni. Vivere quest’atmosfera mi ha fatto capire che il biathlon può essere qualcosa di molto più profondo, qualcosa che va oltre il semplice sport. La vittoria nella mass start è stata incredibile, uno dei momenti più belli di tutta la mia vita. L’emozione che ho provato è stata superiore a quella dell’oro ai Mondiali. Quel giorno ho capito che con i miei risultati posso rendere felici le persone, regalare loro un momento di gioia e spensieratezza”.

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