Al termine di uno strepitoso programma libero femminile, è calato il sipario sui Campionati mondiali di pattinaggio di figura, giunti alla centoseiesima edizione.
Nell’atto finale, non sono mancati i fuochi d’artificio e, tra uno stravolgimento di classifica e l’altro, il pubblico del TD Garden di Boston ha potuto assistere ad una delle competizioni con il più alto livello tecnico della storia.
I numeri in tal senso appaiono incontrovertibili. Ben undici pattinatrici si sono spinte oltre i centoventi punti nel segmento più lungo di gara, quando in passato in qualsiasi competizioni di primo livello il massimo era stato di nove (Sochi, Olimpiadi 2014). Inoltre, sette atlete hanno ottenuto più di 200 punti complessivi, altro fatto inedito. In linea, con quanto avvenuto nelle altre tre specialità, sono perciò fioccati primati continentali, nazionali e personali.
Nel rispetto del pronostico della vigilia, si è imposta la debuttante russa Evgenia Medvedeva, capace nella prima stagione in categoria maggiore di trionfare su ogni fronte a disposizione così come avvenuto a livello juniores. Terza al termine del programma corto, l'allieva di Eteri Tutberidze ha inserito le marce alte nel segmento più lungo di gara in cui ha eseguito ogni elemento con chirurgica precisione ottenendo per quattro centesimi il punteggio più alto della storia (150.10). In passato, la sola coreana Yu-Na Kim era stata capace di spingersi oltre quota centocinquanta in occasione della trionfale cavalcata olimpica del 2010.
La sedicenne moscovita è, ovvivamente, scesa in pista con l'intenzione di eseguire due doppi axel e sette salti tripli coronando l'obiettivo con una qualità non palesata dalle avversarie. Infatti, pur non essendo stata la prima della classe in termini di base value, Medvedeva ha fatto segnare il migliore riscontro tecnico grazie ad un grado di esecuzione d'eccellenza, che ha riguardato anche trottole e passi.
La medaglia d'argento, con un distacco superiore agli otto punti dalla vincitrice, è finita al collo della veterana Ashley Wagner, che dopo dieci lunghi anni di assenza ha riportato gli Stati Uniti sul podio dell'evento femminile. La ventiquattrenne di stanza in California è stata la migliore del lotto su ciascuna voce delle componenti del programma e, a differenza di quanto avvenuto negli appuntamenti importanti del passato, è riuscita a limitare i passaggi a vuoto sugli elementi di salto palesando un'evidente crescita sulle trottole, di norma non certo la specialità della casa. Le uniche sbavature hanno riguardato un triplo toeloop corto di rotazione ed un triplo flip atterrato con una sorta di step-out e giudicato sotto-ruotato. Nell'occasione è caduto per due volte il primato nazionale statunitense, ritoccato in principio da Gracie Gold, alle fine quarta, e pochi minuti dopo da Wagner. L'allieva di Frank Carroll, leader della competizione al termine del programma corto, ha detto addio alle possibilità di medaglia cadendo sulla combinazione triplo lutz/triplo toeloop di apertura ed eseguendo un lutz doppio anzichè triplo nella seconda metà della musica. E' stata così confermata la nomea di eterna incompiuta, figlia dell'incapacità di riuscire ad eseguire un programma libero senza vuoti di sceneggiatura.
Il podio è stato meritatamente completato dalla russa Anna Pogorilaya, autrice di un fondamentale salto di qualità nel momento più importante della stagione. La quasi diciottenne moscovita, supportata da una rimarchevole velocità, ha nuovamente eseguito una sontuosa combinazione triplo lutz/triplo toeloop ed ha portato a casa senza particolari patemi due doppi axel e sette tripli, compreso un triplo flip che generosamente non ha ricevuto la doverosa chiamata di filo di ingresso errato.
In quinta e sesta posizione si sono attestate la giapponese Satoko Miyahara e la russa Elena Radionova, autrici di prove senza particolari sbavature, ma, per via del terreno perso nel programma corto, rimaste ai piedi del podio conquistato nella passata stagione. Entrambe, così come Gold, hanno ottenuto punteggi che in tutte le precedenti edizioni dei Campionati mondiali sarebbero valsi almeno la medaglia d'argento. In ogni caso, a testimonianza di un chiaro livellamento dei valori, Medvedeva esclusa, il distacco tra la seconda e la sesta è stato nell'ordine dei cinque punti e mezzo.
Anche la veterana Mao Asada, settima in rimonta, è scollinata oltre i ducento punti realizzando il libero più competitivo della stagione, Japan Open a parte. Va da sè che per tenere la scia delle più giovani, sarà necessario porre rimedio all'atavico problema delle rotazioni mancanti sugli elementi di salto. Alle spalle della venticinquenne di Nagoya si è piazzata la connazionale Rika Hongo, capace di siglare il nuovo limite personale così come la progredita canadese Gabrielle Daleman, brillante nona.
Nel complesso, tutte le prestazioni delle atlete scese in pista negli ultimi due gruppi sono state convincenti, come testimoniato dai punteggi raggiunti dalla rigenerata statunitense Mirai Nagasu, dalla cinese Zijun Li e dalla debuttante kazaka Elizabet Tursynbaeva, finite nell'ordine dalla decima alla dodicesima posizione. Per le due asiatiche è anche arrivato il nuovo primato nazionale.
Roberta Rodeghiero, unica atleta italiana presente, si è piazzata al sedicesimo posto ottenendo il migliore risultato della carriera in una rassegna iridata. La veterana veneta è stata più convincente nel programma corto, ma anche nel segmento più lungo di gara ha avuto il merito di completare due doppi axel e cinque salti tripli, tra cui un lutz atterrato con l'aiuto di uno step-out. Il bilanco della stagione, che si dovrebbe concludere in occasione della Kosè Team Challenge Cup, resta ampiamento in attivo e nobilitato dal quinto posto ottenuto nei Campionati europei e dal podio arrivato nel tormentato Trophèe Eric Bompard di Bordeaux.
In virtù della classifica finale, Giappone, Stati Uniti e Russia potranno schierare tre atlete nella prossima edizione, mentre Canada e Cina avranno due posti a disposizione.
Grazie al colpo di coda griffato Medvedeva-Pogorilaya, il medagliere dei Campionati mondiali di Boston è stato vinto dalla Russia con un oro e un bronzo. Gli Stati Uniti, invece, sono stati l'unica nazione a conquistare tre medaglie, ma non hanno ottenuto successi. Va rimarcato come per il secondo anno consecutivo il gradino più alto del podio sia stato occupato da rappresentanti di quattro paesi differenti.
Evgenia Medvedeva dopo Irina Slutskaya (2002 e 2005), Maria Butyrskaya (1999) ed Elizaveta Tuktamysheva (2015) è diventata la quarta russa a conquistare un titolo mondiale.
CLASSIFICA FINALE
1) RUS - Evgenia MEDVEDEVA
223.86 (3|1) PB
2) USA - Ashley WAGNER
215.39 (4|2) NR
3) RUS - Anna POGORILAYA
213.69 (2|4)
4) USA - Gracie GOLD
211.29 (1|6) PB
5) JPN - Satoko MIYAHARA
210.61 (6|3)
6) RUS - Elena RADIONOVA
209.81 (5|5)
7) JPN - Mao ASADA
200.30 (9|7)
8) JPN - Rika HONGO
199.15 (7|8) PB
9) CAN - Gabrielle DALEMAN
195.68 (8|9) PB
10) USA - Mirai NAGASU
186.65 (10|11)
11) CHN - Zijun LI
184.52 (11|10) NR
12) KAZ - Elizabet TURSYNBAEVA
183.62 (12|10) NR
13) SVK - Nicole RAJICOVA
173.05 (15|13) NR
14) KOR - Da Bin CHOI
159.92 (16|15)
15) LAT - Angelina KUCHVALSKA
158.99 (18|14)
16) ITA - Roberta RODEGHIERO
158.41 (13|19)
17) CAN - Alaine CHARTRAND
157.82 (17|17)
18) KOR - So Youn PARK
154.24 (22|18)
19) UKR - Anna KHNYCHENKOVA
154.02 (19|20)
20) FIN - Viveca LINDFORS
152.93 (23|16)
21) TPE - Amy LIN
146.55 (14|22)
22) NED - Niki WORIES
140.87 (24|21) NR
23) CHN - Ziquan ZHAO
139.67 (21|23)
24) ARM - Anastasia GALUSTYAN
136.07 (20|24)
BOLLETTINO NEVE
LOCALITÀ | I.APERTI | H. Min/Max |
---|---|---|
Breuil-Cervinia | 6/15 | 45-120 cm |
Ghiacciaio Val Senales | 2/11 | 20-50 cm |
Saas-Fee | / | 0-0 cm |
Ghiacciaio Presena | 0/30 | 0-10 cm |
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