Nicole Della Monica e Matteo Guarise: "Siamo pronti ad immergerci nell'atmosfera delle Olimpiadi"

Nicole Della Monica and Matteo Guarise: 'We are ready to embrace the Olympic atmosphere'
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Nicole Della Monica e Matteo Guarise: "Siamo pronti ad immergerci nell'atmosfera delle Olimpiadi"

La gara delle coppie di artistico sta per cominciare a Sochi: per Nicole Della Monica/Matteo Guarise sarà la prima gara insieme alle Olimpiadi. La nostra inviata ha parlato con loro dopo la loro performance ai campionati europei il mese scorso. Ecco quanto raccontato dai vice campioni italiani sulla gara di Budapest, il loro team di allenatori e la competizione più importante nella vita di un atleta: le Olimpiadi.

Quali sono le vostre impressioni sulla gara disputata qui a Budapest?

Matteo: Abbiamo lottato parecchio, ma siamo molto contenti. La preparazione per questa gara è stata particolare, abbiamo cambiato i pattini da poco e anche se abbiamo avuto problemi abbiamo dato del nostro meglio. Questo vuol dire che riusciamo a sostenerci a vicenda e che vogliamo arrivare lontano.

Perché avete deciso di cambiare i pattini in questo periodo?

Matteo: Li abbiamo cambiati molto presto, prima dell'estate, e quindi ci siamo allenati per molti mesi usando lo stesso scarponcino. Ovviamente, allenandoci tanto su lanciati e sollevamenti, i pattini erano perfino più stanchi di noi! Quindi abbiamo dovuto cambiarli. Qui siamo riusciti a pattinare bene e a rimanere concentrati, nonostante i nostri pattini siano ancora un po' rigidi.

Quale sono invece le vostre impressioni sulla gara che avete fatto a Trento, le Universiadi?

Matteo: E' stata un'esperienza fantastica: l'atmosfera, tutte le persone che erano lì, con le bandiere, a sostenerci... È stata un'emozione unica sentire il pubblico applaudire a tempo con la musica fin dalle prime note del nostro programma libero. Vincere la medaglia è stata la ciliegina sulla torta di questo fantastico dessert.

Si può dire che le Universiadi siano quasi una piccola olimpiade.

Nicole: Esatto, sono contenta che abbiamo fatto questa gara, in modo che Matteo abbia potuto capire come sia l'atmosfera delle Olimpiadi. Ovviamente a Sochi tutto questo sarà ingrandito di almeno dieci volte tanto, forse cento.

Matteo: Sì, ci sono persone che solitamente non seguono il pattinaggio, facce nuove...cambia qualcosa rispetto al normale ambiente di gara. È come qui agli europei: con il programma di competizione diverso dal solito, prima che cominciassimo la gara Anna e Luca avevano già vinto l'oro, e ci sono state per noi delle emozioni inusuali rispetto a quelle che abbiamo di solito appena arrivati ad una gara. Questo ti fa capire che non sempre le cose vanno come sono scritte, ma bisogna lottare per farle andare come vorresti andrebbero.

Nicole, tu sei già stata alle Olimpiadi: hai mai raccontato a Matteo com'è partecipare a questa gara?

Nicole: Sì, gli ho raccontato come è stata la mia esperienza a Vancouver, ma sono certa che Sochi sarà diversa. Ogni Olimpiade è un'esperienza a sé. Per me è stato bello tutto ciò che faceva da contorno alla gara: la competizione in sé, per noi atleti che non ambiamo ad una medaglia, è una gara come un'altra alla fine. Quello che è bello e diverso è sentire l'atmosfera, stare nel villaggio olimpico con tutti gli atleti provenienti da sport diversi.

Inoltre si terranno in Russia, e voi vi allenate in quella nazione già da un anno. Nicole, so che tu stai studiando il russo, pensi che sarà quasi come gareggiare in casa per voi?

Nicole: Sì, sto studiando il russo. Lo capisco molto ma lo parlo poco.

Matteo: Scrive anche molto bene in russo, se devo dire la verità...

Nicole: Mi piace molto, vorrei impararlo bene; parlo già inglese e francese e mi piacerebbe aggiungere un'altra lingua.

Matteo, tu invece?

Matteo: io parlo l'italiano...bene, direi! Scherzi a parte, sono un po' indietro rispetto a Nicole ma adesso anche io so dire delle semplici frasi e domande.

Matteo ha prima menzionato l'inusuale programma di gare a Budapest: cosa ne pensate?

Nicole: Mi è dispiaciuto perché io ho i ricordi dei miei primi due europei fatti con Yannick, e finivamo il mercoledì. Ora invece siamo stati gli ultimi a finire. Abbiamo visto tutti gli atleti finire le gare nei giorni precedenti, tranquillizzarsi e rilassarsi...ma invece no, noi abbiamo dovuto soffrire fino alla fine! (ride)

È stato più difficile per voi la preparazione a questo gara o la gara stessa?

Nicole: Ci siamo allenati un pochino diversamente rispetto al solito: essendo il libero alla mattina, abbiamo cambiato l'ordine dei nostri programmi durante la giornata di allenamento. Di solito lavoriamo sullo Short la mattina e sul libero la sera. Prima di questa gara abbiamo invertito questi allenamenti. Ma per il resto non è cambiato molto.

Matteo: Siamo anche fortunati perché in Russia siamo tre ore avanti con il fuso orario, e in questo siamo avvantaggiati perché è come se oggi avessimo pattinato all'una mezza. Non è stato tanto pesante alla fine.

Tra i nazionali e gli europei avete apportato qualche modifica ai vostri programmi?

Matteo: No, la nostra intenzione è mantenere i programmi così come sono fino alle Olimpiadi, poi per i mondiali valuteremo se cambiare qualcosa. Probabilmente aggiungeremo transizioni perché i nostri Components hanno voci minori del 6 nelle transitions. Inoltre valuteremo se inserire posizioni diverse nei sollevamenti.

Quindi lavorerete ancora con Paola Mezzadri?

Matteo: Purtroppo no, non saremo in Italia ma in Russia tra Olimpiadi e mondiali. Verrà un ballerino in nostro aiuto per lavorare sulla postura della parte alta del corpo.

Con chi lavorate a San Pietroburgo, oltre che con Oleg Vassiliev?

Mattteo: Il nostro team è composto da Oleg Vassiliev come allenatore e Paola Mezzadri come coreografa. Pi abbiamo altre persone che ci aiutano. Quando siamo in Italia, al Forum, Cristina Mauri ci segue dal punto di vista tecnico. Facciamo anche alcune lezioni con Corrado Giordani, per la coreografia. Oleg è contento che noi collaboriamo con persone esterne, e anche noi siamo contenti di lavorare con altre persone che magari possono vedere dettagli che a lui, che ci vede tutti i giorni, possono sfuggire.

Adesso ci stiamo allenando nella pista Yubileyny, dove lavorano anche Tamara Moskvina e Alexei Mishin. È più vicina a casa nostra rispetto alla pista in cui ci allenavamo prima: adesso abitiamo a soli dieci minuti di autobus dalla pista. La prima sessione di allenamento è subito dopo pranzo e la seconda verso le 17.00 o le 18.00. Di solito ci allenavamo all'Accademia di San Pietroburgo, ma era lontano, ci mettevamo cinquanta minuti ad arrivare lì e l'intervallo tra le due sessioni di allenamento era maggiore, quindi era tutto più stancante per noi. Spero che continueremo ad allenarci a Yubileyny e spero che continueremo a lavorare così.

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