Chiara Costazza: "L'addio alle gare è stata una scelta difficile"

Chiara Costazza appende gli sci al chiodo
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Chiara Costazza: "L'addio alle gare è stata una scelta difficile"

Chiara Costazza, ex slalomista della squadra azzurra, ha raccontato a Naveitalia, dopo il ritiro dal circo bianco, la sua carriera in Coppa del Mondo e i suoi progetti per il futuro.

Cosa ti ha spinto a decidere di smettere di gareggiare?

Non è stata una scelta facile, perché ero in una buona posizione nella classifica di specialità di Coppa del Mondo e stavo sciando bene. Però ultimamente non sono riuscita a fare quel qualcosina in più riguardo ai risultati, non sono riuscita a migliorarmi, per questo ho deciso di provare a fare qualcos’altro. Vorrei vedere che cosa c’è al di fuori della vita da atleta.  Ho anche qualche acciacco fisico e la carta d’identità non è proprio a mio favore, sono tra le atlete più vecchie del circuito. Nonostante io abbia ancora tanta voglia di sciare, ho scelto di cambiare vita.

La vittoria nello slalom di Lienz del 2007. Che ricordi hai di quel giorno?

Sono dei ricordi indelebili. Purtroppo è stata la mia unica vittoria, ma rimarrà sempre nel mio cuore. In realtà tutto quello che mi ha dato lo sci mi rimarrà nel cuore perché ho avuto tantissime gioie, ma anche sofferenze. Sarà sicuramente un capitolo della mia vita che ricorderò con tanto amore.
Scio da quando sono piccola, è sempre stato il mio sogno arrivare in Nazionale e gareggiare in Coppa del Mondo. Sono sempre stata determinata nell’inseguire i miei sogni e conquistare una vittoria è stata una delle più grandi soddisfazioni che abbia mai raggiunto fino ad adesso.

Per una stagione sei stata fuori dalle competizioni a causa della lesione al tendine d’Achille. Come hai vissuto l’infortunio?

Purtroppo ho avuto un sacco di problemi legati all’infortunio che mi hanno penalizzato anche nei tre anni successivi. Sono stata fuori una stagione, ma quando sono rientrata ho sempre avuto un sacco di problemi fisici legati al tendine. Non ho avuto un recupero veloce, perché ci sono state un sacco di complicazioni. Un infortunio per un atleta è penalizzante, è difficile ritrovare la giusta confidenza sugli sci e sui diversi tipi di neve, soprattutto quando c’è scarsa visibilità. È difficile per un atleta rientrare ad alti livelli. Io non sono più riuscita a fare grandi risultati, ma sono riuscita a riprendermi il posto nelle prime 15 della classifica e per me è stata una soddisfazione.

Dopo la vittoria a Lienz e il terzo posto, sempre nel 2007, a Reiteralm, non sei più riuscita a salire sul podio. Qual è stato il motivo secondo te?

L’infortunio al tendine d’Achille mi ha fatto stare ferma per tanto tempo e ho avuto un sacco di problemi. Dal punto di vista fisico sono rimasta sempre un pochino più indietro e anche nella testa non si ha più quella scioltezza e sicurezza di buttarsi al 100%. Un po’ mi ha penalizzata per i risultati.

C’è un sogno nel cassetto che non sei riuscita a coronare?

Sicuramente l’aspirazione di qualsiasi atleta è vincere una medaglia, che sia olimpica o mondiale. Non ci sono mai riuscita ed è stato sempre uno dei miei obiettivi. Però ho avuto la fortuna di partecipare a quattro Giochi Olimpici e a cinque Mondiali. Per me è stata una carriera da coronare.

Se tornassi indietro cambieresti qualcosa della tua carriera?

No, non cambierei nulla. Ovvio che senza infortuni la vita sarebbe più facile, ma ogni atleta ha il suo percorso, trova momenti negativi che poi sono ripagati da quelli positivi. Non cambierei nulla, sono contenta e soddisfatta così.

Nello slalom femminile si fa fatica a trovare atlete giovani, seppur quest’anno si sia inserita Lara Della Mea. Qual è il motivo secondo te?

Alcune ragazze stanno crescendo. Lo slalom è una specialità molto difficile. Bisogna allenarsi tantissimo, fare tanti passaggi nei pali. Richiede molto tempo e tanta energia, perché alla fine essendo una specialità molto rapida e veloce bisogna essere pronti a qualsiasi cosa. È facile sbagliare e uscire. I risultati sono più difficili da ottenere. Come ho detto prima, penso che ci siano giovani che stanno crescendo quindi confidiamo in uno slalom femminile migliore.

In tutti questi anni di carriera, chi è stata secondo te la slalomista più forte?

Marlies Shild rimarrà sempre la mia atleta preferita e la mia atleta di riferimento. Adesso c’è Mikaela Shiffrin che è un fenomeno, un talento naturale, non si sa come fa a stravincere tutto. Lei attualmente è la numero 1. Ci sono anche tante ragazze che non vincono tutte le gare, ma che sono sempre lì davanti.

Che progetti hai per il futuro?

Mi piacerebbe non staccarmi completamente da questo mondo, vorrei trasmettere qualcosa ai più giovani. Quindi mi piacerebbe fare un’esperienza come allenatrice, anche se adesso devo prima rendermi conto che è finita la mia vita da atleta.

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