Si muove qualcosa nel caso legato alla giovane della nazionale: il consigliere Ernesto Carbone ha depositato un atto importante sulle mancanze delle indagini svolte dalla Procura di Bolzano.
Martedì 26 Novembre, 08:10
Il consigliere del Csm, Ernesto Carbone, ha depositato una richiesta per l'apertura di una pratica, allo scopo di fare chiarezza sulla completezza delle indagini svolte dalla Procura di Bolzano in merito all'incidente che è costato la vita, lo scorso 28 ottobre sulle nevi della Val Senales, a Marilde Lorenzi.
E' questa la notizia delle ultime ore che potrebbe fare entrare un velo di luce su un caso, quello della campionessa italiana di super-g, che lo stesso Paolo De Chiesa in primis aveva definito “chiuso troppo in fretta, senza neppure effettuare l'autopsia”.
Il Consiglio della Magistratura, quindi, si è mosso per “accertare eventuali profili di responsabilità in capo ai magistrati titolari delle indagini”, ovvero la Procura di Bolzano che, secondo quanto relazionato da Carbone, “ha provveduto a chiudere le indagini in modo sbrigativo, nel giro di poche ore, non ravvisando alcuna responsabilità penale nella vicenda, che, invece, presenta numerosi aspetti poco chiari.
Le indagini sono state chiuse sulla base di un rapporto dei carabinieri nel quale si dichiara che la pista era dotata di protezioni: tuttavia, da fotografie scattate dall'alto immediatamente dopo l'incidente, è facilmente riscontrabile che, nel luogo in cui la sciatrice si trovava adagiata nel dirupo a seguito della caduta, mancavano reti di protezione a dividere la pista di allenamento dal fuori pista non battuto”.
E ancora: “Va segnalato che tra le porte più esterne e il bordo pista la distanza era minima e che le condizioni di sicurezza erano del tutto inadeguate per l'allenamento degli atleti. Perché la Procura non ha condotto alcun accertamento in merito a responsabilità legate alla posizione e alle caratteristiche del tracciato sul quale gli atleti si stavano allenando? Inoltre, sul corpo della ragazza non è stata eseguita I'autopsia, per indagare su quali siano state le cause del decesso e non è stato accertato se Matilde sia morta a causa della caduta sulla pista, oppure per la caduta dopo il conseguente volo fuori pista”.
Il consigliere Ernesto Carbone ha chiuso parlando degli impianti, “che non sono stati chiusi con la pista sotto sequestro, al fine di espletare le indagini del caso e per la messa in sicurezza, ma è stata lasciata aperta e fruibile agli sciatori, col pericolo che potessero verificarsi altri incidenti”.
In Val Senales, lo ricordiamo, gli allenamenti delle nazionali sono proseguiti nelle settimane successive alla tragedia di Matilde.
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