E’ stata lei stessa a esprimere la sua incredulità guardando il suo tempo per almeno mezzo minuto se non di più senza avere reazioni. Invece è tutto vero: la medaglia d’oro del superG olimpico di Jeongseon è Ester Ledecká, due volte campionessa del mondo di parallelo, una in gigante e una in slalom, dello snowboard.
E’ difficile per noi scrivere il resoconto di questa gara che è stata probabilmente la più emozionante e irreale della storia dello sci alpino femminile per il numero incredibile di campionesse presenti in pista, comprese le nostre, per i distacchi ridottissimi e per il colpo di scena finale. Ci vorrebbe un libro per raccontarla, dobbiamo limitarci a dire che la fuoriclasse ceca della tavola, ma adesso anche degli sci, col numero 26 ha beffato per un solo centesimo l’austriaca Anna Veith, che stava già festeggiando, impedendole di diventare la prima a vincere due superG olimpici consecutivi, uno da signorina Fenninger e uno da sposata. C’è chi dice che Ester è stata favorita dal vento: potrebbe essere ma nessuna di quelle che partivano prima o dopo di lei, e che sono delle specialiste, le si sono avvicinate e quindi non ce la sentiamo di dirlo.
Resta il fatto che Ledecká aveva come miglior risultato in Coppa del Mondo un settimo posto in discesa lo scorso dicembre a Lake Louise e in superG due diciannovesimi posti la passata stagione sempre a Lake Louise e a Garmisch-Partenkirchen ma oggi, su una pista che evidentemente lo permetteva, ha fatto valere la sua capacità innata di far correre non solo la tavola ma anche gli sci. Le uniche due medagliate olimpiche nello sci alpino della Repubblica Ceca erano Olga Charvátová, bronzo in discesa nel 1984 quando ancora c’era la Cecoslovacchia, e Šárka Záhrobská, bronzo in slalom nel 2010. Anche per questo Ester entra di diritto nella storia delle Olimpiadi e ora, nel gigante parallelo che avrà le qualificazioni giovedì e le fasi finali sabato, ha la possibilità di essere la prima donna a vincere l’oro in due sport diversi nella stessa Olimpiade invernale.
Grandissima beffa ovviamente per Anna Veith e per l'Austria che aveva vinto gli ultimi tre superG femminili a cinque cerchi ma la gara di oggi segna ufficialmente la resurrezione della 28enne del Salisburghese, comunque già vincitrice due mesi esatti fa in Val d'Isère nella specialità, alla faccia di alcuni presunti esperti che la davano già per finita dopo le operazioni alle ginocchia delle due stagioni passate, il suo argento vale comunque un oro, e non ci va molto lontano anche il bronzo di Tina Weirather, terza a 11 centesimi, la portacolori del Liechtenstein aveva partecipato ai Giochi di Torino 2006 a 16 anni e poi ha dovuto aspettare fino al gigante dell’altro ieri per disputare un’altra gara a cinque cerchi a causa di tutti gli infortuni che le sono capitati, nel caso di Sochi anche all’immediata vigilia di scendere in pista.
Quella che deve subire la beffa più grande è Lara Gut, la svizzera non solo continua a non vincere un oro tra Olimpiadi e Mondiali ma si è piazzata quarta a un centesimo da Tina e stavolta ha ragione di piangere di rabbia perché già a Sochi era stata quarta a 7 centesimi dal bronzo. La migliore delle azzurre è stata Hanna Schnarf, quinta, ma anche per lei c’è il rammarico di essere arrivata a soli 5 centesimi dal bronzo. Ma coloro che hanno buttato via la vittoria sono Lindsey Vonn, sesta a 38 centesimi per un gravissimo errore all’ultima curva difficile, e Sofia Goggia, undicesima a 54 a causa di una sanguinosa goggiata su un salto nella parte centrale, probabilmente la statunitense e la bergamasca sarebbero state oro e argento. Ex-aequo con Lindsey si è piazzata una Federica Brignone che ha fatto tutto quello che poteva e probabilmente anche di più su una pista non adatta alle sue caratteristiche.
Ottava è l’austriaca Cornelia Hütter, nona la svizzera Michelle Gisin, scorrevole come nessuna nella parte alta ma molto in difficoltà quando c’era da curvare, esattamente il contrario della tedesca Viktoria Rebensburg, decima. Dodicesima la quarta azzurra, Nadia Fanchini: quattro nelle prime dodici è una prestazione collettiva bellissima della nostra squadra, speriamo che con meno errori e con più fortuna la medaglia possa arrivare mercoledì in discesa. Tredicesima la norvegese Ragnhild Mowinckel, la più in forma del Circo Rosa, staccata di soli 89 centesimi da Ledecká: qualcosa che raramente si è visto, il che la dice lunga, pur su una pista non difficile, sul livello stratosferico di questa gara e dello sci alpino femminile in generale, specialmente in superG dove nessuna in questa stagione ha vinto più di una volta, con buona pace di tutti coloro che continuano a sminuirlo solo perché non sono le loro pupille a vincere. O forse solo perché sono donne.
Super-G Femminile PyeongChang (KOR)
Sci alpino femminile
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