La versione di Lara dopo le mille polemiche: "Ero semplicemente esausta, rischiavo di farmi male"

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La versione di Lara dopo le mille polemiche: "Ero semplicemente esausta, rischiavo di farmi male"

Gut-Behrami ha raccontato, in un'intervista rilasciata ieri sera alla Domenica Sportiva della RSI, quanto successo ieri con la rinuncia in avvio del gigante di Lenzerheide.

Un peccato chiudere una stagione meravigliosa, la migliore della carriera per Lara Gut-behrami, senza il sorriso sul podio della classifica generale conclusa al 2° posto, alle spalle di Petra Vlhova e davanti alla connazionale Michelle Gisin, dopo aver vinto la sua terza Coppa del Mondo di super-g, letteralmente dominata con quattro successi in sei gare (ai quali ha aggiunto i due in discesa a Passo San Pellegrino per un totale di sei sigilli), e i 2 splendidi titoli mondiali di Cortina tra super-g e gigante, oltre al bronzo in discesa.

Alla fuoriclasse ticinese non è andata giù la conclusione della stagione con le finali mozzate, senza le due gare veloci che avrebbero potuto riportare Lara in piena corsa per il “coppone” nel duello con Vlhova, e il clamoroso abbandono alla terza porta del gigante di ieri a Lenzerheide ha scatenato subito una serie di voci e polemiche, considerato che già nel pre gara Gut-Behrami aveva fatto intendere che qualcosa sarebbe successo.

Si è parlato di protesta nei confronti della FIS per le ultime cancellazioni e un calendario che la stella svizzera aveva già criticato nei giorni precedenti, ma dopo aver lasciato immediatamente il parterre (con un comunicato di Swiss-Ski a provare a spegnere l'incendio, parlando di semplice stanchezza dell'atleta), per poi tornare per le premiazioni finali del pomeriggio che ha chiuso la stagione, la bi campionessa del mondo ha voluto chiarire il suo punto di vista.

Nell'intervista rilasciata domenica sera al giornalista Giampaolo Giannoni, nel corso della “Domenica Sportiva” della RSI, Lara Gut-behrami ha spiegato: “Semplicemente ero finita, stamattina (ieri, ndr) ho fatto di tutto per riuscire a sciare e tirare fuori l'ultimo briciolo di energia. Di solito il clic finale te lo dà l'adrenalina della gara, ma invece del clic ho avuto il campanello d'allarme che mi diceva che rischiavo di farmi male.

Perché la pista era difficile, uno dei giganti più complicati della stagione, e non ne avevo più. E visto che l'ultima volta che ho forzato nonostante i campanelli mi sono fatta male, ho preferito fermarmi. Anche al via del gigante dei Mondiali ero esausta come in questo caso, ma quel giorno l'adrenalina mi ha dato la forza per vincere la medaglia d'oro.

Io vorrei sempre fare del mio meglio, ma se non scio come voglio da cima a fondo mi arrabbio. E' difficile essere lucidi a fine stagione e il lavoro a livello mentale è fondamentale. Io ho avuto la fortuna di avere un mental coach in casa, perché mio papà, col suo modo di porsi e il suo modo di parlarmi, ha fatto quello che viene descritto in tanti libri di psicologia. Il pensare positivo ti porta a convincerti che puoi fare le cose, non è un negare i problemi”.

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