La fuoriclasse statunitense impegnata sulle nevi austriache, per un lavoro primaverile fondamentale dopo averlo perso completamente nel 2020. Ne ha parlato al New York Times.
Giovedì 1 Aprile 2021
La vittoria numero 70 in Coppa del Mondo non è arrivata, ma la chiusura di stagione per Mikaela Shiffrin è stata comunque di alto livello, con tre secondi posti consecutivi tra lo slalom bis di Are, la stessa gara tra i pali stretti di Lenzerheide e il gigante del giorno successivo sempre alle finali.
Sul bilancio complessivo di un'annata da considerare di rientro per la 26enne tre volte vincitrice della sfera di cristallo assoluta, ne ha già parlato lei stessa abbondantemente e la soddisfazione è comunque evidente, considerate anche le quattro medaglie ai Mondiali di Cortina, “anche se in coppa i risultati non sono stati gli stessi degli anni precedenti”.
Parlando a Bill Pennington del New York Times, Mikaela ha confermato di sentirsi “orgogliosa guardando indietro e non sapendo neanche se ci sarebbe stata una stagione di Coppa del Mondo, senza considerare che mi sono anche infortunata alla schiena ad ottobre”. C'è tanta voglia di guardare avanti in casa Shiffrin, lo dimostra il fatto che la fuoriclasse statunitense sia riuscita ad organizzare con Atomic una serie di test sulle nevi di Kuehtai, trovando anche il tempo per i classici shooting fotografici di fine stagione, nel caso specifico da ambassador di Longines.
Ed è un lavoro determinante anche per una campionessa infinita come lei, visto che le settimane di sci perse nel 2020, praticamente per buona parte del periodo tra la primavera e l'autunno seguente, si sono fatte sentire eccome nel corso dell'ultimo inverno di gare. “Sono motivata per riempire i pezzi mancati in questa stagione e... riaverli indietro – ha aggiunto Mikaela – L'aspetto molto buono è poter contare su una squadra di qualità e profondità anche nelle discipline tecniche, come mai prima d'ora”. Da Paula Moltzan a Nina O'Brien, in effetti, gli Stati Uniti hanno portato a casa risultati anche con atlete che non si chiamassero Mikaela Shiffrin, per non parlare di Breezy Johnson nella velocità e nonostante gli infortuni di McKennis Duran e Wiles su tutte.
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