Emanuele Buzzi: "Mi piacerebbe salire per la prima volta sul podio a Wengen, la pista dove mi sono infortunato..."

Emanuele Buzzi vuole già correre forte sui suoi sci: 'Pronto a crescere ancora dopo l'infortunio'
Sci AlpinoINTERVISTA

Emanuele Buzzi: "Mi piacerebbe salire per la prima volta sul podio a Wengen, la pista dove mi sono infortunato..."

Emanuele Buzzi, giovane velocista della squadra azzurra, colse la scorsa stagione il suo miglior risultato della carriera con il sesto posto nella discesa libera di Wengen. Quello stesso giorno, però, il sappadino si infortunò al traguardo procurandosi la frattura del piatto tibiale della gamba destra e concludendo anzitempo la stagione di Coppa del Mondo. Obiettivi, sogni, stati d’animo. Ecco cosa Emanuele ha raccontato a Neveitalia.

Quest’estate sei tornato sugli sci dopo l’infortunio al piatto tibiale della gamba destra. Come ti senti?

Ho recuperato bene. Sono riuscito a tornare sugli sci già a luglio e quindi ho avuto la possibilità di fare tutta la preparazione, soprattutto sugli sci. Sono stato un mese in Argentina dove sono sempre riuscito sia a sciare che a fare allenamento atletico. Sono molto contento.  A Ushuaia gli allenamenti sono andati bene anche se abbiamo avuto un po’ di problemi con il meteo. Spesso ha nevicato, però sono contento della mole di lavoro che sono riuscito a fare. Non mi sono mai dovuto fermare per dolori. Mi sento bene, ho delle belle sensazioni. In certi passaggi più difficili manca un po’ la fiducia che mentalmente si perde, però c'è ancora un po’ di tempo prima dell'inizio delle gare di velocità, quindi sono molto fiducioso.

Ti sei infortunato durante la discesa libera di Wengen, la pista dove hai ottenuto anche il tuo miglior risultato della carriera. Come ti sei sentito quel giorno?

È stato un pomeriggio abbastanza difficile. Un alternarsi di emozioni molto contrastanti. Ero contento dell’ottimo risultato, però nello stesso tempo era finita la mia stagione. Con quel risultato credo che avrei ottenuto anche la qualificazione per i Mondiali di Are. C’era molta amarezza. Fu un pomeriggio particolare dove cercavo di capire a cosa dovevo dare più peso. Alla fine ho colto il bel risultato e mi sono armato di pazienza per ritornare in gara con una spinta in più.

Hai la fortuna di avere in squadra atleti di altissimo livello come Dominik Paris, Christof Innerhofer e Peter Fill. Che rapporto hai con loro?

Con loro mi sono trovato bene sin da subito. Sono ormai 4 anni che lavoriamo insieme. Averli in squadra è una grandissima opportunità che ho cercato di sfruttare al massimo cercando di emularli, di rubare quelle cose che hanno in più vista la loro esperienza e il loro livello altissimo. Mi hanno sempre dato una grande motivazione, mi danno consigli, mi insegnano. Mi hanno sempre aiutato quando ne avevo bisogno.

Chi ti aiuta di più dei tre?

Condivido la camera con Peter Fill, quindi ci confrontiamo molto. Anche con Dominik Paris mi trovo bene. Mi consiglia molto su come affrontare certe gare.

Quando sei al cancelletto di partenza, senti la pressione?

Sono convinto che un po’ di pressione faccia bene. A me, personalmente, aiuta a concentrami. Man mano che si fanno sempre più  gare di Coppa del Mondo, riesci ad imparare a gestirla. Sicuramente i primi anni avevo più pressione. Adesso mi aiuta per cercare di dare il massimo in una gara.

Pochi giorni fa hai fatto una festa con il tuo fan club. Quanto è importante nelle gare il supporto dei tifosi e del tuo paese?

L’ho sempre ritenuto molto importante. Sono cresciuto in un paesino, Sappada, dove lo sport è molto sentito. È un paese di 1300 persone, quindi ci conosciamo tutti. Ed è un paese molto attento ai risultati nello sport. Fa sempre piacere sapere che la gente ti segue, che è contenta, che è orgogliosa di me che porto il nome di Sappada in giro per il mondo. Oltretutto il mio fan club è gestito da Stefano che è un mio compagno di sci sin da quando eravamo bambini. È molto bello vedere che amici e persone care mi riescano a seguire anche sotto questo punto di vista.

C’è una pista in particolare dove sogni di fare il primo podio in Coppa del Mondo?

Quella di Wengen è una pista che mi piace molto e dove spero di raccogliere ottimi risultati.

Sei il nipote di Bruno De Zordo, ex atleta del salto con gli sci  che negli anni ‘60 partecipò alle Olimpiadi. La sua figura è stata  uno stimolo per te per arrivare a livelli alti?

Purtroppo mio nonno è mancato 15 anni fa. Mi ha visto da bambino, sicuramente mi ha avvicinato allo sport come anche i miei genitori che sono stati due sportivi agonisti. Purtroppo non sono riuscito ad avere la sua spinta,  ma sono sicuro che sarebbe stato molto felice di quello che sono riuscito a fare.

Che obiettivi ti poni in questa stagione?

La cosa più importante è la costanza nei risultati, quindi riuscire ad essere competitivo ad ogni gara perché così facendo, se una giornata gira nel miglior modo possibile e tante cose vanno dalla tua parte, può uscire fuori un grande risultato. L’obiettivo è migliorare gara dopo gara, salire il più possibile nella classifica, guadagnarmi le finali e provare la pista di Cortina che nei prossimi anni sarà importante.

Quando eri piccolo chi era il tuo campione preferito?

Bode Miller.

Sei un atleta giovane, cosa ti aspetti dalla tua carriera?

Il mio obiettivo è migliorare anno dopo anno. Si punta sempre in alto. Per i risultati vedremo…

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