Paris e Svindal, che spettacolo a Trento. Domme: "Non garantisco per i Giochi 2026, ma finchè mi diverto..."

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Paris e Svindal, che spettacolo a Trento. Domme: "Non garantisco per i Giochi 2026, ma finchè mi diverto..."

I due assi della velocità ospiti assieme al Festival dello Sport. Il norvegese ha raccontato una carriera meravigliosa, ripartendo dal drammatico infortunio di Beaver Creek. Il leader azzurro già pensa a Milano Cortina? Non ancora, ma quanti stimoli per la prossima stagione. E domenica gran finale con Compagnoni-Brignone e Vonn-Goggia.

Un incontro speciale, non una novità in assoluto per una rassegna come “Il Festival dello Sport” che già aveva ospitato due campioni straordinari come loro, ma a Trento è stato davvero particolare e interessante rivedere assieme Dominik Paris e Aksel Lund Svindal, riuniti all'Auditorium Santa Chiara per aprire la terza giornata dell'evento targato “La Gazzetta dello Sport”.

Una vita in discesa libera”, non poteva che chiamarsi in questo modo l'appuntamento tra due ex grandi rivali, uniti da sempre da un gran rapporto in pista e fuori, anche dopo che il fuoriclasse norvegese ha deciso di abbandonare l'agonismo, con quell'ultima magia d'argento nella discesa iridata di Are 2019. “Aksel c'era in occasione del mio primo podio nel 2011, a Chamonix (Domme fu 2° dietro a Cuche, Svindal chiuse 14°), e da allora ho creduto sempre più in me stesso cercando di migliorarmi ad ogni gara”, il primo racconto di Paris.

Svindal invece ha ricordato in particolare la prima esperienza fuori dalla Norvegia, proprio in Italia, a Folgaria: “Avevo 17 anni e pensavo di essere uno dei migliori e invece, arrivato da voi, ho trovato tanti atleti più grandi e preparati. Ho cominciato a capire che in discesa se non hai un certo tipo di paura, non arrivi in fondo perchè è la paura che ti spinge a fare il meglio. Se vuoi vincere devi correre il rischio, superare i tuoi limiti”.

Sul tema dei salti, Aksel non ha potuto che ricordare quanto successo a Beaver Creek nel 2007, quando rischiò di morire sulla Birds of Prey, cadendo per una folata di vento sul Golden Eagle. “Avevo 24 anni (e appena vinto nella precedente stagione la Coppa del Mondo e due titoli iridati ad Are, ndr) e ho pensato di smettere, perché avevo subito un infortunio davvero grave. Basti pensare che prima di quel giorno pesavo 105 chili, uscito dall'ospedale ero sceso a 83 e ho dovuto riprendere tutto da capo partendo dalla ripresa fisica, ma soprattutto da quella psicologica”.

Domme” si è preparato sino a pochi giorni fa a Ushuaia e si è mostrato fiducioso per la stagione 2022/23, nella quale andare all'assalto del primo titolo mondiale di discesa, nella rassegna iridata di Courchevel Méribel (e del sogno di quella prima sfera di cristallo nella disciplina regina, sempre e solo sfiorata...). “Andrò avanti sin quando avrò passione e mi divertirò, mi sento ancora voglioso di crescere e di essere creativo. I Giochi di Milano Cortina? Non so quanto andrò avanti e non garantisco se sarò nel 2026 a Bormio (dove andranno in scena le gare maschili).

Il divertimento è la cosa fondamentale: bisogna sentire la voglia di buttarsi in curva, di sentire la velocità. Passione e divertimento: è il messaggio più bello da consegnare ai giovani”.

Mentre nel pomeriggio odierno le discipline invernali sono state ancora protagoniste al Festival dello Sport con Nadir Maguet, il “mago” dello skyrunning, e con Arianna Fontana che si è raccontata assieme al marito allenatore Anthony Lobello, domenica il gran finale con lo sci alpino ancora protagonista assoluto.

Alle ore 10.00, di nuovo all'Auditorium Santa Chiara, ecco “L'arte di sciare” con Deborah Compagnoni e Federica Brignone, mentre alle 17.00 chiuderanno i giochi, nel vero senso della parole, Lindsey Vonn e Sofia Goggia. “Ad alta velocità” con le due dominatrici della discesa libera negli ultimi anni, andrà in scena al Teatro Sociale di Trento (anche in questo caso con ingresso gratuito sino ad esaurimento posti).

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