Certificata la leggenda della squadra olandese di pattinaggio di velocità a Sochi 2014, rimangono più soltanto i sigilli conclusivi per entrare negli annali olimpici. Lo scopo del Team Pursuit, ultima prova del programma olimpico potrebbe essere considerata come la classica ciliegina sulla torta di un’Olimpiade a monotinta arancione. La via per arrivare all’en plein a squadre è ben più che lanciata. Così sia l’inseguimento a squadre donne sia quello uomini vanno avanti senza problemi nel cammino verso l’assegnazione dei titoli (domani dalle 14:30 italiane). I maschi (Kramer, Verweij e Blokhuijsen) si qualificano alla finale A per l’assegnazione dell’oro: se la vedranno contro i vicecampioni mondiali della Corea. Le ragazze, invece, si guadagnano la semifinale (in programma domani, con la finale) facendo però qualcosa in più: ter Mors, van Beek e Wüst passano il turno abbattendo anche il vecchio record olimpico. Premesse che confermano i valori sul ghiaccio mostrati nelle ultime, magiche, due settimane.
Gli uomini olandesi avanzano con una squadra da far impallidire la concorrenza verso un oro che potrebbero solo perdere solo per avvenimenti eccezionali. Sven Kramer, Koen Verweij e Jan Blokhuijsen (insieme hanno raccolto ben quattro medaglie ai Giochi 2014) hanno la meglio in semifinale sulla malcapitata Polonia. Prevedibile il dominio olandese contro il team bronzo agli ultimi Mondiali, con lo “stoico” Bródka in formazione: ovvero l’unico ad aver conquistato un oro all’Adler Arena, non di nazionalità olandese, nei 1500 metri. Non è bastato avere il campione olimpico, perché il trio oranje ha letteralmente dominato negli 8 giri dell’ovale olimpico. È sembrato tremendamente facile realizzare il 3’40’’79 che gli ha quasi consentito di doppiare il team polacco, che ha chiuso 11’’29 dai vincitori. Una gara senza nessuna storia, mai in bilico, fatta letteralmente a fette dagli olandesi, sempre capaci di girare tra i 26 e i 27 secondi a giro.
Nell’altra semifinale, ci si aspettava l’equilibrio. E così è andata. Tra Corea e Canada, la spuntano gli asiatici. Ma per oltre metà gara, il Canada di Denny Morrison ha accarezzato la seconda finale consecutiva dopo l’oro a Vancouver 2010. Poi, a quattro tornate dalla fine, la Corea si è piazzata davanti fino al tempo di chiusura di 3’42’’32. Joo Hyong-Jun, Kim Cheol-Min e Lee Seung-Hon saranno gli anti-Olanda nell’ultimo atto. E a giudicare dal tempo ottenuto (3’42’’32), pare il giusto epilogo, tra valori che (nei limiti delle previsioni) sembrerebbero equivalersi.
In precedenza, i quarti di finale maschili erano iniziati rispettando i pronostici. Nel remake della finale olimpica del 2010, il Canada aveva fatto il suo, eliminando una vittima illustre: gli Usa. Il terzetto composto da Giroux, Makowski e Morrison (lo stesso Team dell’ultimo oro olimpico) aveva battuto gli Stati Uniti sin dallo start. I canadesi danno l’ennesimo dispiacere agli americani, mai in grado di piazzare un atleta sul podio di Sochi 2014 nello speed skating e grande delusa dell’Olimpiade. Il Canada supera senza troppe difficoltà il turno finendo la prova in 3’43’’30. Ma la notizia sensazionale è un’altra: per la prima volta in carriera, la stella statunitense Shani Davis è costretto a chiudere un’Olimpiade invernale senza una medaglia al collo.
La Corea del Sud finalista, aveva in precedenza già fatto intuire di poter recitare un ruolo di prima parte. Gli asiatici avevano infatti mancato il record olimpico per meno di un secondo. Il terzetto Joo, Kim e Lee ha concluso il quarto di finale contro la Russia in 3’40’’84: crono rivelatosi molto vicino al migliore di giornata dell’Olanda.
Il quarto più equilibrato è stato quello che ha visto misurarsi Polonia e Norvegia. Incertezza rotta con il Sorpasso polacco al terz’ultimo giro, ma dopo che i nordici avevano condotto la gara senza però accumulare un margine di sicurezza. Tempo ben al di sotto della prestazione fatta registrare in semifinale: 3’42’’78. I norvegesi hanno lottato, finendo a 41 centesimi, per un arrivo da brividi che ha tolto parecchie energie ai polacchi .
I fenomeni dei pattini Sven Kramer, Koen Verweij e Jan Blokhuijsen, campioni mondiali nel 2013 proprio all’Adler Arena, avevano sin dalla vigilia obiettivi importanti all’orizzonte: dare alla loro nazione il primo oro olimpico, confermarsi il team più forte del mondo e, possibilmente, stampare un crono da record. I quarti mettono subito in chiaro le possibilità oranje. Il formidabile terzetto olandese. “Basta” un 3’44’’88 per demolire la Francia (la squadra qualificatasi con l’ultimo tempo limite disponibile).
Nella gara femminile, assente la Germania (sempre prima nelle due precedenti Olimpiadi e clamorosamente fuori dopo le qualificazioni) le pattinatrici olandesi avevano la stessa “mission” dei colleghi uomini. Anche la squadra oranje sono chiamate a consolidare un dominio mai baciato però dall’alloro olimpico (l’inseguimento a squadre è nel programma a cinque cerchi solo da Torino 2006). Anche in questo caso, la marcia verso il titolo sembra davvero dall’esito scontato.
Oggi, a differenza degli uomini, erano in programma solo i quarti di finale. Subito le russe esaltano il deluso (per il ko maschile) pubblico di casa, prendendosi una semifinale dopo aver superato le primatiste mondiali e olimpiche del Canada, con una squadra ormai sul viale del tramonto. Il terzetto casalingo subisce i primi cinque giri canadesi, accumulando uno svantaggio sopra il secondo. Graf, Lobisheva e Skokova ribaltano i valori, complice anche il disunirsi di Christine Nesbitt e compagne, e precedono le rivali di 53 centesimi. Tempo finale della Russia, 3’01’’53.
La Polonia elimina la Norvegia, proprio come accaduto nel quarto di finale maschile. Stavolta, però, le donne non danno nessuna possibilità alle rivali. Le norvegesi chiudono staccate di 3 secondi dal terzetto polacco (Bachleda – Curus, Czerwonka, Zlotkowska), un trio candidato alle medaglie, perché già capace di salire sul podio in Coppa del Mondo per due volte su tre in stagione. Nella terza semifinale il Giappone ha la meglio sulla Corea piuttosto agevolmente in 3’03’’99.
L’ultimo quarto in tabellone era l’affascinante sfida Stati Uniti-Olanda. dopo l’eliminazione degli uomini Usa, poteva essere l’ultima occasione per le americane, anche loro all’asciutto di medaglie a Sochi. Impresa eccessiva , perché le nordamericane si sono trovate a sfidare in pista il podio intero dei 1500 di pochi giorni fa: Jorien Ter Mors (impegnata da lì a poche due ore nei quarti di finale dei 1000 metri, ma di short track!), Lotte van Beek e Ireen Wüst. Vinceranno in scioltezza col tempo stratosferico di 2’58’’61 e record olimpico (precedente 3'01"24 del Canada a Torino 2006). Un annuncio netto alle altre pretendenti: questa squadra, così come quella maschile, è quasi imbattibile.
Consulta qui i risultati ufficiali completi.
Domani, dunque, l’Adler Arena e i Giochi 2014 vedranno l’assegnazione delle ultime medaglie dello speed skating. In ordine si partirà con le semifinali donne (Giappone-Olanda e Russia-Polonia) e le finali per le maschili (Olanda-Corea per l’oro e Canada-Polonia per il bronzo). A chiudere, le gare per le medaglie femminili.
BOLLETTINO NEVE
LOCALITÀ | I.APERTI | H. Min/Max |
---|---|---|
Breuil-Cervinia | 6/15 | 45-120 cm |
Ghiacciaio Val Senales | 2/11 | 20-50 cm |
Saas-Fee | / | 0-0 cm |
Ghiacciaio Presena | 0/30 | 0-10 cm |
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