Abrogato l'obbligo di demolizione al termine della “vita tecnica” degli impianti di risalita

Seceda stazione arrivo funivia
Turismo

Abrogato l'obbligo di demolizione al termine della “vita tecnica” degli impianti di risalita

Le società di gestione degli impianti incassano la prima vittoria della stagione 2015/2016. Da Roma giunge la notizia che il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Graziano Delrio, ha firmato l'atteso provvedimento che permette il superamento della normativa sulla vita tecnica degli impianti di risalita, adeguandola al resto d'Europa.

In base alla legge vigente sino ad ora, seggiovie, funivie, sciovie e skilift dovevano essere demoliti e sostituiti da nuovi impianti, alla scadenza predeterminata per legge, a prescindere dalle reali ed effettive condizioni di funzionalità e sicurezza dei singoli impianti.

Una norma, questa, resa obsoleta dai progressi tecnici, soprattutto in materia di sicurezza, e già superata da una normativa della Provincia Autonoma di Bolzano e nel resto d’Europa . Si trattava, quindi, di garantire a tutte le società le stesse condizioni, evitando distorsioni alla libera concorrenza e investimenti milionari in molti casi insostenibili senza un sostegno pubblico. Il concetto di "vita tecnica" era stato introdotto dalla normativa italiana 30 anni fa (D.M. del 2 gennaio 1985). Nel 2000 l’Unione Europea aveva varato una Direttiva per definire i requisiti di sicurezza obbligatori negli impianti a fune che trasportano persone. L’Italia aveva recepito la Direttiva nel 2003 (Decreto legislativo n. 210), eliminando la scadenza per gli impianti costruiti dopo tale data e dotati di marchio CE, ma mantenendolo per tutti quelli precedenti.   Con il nuovo decreto non esisterà più una scadenza prefissata ma ma potranno essere programmate revisioni e verifiche sulle reali condizioni di sicurezza, al fine di valutare se l'impianto sia ancora utilizzabile. Se un impianto è ancora sicuro e funzionante non dovrà più essere sostituito solo perché "scaduto".

«E’ il decreto che aspettavamo da anni – commenta Valeria Ghezzi, presidente nazionale di Anef, l’associazione che riunisce gli imprenditori funiviari riconosciuta e aderente a Confindustria – e per il quale abbiamo lavorato con costanza e determinazione. Non posso che esprimere grande soddisfazione e ringraziare il governo per l’attenzione dimostrata nei nostri confronti. Questo provvedimento, pur garantendo la massima sicurezza per gli utenti, eviterà di mettere in seria difficoltà numerose società di un comparto che, è bene ricordarlo, è essenziale allo sviluppo turistico della montagna. Stando alle statistiche europee, infatti, ogni euro di fatturato delle nostre società ne genera da cinque a sette nell’indotto (alberghi, ristoranti, scuole di sci, negozi), con effetti analoghi anche sull’occupazione: per ogni addetto degli impianti ve ne sono cinque nella filiera. Per noi è una vittoria, insomma, è un’iniezione di fiducia alla vigilia della nuova stagione che speriamo possa essere ricca di soddisfazioni».

Gli impianti a fune in Italia sono più di 400, con un giro d’affari che sfiora un miliardo di euro, circa il 10% del valore dell’intero “sistema neve italiano” che nella passata stagione è salito a 10,1 miliardi di euro, in crescita del+3,3% secondo le indagini di "Skipass Panorama Turismo".

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