Valeria Ghezzi, Presidente Anef: “Torneremo a sciare non appena la curva dei contagi sarà sotto controllo"

Coronavirus. In Valle d’Aosta gli impianti viaggeranno al 100% della portata oraria consentita
TurismoATTUALITÁ

Valeria Ghezzi, Presidente Anef: “Torneremo a sciare non appena la curva dei contagi sarà sotto controllo"

Valeria Ghezzi, Presidente dell'Anef, ha illustrato quali sono tutte le problematiche legate all'apertura degli impianti di risalita e all'avvio della stagione invernale 2020/2021.

La domanda che tutti gli appassionati di sci e di montagna si pongono in questo difficilissimo periodo che il Paese sta attraversando, a causa  della seconda ondata di coronavirus, è quando riapriranno gli impianti, ma soprattutto se la stagione invernale potrà avere inizio.

Oggi, il Presidente dell'Anef (Associazione Nazionale Esercenti Funiviari), Valeria Ghezzi, ha fatto il punto della situazione:" Con la curva  dei contagi in aumento e la situazione in cui si trova il Paese, si percepisce che c’è paura a voler dare il via libera allo sci come si percepisce che si sta cercando una soluzione  pur di limitare gli afflussi, gli accessi, le code. Code che, se ci basiamo sul distanziamento, saranno sempre più lunghe. E psicologicamente sappiamo che le code molto lunghe fanno impressione, vengono anche strumentalizzate dai media. Fa paura l’afflusso di gente. C’è quindi questa idea di ridurre la portata degli impianti, ma così facendo aumentiamo le code. Mentre, se aumentiamo la portata, abbreviamo le file ma c’è il discorso psicologico della paura di stare all’interno di una cabina dove non c’è distanziamento. Il protocollo è in fase di discussione. Sta passando tra la Conferenza delle Regioni e il Comitato Tecnico Scientifico, ma anche loro non nascondono che, in questa situazione, arrivare ad una quadra gestibile per noi è difficile. Oggi stimiamo la perdita della stagione invernale, ammesso che parta, tra il 50 e il 70%”.

"Gli impiantisti si sentono molto soli nella difficilissima scelta se fare o non fare la neve perché ci stiamo preparando anche su questo, non solo sulla sicurezza. Non siamo mai stati così felici che il freddo non sia ancora arrivato. Per noi fare neve significa andare a spendere circa 100 milioni di euro. Se il Governo ha già deciso che faremo il Natale a casa, sarebbe bene saperlo subito, prima di buttare via tutti questi soldi. Questo è il nostro grande dramma oggi e garantisco che non è facile venirne fuori. È una grande responsabilità. Ci rendiamo conto che se il primo giorno di freddo decidessimo di non fare neve, sarebbe una decisione che prenderemmo per tutti: albergatori, ristoranti, noleggi, maestri di sci. Se non aprissimo, tante attività andrebbero in difficoltà economica. Avrei preferito una chiusura totale e arrivare a Natale con un po’di tranquillità. E oggi non so se questa tranquillità per Natale l’abbiamo. Stiamo ipotizzando un’apertura intorno metà dicembre, ma abbiamo bisogno di un protocollo sostenibile (quello di settembre è stato ritenuto insufficiente con la situazione attuale) e che la curva del contagio inverta la tendenza. Solo questa inversione e lo svuotamento degli ospedali ci permetterà di aprire a Natale. Lo sci ha bisogno di ospedali che funzionano perchè ci possono essere incidenti sulle piste.  Non possiamo permetterci di andare in ospedali che sono al collasso.
Purtroppo in giro le regole non vengono rispettate, e se continuiamo cosi, la vedo difficile che si potrà tornare a scia
re”.

Sulla questione si è pronunciato anche Flavio Roda, Presidente della Fisi: “Abbiamo bisogno di ripartire non solo con lo sport agonistico, ma anche con il turismo, con tutte le stazioni, con gli amatori. Sarebbe un grande problema se ci fosse un’interruzione durante tutte la stagione invernale. Il mio auspicio è di fermare tutto in questo momento con la speranza di poter ripartire prima di Natale”.

© RIPRODUZIONE RISERVATA
650
Consensi sui social