Apparentemente come prima azienda del settore invernale e outdoor, Jack Wolfskin ha aderito al progetto "zero discharge of hazardous chemicals", ovvero l’impegno programmatico di raggiungere entro il 2020 la possibilità di produrre i propri capi eliminando completamente l'utilizzo di sostanze pericolose.
Questo progetto, avveniristico ma estremamente necessario, è nato due settimane dopo che un rapporto di Greenpeace (Dirty Laundry, estate 2011) ha evidenziato una contaminazione estrema delle acque cinesi dovuta ai rifiuti chimici delle compagnie tessili. A fronte di questo problema reso – finalmente, diremo noi – pubblico, un gruppo di aziende importanti si è consorziato per dare origine al progetto ZDHC, (Zero Discharge of Hazardous Chemicals): un programma che è diventato l’impegno, ormai anche etico, di affrontare la ricerca per un sistema produttivo privo di sostanze tossiche e inquinanti e quindi a "chimica verde".
La strada è lunga e complessa e ci vogliono energie globali, sia in termini di risorse umane che di risorse economiche: ecco che i gruppi consorziati cercano di coinvolgere altre aziende, in modo che l’unione possa generare più forza e che, attraverso l’innovazione e l’impegno, si riesca a produrre beni senza annullare i benefici del motivo per cui si produce. Noi stessi.
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