Sergio Anesi: “L’Italia della velocità è pronta per la sfida olimpica”

Sergio Anesi: “L’Italia della velocità è pronta per la sfida olimpica”
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Francesco A. Armillotta

Short Track

Sergio Anesi: “L’Italia della velocità è pronta per la sfida olimpica”

Il pattinaggio di velocità azzurro si appresta alla resa dei conti in chiave olimpica. Inaugura lo short track con le tappe di Coppa del Mondo valevoli come qualificazione a Sochi 2014, in avvio a Torino (7-10 novembre) e Kolomna (14-17 dello stesso mese), seguito a ruota dallo speed skating, in pista in Nord America (a Calgary e a Salt Lake City) negli stessi fine settimana.

Dalle due prove in pista corta si selezionerà la squadra per i Giochi in Russia. E le possibilità di arrivare a medaglia in Russia nello short track, sono più che mai concrete. Arianna Fontana è la stella della Nazionale. Lei che sul podio individuale ci è già salita a Vancouver 2010 (la prima medaglia di un singolo ai Giochi, in questa disciplina), sarà accompagnata (non dovrebbe essere difficile centrare la qualificazione) da delle compagne di staffetta molto competitive e giovani. Gli uomini, invece, sono un mix di esperienza e gioventù: in squadra ci sono Yuri Confortola, Nicola Rodigari ed Anthony Lobello, affiancati dai più giovani Tommaso Dotti e Davide Viscardi.

Per quanto concerne la pista lunga, invece, “l’ora X” scatterà nella nottata italiana di venerdì 8, quando inizierà la Coppa del Mondo di speed skating, a Calgary, in Canada. Da quel momento, i ragazzi del team azzurro cercheranno di centrare i tempi limite stabiliti dall’Isu per garantirsi i pass individuali e di staffette: avranno quattro tappe di Coppa per farlo, fino al prossimo dicembre. Tra questi, Andrea Giovannini è una delle carte migliori italiane, a medaglia nei 5000m agli ultimi Mondiali Juniores e al possibile debutto olimpico a 20 anni. Ma attenzione anche ai più esperti Luca Cignini e Mirko Giacomo Nenzi, con ottime probabilità di qualificazione. Tra le donne, invece, fari puntati sulle 22enni Francesca Lollobrigida e Francesca Brettone.

Tante speranze, alcune certezze soltanto da ufficializzare e grande concentrazione in vista delle qualificazioni per Sochi. Abbiamo chiesto a Sergio Anesi, responsabile del settore velocità della FISG, d’introdurre il prossimo mese che si preannuncia “caldissimo” per le squadre nazionali del ghiaccio italiano. Tante sfide attendono gli atleti tricolori, tra cui quella in casa, ma importante: l’Universiade in Trentino del prossimo dicembre, evento in cui Anesi è anche il Presidente del Comitato Organizzatore.

 

Sergio Anesi, il ghiaccio italiano si appresta a vivere dei mesi decisivi in prospettiva olimpica, sia in pista corta e sia in lunga. Balza all’occhio l’importanza e la forza nel gruppo dello short track, forse all’apice di un ciclo che potrebbe regalare delle grandi soddisfazioni. Quali sono le prospettive realistiche per questo team?

«I prossimi due impegni, a Torino e a Kolomna, saranno due appuntamenti in cui l’Italia si gioca una buona fetta dell’attività iniziata negli ultimi quattro anni di programmazione. In questo periodo abbiamo cercato di garantire una squadra agli allenatori che potesse essere nuovamente competitiva. Lo siamo stati in tutte le ultime occasioni olimpiche e credo che anche questa volta, a Sochi, ci presenteremo all’appuntamento consci della responsabilità che la Nazionale si porta sia nei confronti dello sport più in generale, ma ovviamente dello short track. Siamo consapevoli anche della forza che i ragazzi posseggono dentro di loro, al fine di poter competere con le altre grandi nazioni alla pari».

Prima, però, gli azzurri dovranno centrare la qualificazione in queste due settimane di gare in Coppa del Mondo.

«Sì, in funzione di ciò abbiamo seguito un percorso di avvicinamento a questi due eventi di Coppa del Mondo molto intenso e impegnativo, che ha visto i ragazzi davvero sollecitati per oltre 200 giorni nell’ultimo anno di allenamenti. Molti di questi giorni sono stati duri. Ma il risultato della preparazione ha portato i ragazzi ad essere molto motivati».

La spedizione azzurra potrebbe annoverare concretamente dieci ragazzi, ovvero il massimo consentito per nazione, alle Olimpiadi? È possibile centrare un obiettivo simile?

«Me lo auguro e, sia per quanto riguarda le staffette e sia per le gare individuali, ci potranno essere delle porte che si aprono. Questo potrebbe avvenire, consci di aver dato tutto il supporto necessario alla preparazione in allenamento. La Federazione ha fatto il possibile in materia di bilanci per seguire al meglio i ragazzi. E adesso è lo sport che deve garantire la massima attenzione a questo evento. I nostri ce la metteranno tutta, ne sono convinto, e se dovesse andare come ci auguriamo, speriamo di portare a Sochi dei ragazzi determinati e forti, che possano ambire a qualcosa oltre alla qualificazione da conquistare nelle prossime due prove di Coppa del Mondo. Ovviamente lo short track è una disciplina che alle volte necessità di una componente di fortuna per poter accompagnare i pattinatori verso il successo. Noi ci auguriamo che anche questa sia dalla nostra parte, ma siamo coscienti che dal punto di vista della preparazione sia stato fatto tutto ciò che era possibile per l’Italia. E con questa garanzia e auspicio ci avviciniamo all’evento di Torino fiduciosi affinché i nostri ragazzi raccolgano le soddisfazioni che meritano di avere».

 

Il discorso per il team azzurro della pista lunga, invece, è differente. Il gruppo è in una fase di ricambio generazionale. Sognare in grande per Sochi sembra meno lecito?

«Sì, ma il discorso è un po’diverso nella pista lunga. Anche se le basi sono simili e si poggiano sulla grande motivazione dei ragazzi del team italiano di speed skating. Hanno seguito un percorso, iniziato dopo l’uscita di scena di un vincente come Enrico Fabris. È stato avviata una via diversa con un’attenzione preminente verso i giovani. Sono giovanissimi coloro che parteciperanno alle prossime prove di qualificazione olimpica, alcuni di loro all’esordio in Coppa del Mondo. Proprio per questo li guarderemo con attenzione e speranza. Potrebbero risultare già sufficientemente freddi ed esperti per affrontare questa esperienza al meglio».

Sarà così difficile, vista la concorrenza agguerrita, portare il pattinaggio di velocità italiano a Sochi?

«Sono ottimista e conto che, vista la buona esperienza raccolta in campo internazionale nelle squadre giovanili, ci potrà essere qualche piacevole novità emergente. Certo, per loro sarà difficile misurarsi con i cosiddetti “mostri sacri” dello speed skating, come i canadesi, gli olandesi e i russi. Soprattutto questi ultimi, visto che giocheranno in casa a Sochi, saranno agguerriti. Noi italiani avremmo senz’altro delle difficoltà a qualificarci e, se questo dovesse avvenire, le cose all’Olimpiade saranno ancora più difficili. Credo però che l’impostazione della squadra attuale guardi di più a un “oltre Sochi 2014”: questo è estremamente importante. Certo però è che la più grande ambizione attuale rimane quelle di qualificare qualche giovane già per i Giochi di febbraio. Ci puntiamo molto: i ragazzi lo sanno e sono anche molto responsabili nonostante le loro verdi età. Questo è un riscontro che ho verificato sia nella pista lunga, ma anche nello short track. Ed è un elemento che mi piace molto, rispetto anche a un passato abbastanza recente in cui ci sono state delle difficoltà».

Per l’Italia non ci sarà solo da guardare alle prove di qualificazione per Sochi. C’è un’altra sfida entro fine anno, che culminerà in un altro grande evento come quello Universiadi.

«Certamente. Dall’11 al 21 dicembre prossimi, scatteranno i Giochi universitari in Trentino. Un evento un po' meno importante rispetto a quello a cinque cerchi, ma che possiede una caratteristica da non sottovalutare: quella di garantire un palcoscenico di buon livello internazionale a quei ragazzi che purtroppo non riusciranno a disputare i Giochi Olimpici. Per loro sarà un’opportunità per mettersi al centro dell’attenzione sportiva e quindi anche delle motivazioni ulteriori che possano garantire una visibilità per il nostro sport, capace di raccogliere frutti per il futuro, come quelli di trovare nuove adesioni e adepti alla causa del pattinaggio di velocità. Inoltre sarà Papa Francesco a dare lustro all’Universiade: il Pontefice accenderà, mercoledì 6 novembre al termine della sua udienza mattutina, la torcia dei Giochi». Dal Vaticano partirà così il tour che porterà il simbolo dell’Universiade nelle maggiori Università d’Europa, da Torino (il 12 novembre), Pisa, Venezia e Napoli, fino a Parigi, Innsbruck, Bruxelles e Monaco di Baviera.

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