Il Primo Tricolore vola con Razzoli verso Pechino: "Ci ho sempre creduto, ma non potevo essere sicuro di esserci"

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Il Primo Tricolore vola con Razzoli verso Pechino: "Ci ho sempre creduto, ma non potevo essere sicuro di esserci"

Il Comune di Reggio Emilia, dov'è nata la nostra bandiera nel 1797, ha conferito al "Razzo" un grande riconoscimento. Le parole del campione olimpico, che può sognare una medaglia 12 anni dopo Vancouver.

Sarà una delle grandi speranze del settore maschile per lo sci alpino ai prossimi Giochi Olimpici di Pechino ed è, ormai da 15 anni, l'idolo sportivo di un intero territorio, quello reggiano.

Giuliano Razzoli ha ricevuto una grande accoglienza, di ritorno dal blocco delle classiche di gennaio che l'hanno visto grande protagonista, con lo storico ritorno sul podio a Wengen e poi due prime manche da favola a Kitzbuehel e Schladming, per poi uscire sul più bello nei due slalom austriaci che hanno rappresentato gli ultimi appuntamenti di Coppa del Mondo prima della rassegna a cinque cerchi.

Domenica una festa a sorpresa per il “Razzo”, al Teatro Bismantova di Castelnovo né Monti (la “capitale” dell'appennino reggiano, ad una ventina di km dalla sua Villa Minozzo), lunedì invece la cerimonia di consegna del Primo Tricolore, nel corso della seduta del consiglio comunale di Reggio Emilia.

Sì, l'oro di Vancouver 2010 volerà in Cina (dopo gli ultimi allenamenti in Val di Susa, dal 4 al 6 febbraio) con il tricolore in valigia, dopo che una mozione è stata votata all'unanimità per conferire al campione olimpico la bandiera italiana nata, 225 anni fa, proprio nella città ora guidata dal sindaco Luca Vecchi. “E' un grandissimo onore, il Primo Tricolore verrà con me a Pechino - ha detto Giuliano ai colleghi di “Reggionline Quotidiano” - Non ero sicuro di arrivare a questo punto, ma lo sport mi ha insegnato che bisogna sempre crederci”.

E la medaglia 12 anni dopo quella magica giornata in Canada, ora non è più un sogno ma un obiettivo concreto.

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