Cortina, presentato il progetto per preservare il permafrost

Cortina, presentato il progetto per preservare il permafrost
VenetoRESCUE PERMAFROST

Cortina, presentato il progetto per preservare il permafrost

Il 9 settembre è stato presentato il progetto innovativo e sostenibile "Rescue Permafrost", presso la stazione di monte della seggiovia Pian Ra Valles – Ra Valles – Bus Tofana, che mira a prevenire il dannoso scioglimento del permafrost, un fenomeno sempre più evidente a causa dei cambiamenti climatici globali.

Alla guida del gruppo l’Ing. Mario Vascellari Presidente di Tofana Srl, che ha coordinato il progetto con una squadra altamente qualificata tra cui il Dr. Geol. Claudio Valle di Geologia Applicata, l'Ing. Norbert Klammsteiner di Energytech Srl, il Dr. Stefano Valle di Geoland Srl, il Dr. Martin Atzwanger di Atzwanger SpA, il Prof. Andrea Gasparella della Facoltà di Ingegneria dell'UniBZ, il Prof. Claudio Zilio del Dipartimento di Tecnica e Gestione Sistemi Industriali dell'UniPD, il Dr. Mauro Valt di ARPA Veneto - Arabba, l'Ing. Roberto Mendicino di EURAC Research Bolzano, l'Ing. Piero Paccagnella di Tofana Srl e l'Avv. Guido Barzazi dello Studio Legale Barzazi.

"L’idea è nata al momento della progettazione della seggiovia Pian Ra Valles – Ra Valles – Bus Tofana.  Dove sorge la stazione a monte abbiamo fatto dei sondaggi e abbiamo notato che a 3 metri di profondità c’era uno strato di permafrost di circa 12-15 metri. Il geologo ci ha avvisato che si trattava di un punto critico per la stabilità dell’impianto e che bisognava prendere delle contromisure” ha dichiarato l’Ingegnere Mario Vascellari.

Cos’è il permafrost? Il geologo Claudio Valle spiega che il permafrost rappresenta un terreno ghiacciato che si caratterizza per temperature negative nell’arco dell’intero anno ed è quindi definito come fenomeno termico condizionato puramente dalla temperatura del sottosuolo e dalla percentuale di ghiaccio per quanto attiene le proprie caratteristiche meccaniche. Lo strato di sottosuolo situato tra la superficie del terreno e il tetto del permafrost è la zona di disgelo o strato attivo, che disgela in estate e congela in inverno. Sotto il tetto del permafrost il terreno presenta temperature negative tutto l’anno. Lo spessore del corpo del permafrost può variare da qualche metro a diverse decine di metri.
Il Dottor Geologo Claudio Valle sottolinea che la degradazione del permafrost causa problemi di stabilità dei versanti, aumentando il rischio di frane e smottamenti, soprattutto in aree antropizzate e infrastrutture di alta quota. Il permafrost ha infatti un ruolo preminente nella stabilizzazione di molti versanti di alta quota, dove agisce come un «collante» nelle fratture della roccia. Buona parte della degradazione che si osserva in quota è dovuta al riscaldamento climatico e al conseguente scioglimento progressivo del permafrost.

LA SOLUZIONE TECNICA: Il CICLO FRIGORIFERO

L’ingegnere Norbert Klammsteiner riferisce che il sistema ha l’obiettivo di consolidare il sottosuolo, dove si potrebbero presentare segni di cedimento del permafrost, mediante un impianto di geotermia verticale che viene combinato con un gruppo frigorifero alimentato elettricamente da un impianto fotovoltaico. Il “consolidamento” del sottosuolo avviene tramite il raffreddamento del permafrost ripristinando lo stato solido della parte di ghiaccio. Il raffreddamento è realizzato da 10 sonde geotermiche della lunghezza di 20m che asportano calore dal terreno. La sonda geotermica è costituita da due tubazioni, (mandata e ritorno) dove scorre un fluido (acqua e liquido antigelo) ad una temperatura di -8 °C. Per produrre il fluido freddo a ca. -8 °C si utilizza un gruppo frigorifero elettrico aria-acqua installato al piano terra dell’edificio di servizio della seggiovia; tecnicamente l’impianto asporta calore dal terreno e lo trasferisce all’aria tramite le sonde geotermiche ed il gruppo frigorifero.
Per realizzare il trasferimento del calore, la macchina frigorifera utilizza un gas frigorigeno il quale viene messo in circolazione nelle sonde geotermiche e passa attraverso uno scambiatore di calore (evaporatore).Il fluido frigorigeno in questo scambiatore di calore evapora, e attraverso il cambiamento di stato (da liquido a gassoso) assorbe energia “dall’esterno” abbassandone la temperatura. Il fluido frigorigeno allo stato gassoso viene compresso da un compressore, aumentando così pressione e temperatura e, attraverso le tubazioni, raggiunge il condensatore, uno scambiatore di calore gas/aria, e viene raffreddato tramite l’aria esterna (ventilatori) ritornando liquido e cedendo calore all’aria.
L'intero processo è alimentato esclusivamente da fonti di energia rinnovabile, eliminando completamente le emissioni di CO2. Questo approccio rende il progetto "Rescue Permafrost" non solo altamente innovativo ma anche ecologicamente sostenibile e "green".


La stazione di monte della seggiovia Pian Ra Valles – Ra Valles – Bus Tofana è stata scelta come luogo di sperimentazione per dimostrare l'efficacia di questa soluzione, offrendo un esempio concreto di come l'ingegno umano possa contribuire a mitigare gli effetti dei cambiamenti climatici sul permafrost nelle zone alpine.

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