È polemica per l'assegnazione dei Mondiali di biathlon 2021 alla Russia

È polemica per l'assegnazione dei Mondiali di biathlon 2021 alla Russia. Max Cobb: 'Il Cio sapeva'
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È polemica per l'assegnazione dei Mondiali di biathlon 2021 alla Russia

Come ci si poteva aspettare, la decisione di assegnare i Mondiali 2021 a Tjumen - ovvero alla Russia - ha avuto strascichi polemici nell'ambiente del biathlon.

L'origine della bagarre risiede nella richiesta fatta dal Cio in luglio a tutti gli organi di governo degli sport invernali.

Il Comitato Olimpico aveva infatti invitato le federazioni internazionali delle discipline della neve e del ghiaccio a congelare i preparativi degli eventi più importanti previsti in Russia, tenendosi pronti addirittura a trovare location alternative.

Il tutto come conseguenza del rapporto McLaren, in cui il ministero dello sport russo viene accusato di aver instaurato un sistema di doping di stato dal 2011 al 2014, Giochi olimpici di Sochi compresi.

Nonostante la raccomandazione del Cio, l'Ibu ha affidato l'organizzazione dei Mondiali del 2021 proprio alla candidatura russa, preferendola a quelle di Repubblica Ceca e Slovenia.

Il dissenso maggiore per tale decisione proviene dalla Scandinavia. Il presidente della federazione norvegese di biathlon Erlend Slokvik ha definito testualmente "uno scandalo" quanto avvenuto.

Il suo predecessore Tore Bøygard ha detto che "L'Ibu ha subito un duro colpo sul piano dell'etica e della morale, danneggiando la propria reputazione". Il segretario generale della federazione svedese Ingemar Arvidsson ha invece parlato di "decisione molto strana e non buona".

Eppure, stando a quanto riportato dal sito specializzato americano insidethegames.biz, una fonte interna all'Ibu avrebbe dichiarato che durante i Giochi olimpici di Rio de Janeiro vi sarebbe stato un incontro tra rappresentanti della federazione internazionale e il Cio, proprio per discutere della candidatura di Tjumen.

La suddetta fonte ha svelato che il Comitato olimpico internazionale avrebbe dato luce verde, affermando che un'eventuale assegnazione dei Mondiali 2021 alla Russia non sarebbe stata in conflitto con la propria richiesta fatta il mese precedente.

Se così fosse, il Cio avrebbe sbugiardato sé stesso. Per la verità la richiesta-raccomandazione di luglio è stata effettuata in "politichese" con una formula talmente fumosa e ambigua da non aver prodotto alcuna conseguenza concreta. D'altronde nessuna federazione internazionale ha preso provvedimenti in merito agli eventi già assegnati.

Il presidente dell'Ibu Anders Besseberg, norvegese e quindi sulla graticola in patria, ha commentato seraficamente: "Non vedo alcun problema. Ci sono indagini in corso sia da parte della Wada che da parte del Cio. Nel giro dei prossimi due anni si arriverà a delle conclusioni, pertanto potremo sempre revocare i Mondiali 2021 a Tjumen e riassegnarli durante il nostro Congresso del 2018".

In realtà la polemica scandinava è sterile, poiché sembra intendere l'Ibu come un organismo unitario che prende decisioni con un proprio cervello. In realtà i Mondiali vengono assegnati tramite votazione democratica, dove ogni federazione internazionale esprime una preferenza. Questo significa che 25 nazioni hanno votato perché i Mondiali 2021 andassero a Tjumen.

Certo, si può discutere dell'opportunità di non aver fatto decadere la candidatura della "Perla della Siberia", ma se davvero il Cio era al corrente e ha dato il via libera, allora l'unico ente da biasimare sarebbe proprio il Comitato olimpico internazionale.

La richiesta di luglio si è rivelata infatti tutto fumo e niente arrosto, una mera operazione d'immagine che nel concreto si è tradotta in una posizione talmente sfumata da non poter essere interpretata chiaramente, neppure da chi l'ha scritta, dando quindi adito alle polemiche di cui sopra, per ora fini a sè stesse.

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