La terza tappa del circuito di Junior Grand Prix, ospitata dalla “CEZ Arena” di Ostrava, è stata caratterizzata dall’exploit di squadra del Canada, capace di imporsi in tre delle quattro specialità.
Ai successi arrivati ieri con la coppia di artistico Seguin/Bilodeau e i danzatori Bent/Mackeen, si è aggiunta oggi la vittoria di Roman Sadosvky nella competizione maschile. In precedenza, mai i pattinatori canadesi avevano ottenuto più di due affermazioni nel corso della stessa tappa e comunque anche la stessa doppietta si è sempre rivelata un fatto raro (tre soli precedenti l’ultimo dei quali datato settembre 2005 quando sul ghiaccio di casa di Montreal trionfarono Patrick Chan e Virtue/Moir).
Sadovsky (192,08), quindicenne di Toronto, ha posto le basi per la vittoria nel programma corto in cui ha accumulato un margine di tutta sicurezza sugli avversari. Per la verità, è stato proprio il primo segmento di gara a stabilire le sei posizioni di vertice della classifica, che, fatto strano, sono rimaste invariate al termine del programma libero, caratterizzato da un tasso tecnico non esaltante. Passi, infatti, l’assenza di quadrupli, che ci può stare in una competizione juniores, ma non è stato completato correttamente alcun triplo axel e le combinazioni di due salti tripli hanno rappresentato l’eccezione.
Il vincitore, al secondo podio in carriera nel circuito, non è stato immune da errori nel programma odierno, specie una rovinosa caduta su un tentativo di triplo rittberger, ma è riuscito a non perdere terreno grazie alla migliore qualità complessiva di pattinaggio che gli ha consentito di fare il vuoto su ciascuna voce delle componenti del programma. Peraltro, per il Canada la vittoria in campo maschile mancava dal settembre del 2010, quando Andrei Rogozine, diventato da lì a pochi mesi campione mondiale juniores, si impose nella tappa di Kuruizawa in Giappone.
A seguire, si è piazzato il sedicenne russo Alexander Samarin (188,69), che ha migliorato il terzo posto ottenuto nella tappa di Courchevel, togliendosi la soddisfazione di vincere il programma libero e mantenendo ancora viva la speranza di riuscire a qualificarsi per la finale di Barcellona. L’allievo del team Buianova non è comunque stato immune da imperfezioni di vario genere ed alla fine ha completato sei soli salti tripli, pasticciando nuovamente sul triplo axel.
La terza posizione è andata al diciottenne giapponese Sei Kawahara (184,69), che, nonostante i problemi con il triplo axel, si è dimostrato il migliore saltatore del lotto al punto da fare segnare il riscontro tecnico più elevato nel programma libero.
Ai piedi del podio si è attestato il debuttante statunitense Andrew Torgashev (182,57), abile nel non sfigurare al cospetto di avversari ben più navigati e capace nella giornata odierna di completare in qualche modo due doppi axel e sette salti tripli. Il figlio d’arte di stanza in Florida ha preceduto con ampio margine il diciottenne francese Simon Hocquaux (175,04) e il quindicenne russo Daniil Bernadiner (172,04), altro debuttante di belle speranze.
Tutti i ragazzi scesi sul ghiaccio nell’ultimo gruppo di merito sono riusciti a migliorare il primato personale di gara.
Il piatto forte della giornata è stato però l’atto conclusivo della competizione femminile, che ha allietato mattinata e primo pomerggio del pubblico di Ostrava.
Nel rispetto del pronostico della vigilia, si è imposta la russa Evgenia Medvedeva (171,12), che si è qualificata a punteggio pieno per la finale di Barcellona in programma tra due mesi. La quattordicenne russa, già vincitrice a Courchevel due settimane or sono, è riuscita a difendere l’imbattibilità personale nelle tappe di qualificazione (quattro successi su quattro partecipazioni), mentre, finale compresa, la striscia di vittorie consecutive per le pattinatrici russe è salita a sei gare e sembra destinata a proseguire.
Numeri a parte, l’allieva di Eteri Tutberdize si è complessivamente espressa su un livello inferiore rispetto all’uscita francese, come testimoniato dal fatto che non sia riuscita a primeggiare in alcun segmento di gara. Tuttavia, se sul risultato di giovedì Medvedeva può recriminare per l’insolito errore sulla combinazione, ben poco può rammaricarsi per quanto avvenuto oggi. Di conseguenza, i prossimi due mesi si annunciano fondamentali per capire dove mettere mano ad un programma libero che, eccezion fatta per il triplo lutz preso dal filo errato, è stato pattinato in due occasioni senza alcuna sbavatura. Non è escluso che la combinazione di apertura triplo flip/triplo toeloop possa essere spostata nella seconda metà della musica per cercare di guadagnare qualche decimo, ma, ovviamente, diventa fondamentale lavorare per cercare di ovviare all’atavico problema con il filo di stacco del triplo lutz. La vincitrice della gara si è tolta comunque la soddisfazione di ottenere il punteggio più elevato di giornata nella somma delle componenti del programma ed ha completato due doppi axel e sette salti tripli, oltre ad avere raggiunto il massimo livello a disposizione sugli elementi di trottola.
Il posto d’onore è stato conquistato dalla debuttante Wakaba Higuchi (169,68), campionessa nazionale giapponese in carica della categoria novice. La tredicenne di Tokyo ha preceduto l’intera concorrenza nel programma libero in cui ha palesato enorme confidenza con il triplo lutz, di gran lunga il migliore finora visto nelle prime tre tappe stagionali. Higuchi, quinta al termine del segmento iniziale di gara, ha completato in assoluta scioltezza due doppi axel e sette salti tripli, compreso il secondo triplo lutz eseguito in maniera egregia sul finire del programma. Peraltro, a livello di competizioni juniores, il riscontro tecnico totalizzato sul ghiaccio di Ostrava resta secondo solamente a quelli raggiunti da Sakhanovich nella tappa di Lubiana della passata settimana e Radionova nei mondiali di categoria della scorsa stagione. Lodi a parte per l’aspetto tecnico, i margini di miglioramento restano importanti sia sul versante interpretativo, sia per quanto concerne i passaggi di transizione tra un elemento e l’altro, ma, ovviamente, alla luce dell’età della pattinatrice ci sarà tempo e modo di intervenire nel modo più appropriato.
Karen Chen (160,95), leader della gara al termine del programma corto, si è dovuta accontentare del gradino più basso del podio, riuscendo a difendersi dal ritorno della giapponese Mariko Kihara (156,05), abile nel completare due doppi axel e sei tripli, oltre ad un triplo toeloop giudicato sotto-ruotato. L’attesa statunitense ha pagato dazio rispetto alle dirette avversarie per via dei troppi passaggi a vuoto sugli elementi di salto di maggiore valore, collezionando una caduta nella combinazione triplo lutz/triplo toeloop, con tanto di toeloop degradato a doppio, e un paio di atterraggi stentati e al limite con la rotazione sulla combinazione doppio axel/triplo toeloop e sul secondo triplo lutz presentato.
Prestazione deludente anche per l'attesa russa Elizaveta Iushenko (147,82), che, complici i punti persi per le combinazioni pianificate mancate e per altre sbavature qua e là, si è dovuta accontentare del quinto posto, dicendo addio con largo anticipo alla possibilità di raggiungere la finale.
A margine, va segnalato quanto accaduto all’interessante pattinatrice lettone Angelina Kuchvalska, settima classificata alle spalle della quattordicenne coreana Na Hyun Kim (137,38) Per motivi che non è dato sapere, la quindicenne di Riga ha pattinato sulle note della musica predisposta per il programma libero senior. Di conseguenza, è stata sanzionata con ben tre punti di penalizzazione in quanto il brano è durato 3 minuti e 55 secondi, anziché i 3:30 (+/- 10 secondi) previsti dal regolamento (ogni 5 secondi in più oltre i 3:40, scatta una penalizzazione di un punto). A ciò va aggiunta la perdita di un intero elemento di salto ben eseguito (combinazione triplo salchow/doppio rittberger/doppio rittberger), per via dell’ingenuità di avere ripetuto per due volte triplo lutz, triplo toeloop e triplo salchow. Malgrado tutto, Kuchvalska ha migliorato il primato nazionale lettone chiudendo la gara con 137,05 punti (precedente limite 133,48, Alina Fjodorova).
In ottica qualificazione alla finale, detto di Medvedeva, si complica oltremodo la situazione per le pattinatrici statunitensi, che nelle prime tre tappe hanno archiviato altrettanti terzi posti. A questo punto, ad Amber Glenn, Leah Keiser e Karen Chen potrebbe non bastare un secondo posto nel prossimi impegni per strappare il ticket per Barcellona. Lo scenario sarebbe apocalittico in quanto, fatto salva l’edizione del 2001 disertata dagli atleti statunitensi dopo i tragici fatti dell’11 settembre, c’è sempre stata almeno una pattinatrice a stelle e strisce in finale. A tal proposito, va però rimarcato che fino al 2010 l’accesso all’ultimo atto è stato riservato ad otto atlteti, anziché i sei attuali.
Il circuito di Junior Grand Prix si sposterà nella prossima settimana ad Aichi, centro nipponico che ospiterà la quarta tappa.
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