Courchevel è stata teatro dell’atto inaugurale dello “Junior Grand Prix” di pattinaggio di figura, giunto alla diciottesima edizione. A distanza di ventiquattro mesi, il principale circuito giovanile della disciplina ha fatto nuovamente capolino presso il “Patinoire du Forum”, impianto situato a 1850 metri sopra il livello del mare.
Il tema di maggiore interesse era rappresentato dall’impatto delle modifiche regolamentari relative alle competizioni di artistico, entrate in vigore a partire dal primo luglio. A conti fatti, le indicazioni ricavate dall’appuntamento francese si sono rivelate illuminanti ed è stato evidente come alcune nuove norme non siano state ancora metabolizzate dagli atleti. In particolare, l’impossibilità di ripetere per tre volte il medesimo salto doppio nel programma libero ha portato all’annullamento di interi elementi di salto. Inoltre, come da copione e nel rispetto assoluto delle direttive imposte dalla federazione, il pannello non ha lesinato severità nel giudicare i fili di ingresso di lutz e flip, con tanto di atleti di primo piano che ne hanno pagato le conseguenze.
Il ruolo di principale protagonista è toccato alla russa Evgenia Medvedeva (179,55), apparsa da subito in condizioni di forma smaglianti. L’allieva di Eteri Tutberidze, rimasta in patria per lavorare ai nuovi programmi di Julia Lipnitskaia, ha dominato la gara da un capo all’altro conquistando il terzo successo su tre partecipazioni in tappe di qualificazione del Grand Prix e andando vicina a valicare la barriera dei 180 punti, traguardo finora superato in gare juniores di primo livello dalle sole connazionali Elena Radionova e Serafima Sakhanovich, quest’ultima diventata in primavera la nuova compagna di allenamento proprio di Medvedeva. La quattordicenne di Mosca, di gran lunga la migliore del lotto sia sul punteggio tecnico che su ciascuna voce delle componenti del programma, ha evidenziato qualità su ogni elemento di trottola, archiviando in tranquillità quel livello quattro che nella stagione in corso sarà più difficile da raggiungere per tutte, ma soprattutto non ha palesato incertezze sull’esecuzione dei salti, collocando i tre elementi obbligatori dello short-program nella seconda metà della musica e completando sette tripli e due doppi axel nel programma libero. L’unico problema ha riguardato il filo di ingresso del triplo lutz, rimasto, in linea con quanto avveniva nella passata stagione, chiaramente interno. Il particolare si è rivelato ininfluente in un contesto di gara con avversarie di due o più categorie inferiori, ma è probabile che il copione possa cambiare quando arriverà il momento di affrontare le migliori connazionali, specie quelle immuni dal problema come Proklova e Sotskova. Nello specifico, il difetto di impostazione nell’approccio al lutz è costato a Medvedeva tre punti in ciascun programma.
Il posto d’onore, a debito distacco dalla vincitrice, è andato alla giapponese Rin Nitaya (158,76), al debutto assoluto nel circuito e meritatamente seconda in ciascun segmento di gara. Rispetto al passato, la diciassettenne di Nagoya ha palesato una maggiore solidità sui salti e si è rivelata impeccabile sugli elementi di trottola. Il piatto forte della casa si sono però rivelate le combinazioni di due tripli toeloop, perfettamente eseguite in entrambi i programmi, senza dimenticare che, tra le atlete salite sul podio, Nitaya resta quella che ha perso meno punti per via delle imperfezioni sul triplo lutz (in questa stagione salto obbligatorio preceduto dal passo nello short-program).
La terza posizione è stata conquistata per un’incollatura dalla deludente statunitense Amber Glenn (148,08), apparsa sovrappeso e nell’occasione completamente abbandonata dal lutz. La quindicenne texana, campionessa nazionale juniores a stelle e strisce, ha preceduto la quasi diciottenne nipponica Miyu Nakashio (147,78), capace di completare nel programma libero sette salti tripli e due doppi axel, ma penalizzata rispetto alle atlete che l’hanno preceduta da una minore velocità e da valutazioni inferiori sulle componenti del programma.
Una menzione ad honorem spetta alla promettente coreana Da Bin Choi (137,51), autrice del secondo riscontro tecnico nel programma libero ed unica atleta in gara in grado di eseguire correttamente il triplo lutz. La quattordicenne di Seoul, penalizzata dal troppo terreno perso su ciascuna voce delle componenti del programma, si è dovuta accontentare della quinta posizione, ma andrà seguita con attenzione nei prossimi appuntamenti, in quanto, Medvedeva a parte, si è rivelata la più completa del lotto.
In campo maschile, si è imposto in maniera convincente il diciassettenne coreano June Hyoung Lee (203,81), che ha strappato il record nazionale assoluto al coetaneo nonché storico avversario Jin Seo Kim, sedicesimo nei Mondiali senior di Saitama. Chiaramente, il punteggio ottenuto dal vincitore della tappa di Courchevel ha un peso specifico superiore considerando che nel programma libero delle competizioni juniores non è prevista la sequenza coreografica.
Lee, capace di completare ben otto tripli nel programma libero, compreso un triplo axel atterrato con step-out, ha regalato alla Corea il primo successo maschile nel principale circuito juniores. In precedenza, grazie a Kim Yu-Na erano, invece, arrivate affermazioni nel settore femminile.
Il secondo posto è andato al quattordicenne giapponese Sota Yamamoto (195,80), che si è dimostrato superiore al vincitore su trottole e passi, ma ha pagato dazio per via di due cadute rovinose su altrettanti tentativi di triplo axel, equamente suddivisi nei programmi di gara.
Il podio è stato completato dal sedicenne russo Alexander Samarin (179,16), apparso rigenerato dalla cura Tutberidze e finalmente in grado di eseguire quel triplo axel mai entrato nelle sue corde quando era allenato da Inna Goncharenko.
In quarta posizione, si è piazzato il promettente Deniss Vasiljevs (172,99), quindicenne lettone in possesso di una qualità di pattinaggio degna della categoria maggiore, ma ancora lontano dal padroneggiare al meglio diversi salti tripli, flip e axel su tutti.
Nella gara di danza è saltato il banco e le coppie più attese alla vigilia si sono dovute accontentare di piazzamenti. La vittoria è stata conquistata dai russi Alla Loboda/Pavel Drozd (132,44), che hanno approfittato dei patemi sulle sequenze di passi in coppia dei canadesi Madeline Edwards/Zhao Kai Pang (129,62). Agli allievi di Megan Wing ed Aaron Lowe, in testa al termine della short-dance, non è stato sufficiente il riscontro più elevato nella somma delle componenti del programma per supplire ai punti persi nel corso della danza libera su diagonale e cerchio. A tal proposito, è doveroso rimarcare come i terzi classificati nell’ultima edizione dei Mondiali juniores si siano imbattuti in una classica situazione di inizio stagione, fase in cui è fondamentale comprendere e abituarsi al metro del pannello.
Il gradino più basso del podio è stato occupato a sorpresa dai debuttanti russi Anastasia Shpilevaya/Grigory Smirnov (121,42), che hanno preceduto i deludenti ucraini Alexandra Nazarova/Maxim Nikitin (120,88), sulla carta la principale alternativa alla coppia canadese. Alla luce del risultato di Courchevel, figlio in particolare di evidenti sbavature sui twizzles di entrambi i segmenti di gara, l’accesso alla finale per gli allievi di Alexander Zhulin si annuncia ora estremamente complesso.
Per quanto concerne la squadra italiana, dopo un’assenza dalle competizioni di otto mesi si è rivista l’ex campionessa nazionale juniores Sara Casella (102,07), che ha chiuso in tredicesima posizione. La sedicenne di Courmayeur, allenata da Romina Poli, ha evidenziato la consueta qualità su trottole e passi, ma è apparsa lontana dalla quadratura del cerchio sugli elementi di salto, axel e salchow su tutti. Resta comunque la soddisfazione per aver completato uno dei migliori tripli lutz del programma corto, nonostante un atterraggio con step-out.
Nella prova maschile, il diciottenne scuola Forum Giorgio Settembrini (140,85) si è piazzato in undicesima posizione palesando un’ottima padronanza del triplo rittberger e discreta qualità su trottole e passi. Per effettuare il salto di qualità sarà ora fondamentale trovare maggiore consistenza sui salti tripli, visto e considerando che, padroneggiando flip, toeloop, salchow e rittberger, sembra possibile eseguire un libero con sei tripli e due doppi axel. Resta però da risolvere l’annoso problema legato al lutz del programma corto, a Courchvel completato doppio e non preso dal filo esterno.
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