La diciottesima edizione della Merano Cup è stata caratterizzata dal prevedibile dominio dei veterani russi, che hanno vinto con ampio margine le due competizioni in programma.
Risultato a parte, Alena Leonova e Konstantin Menshov, di gran lunga gli atleti più anziani iscritti all’evento, hanno avuto la possibilità di effettuare le prove generali prima del NHK Trophy, che si disputerà tra meno di due settimane. I due allievi di Evgeni Rukavitsin si sono imposti comodamente in entrambi i segmenti di gara palesando un’evidente superiorità tecnica rispetto alla concorrenza, al momento non ancora attrezzata per esprimersi sui medesimi livelli.
Sia per l’una che per l’altro, non è mancato qualche passaggio a vuoto, ma la prestazione generale si è rivelata positiva. Alena Leonova, (176.66), reduce da un inizio di stagione con alti e bassi, ha ben eseguito la combinazione triplo toeloop/triplo toeloop in tutti e due i programmi ed ha dato l’impressione di essersi messa alle spalle i problemi con gli elementi di trottola, che, sovente, hanno rappresentato una nota dolente. Se però il programma corto, il medesimo della passata stagione, aveva già fornito risposte positive, non altrettanto si poteva dire per il nuovo libero, spesso e volentieri infarcito di passaggi a vuoto. In tal senso, la situazione è parsa migliorata rispetto alle precedenti uscite. A conti fatti, c’è sì stata una caduta su un triplo flip, oltre ad un tentativo di triplo salchow aperto malamente dopo una sola rotazione, ma sono stati ben completati due doppi axel e quattro salti tripli, compreso l’ostico lutz. Nel programma corto, invece, l’unico errore ha riguardato l’axel, eseguito solamente singolo e, quindi, regolamento alla mano, privo di valore ai fini del punteggio.
La quasi venticinquenne di San Pietroburgo ha preceduto la campionessa nazionale italiana Giada Russo (151.06), in evidente progresso rispetto alla Coupe de Nice di metà ottobre. L’elegante diciottenne di Torino ha sfoderato la consueta maestria su passi, trottole e doppio axel, ma ha soprattutto dato l’impressione di poter arrivare a padroneggiare in tempi brevi l’importante triplo flip, sotto ruotato in entrambi i segmenti di gara. A Merano, sono giunte risposte positive dal triplo salchow e, nel programma libero, è stato ben eseguito anche un triplo toeloop.
In terza posizione si è attestata la diciassettenne ceca Elizaveta Ukolova (140.75), unica ad avere atterrato due doppi axel e cinque salti tripli nel programma libero.
La principale delusione della gara è stata Maria Artemieva (137.10), non andata oltre il quinto posto e apparsa piuttosto smarrita nell’ultimo test agonistico prima di partire alla volta di Nagano, sede della sesta tappa del Grand Prix. La ventiduenne russa ha pescato due giornate negative sugli elementi di salto confermando i problemi con il doppio axel emersi nelle ultime uscite. Nell’occasione, la situazione si è rivelata addirittura peggiore in quanto è venuto meno anche il triplo lutz. La condizione di malessere generale è chiaramente emersa nel corso del programma libero, caratterizzato da due rovinose cadute e da un’insolita approssimazione degli elementi di trottola. Durante la prova, infatti, Artemieva ha faticato a trattenere le lacrime scoppiando poi a piangere una volta appreso il punteggio, ben distante dai fasti di qualche settimana fa.
Le cose non sono andate meglio alla svedese Isabelle Olsson (137,87), seconda al termine del programma corto, nonostante qualche patema di troppo nel portare a casa il triplo lutz, ma poi letteralmente naufragata nel segmento più lungo di gara in cui, oltre ad un paio di cadute, ha collezionato una lunga serie di atterraggi stentati eseguendo correttamente solamente il primo triplo salchow e due doppi axel. Le ventiduenne di Mörrum ha preceduto Artemieva di pochi decimi, piazzandosi in quarta posizione.
La migliore delle altre italiane presenti a Merano, è stata la ventitreenne di Torino Ilaria Nogaro (124.17), autrice di un più che discreto programma corto fondamentale per archiviare un settimo posto finale. La sedicenne di Milano Chiara Calderone (118.34) ha chiuso la prova in nona posizione evidenziando qualche problema di troppo nel completare al meglio i salti tripli, mentre la diciassettenne valdostana Guia Maria Tagliapietra (109.23), al debutto stagionale dopo una lunga trafila di problemi fisici, ha dato l’impressione di essere ancora distante dalla migliore condizione e si è dovuta accontentare del dodicesimo posto. Hanno preso parte alla prova anche Jana Savina (90.86) e Naomi De Simone (82.60), rispettivamente quattordicesima e quindicesima.
Il trentaduenne Konstantin Menshov (229.08) ha dettato legge nella prova maschile completando in due giorni quattro salti quadrupli e due tripli axel. In particolare, le combinazioni quadruplo toeloop/triplo toeloop sono state eseguite in maniera esemplare, così come il quadruplo salchow del programma libero. Rispetto a quanto pianificato, è però mancato il quadruplo salchow del programma corto, sostituito da un triplo salchow, nonchè il secondo triplo axel del segmento più lungo di gara, eseguito doppio. In generale, la qualità del triplo axel è stata inferiore a quello del quadruplo toeloop, ma non si tratta di una novità. In kiss & cry Menshov ha dato l’impressione di essere contrariato per le valutazioni ricevute sulle componenti del programma, di poco superiore al sette di media.
L’attesa prima sfida stagionale tra gli emergenti italiani Matteo Rizzo (182.20) e Maurizio Zandron (168.35) ha visto prevalere il diciassettenne di stanza a Sesto San Giovanni, che ha così confermato il secondo posto ottenuto nella gara di Merano di dodici mesi or sono. Il vice-campione nazionale ha risolto la contesa a suo vantaggio nel programma libero, in cui ha presentato due doppi axel e sette salti tripli, compresi un triplo axel (atterrato su due piedi) e un triplo toeloop giudicati sotto ruotati dal pannello. Zandron, invece, dopo avere avuto la meglio nello short program, ha pagato dazio nel segmento più lungo di gara per via di qualche salto di troppo aperto in volo. Sul bilancio finale, hanno, infatti, pesato i punti mancanti per via di un axel eseguito singolo anziché triplo e di due lutz doppi anziché tripli. Analizzando il risultato, la lotta sulle componenti del programma si è rivelata decisamente serrata, ma ha visto prevalere Rizzo, seppure di stretta misura. Per entrambi, il triplo axel non ha dato le risposte auspicate, ma sarà l’elemento fondamentale per effettuare il salto di qualità. Zandron, secondo al termine dello short program, ha concluso la prova al quinto posto preceduto dal ceco Jiri Belohradsky (179.28) e dall’elvetico Nicola Todeschini (175.26).
Per quanto riguarda gli altri pattinatori italiani in gara, Dario Betti (142.28), Marco Zandron (138.42) e Mattia Dalla Torre (137.73) si sono piazzati nell’ordine tra l’undicesima e la tredicesima posizione.
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