Trascorso circa un quarto della stagione, è finalmente ora di fare un primo punto sulla sulla classifica della National Hockey League, soffermandoci sulle squadre rivelazione e su quelle che, invece, stanno deludendo le attese.
EASTERN CONFERENCE
Nella Atlantic Division, come da copione, guidano la classifica i Toronto Maple Leafs e i Tampa Bay Lightning, serie candidate alla vittoria della Stanley Cup. Al terzo posto, a sole 2 lunghezze dalla vetta, i sorprendenti Buffalo Sabres. Nella Metropolitan Division, alle spalle dei solidi Columbus Blue Jackets, che conducono con 26 punti, stanno accadendo le cose più impensabili: le newyorkesi si trovano in lotta per un posto ai playoff mentre in fondo alla classifica troviamo una delle favorite dei pronostici, i Pittsburgh Penguins.
Sorprese:
Buffalo Sabres (13-6-2, 28 p.ti)
Per la prima volta dal 2013 i Sabres hanno un record positivo. L’ennesima rivoluzione estiva sembra essere finalmente quella buona, nonostante le partenze Evander Kane e Ryan O’Reilly. Gli innesti di Jeff Skinner e Conor Sheary stanno garantendo a coach Phil Housley tanti punti e la giusta profondità al roster. Il nuovo goalie Hutton e il back-up Ullmark stanno difendendo egregiamente la gabbia. In attesa dell’esplosione di Rasmus Dahlin e Casey Mittlestadt, e del ritorno in difesa dell'infortunato Matt Hunwick , i Sabres possono guardare con fiducia al futuro.
New York Rangers (11-8-2, 24 p.ti)
Durante la trade deadline 2018, i Rangers hanno svenduto mezza squadra, iniziando un percorso di rifondazione; è stato inoltre esonerato l'allenatore Alain Vigneault sostituito dall'esordiente David Quinn. Il lavoro del nuovo coach, fino a qui, è stato eccellente e in grado di rivitalizzare un ambiente tutt’altro che sereno. Oltre alla costante Lundqvist tra i pali, sono stati positivi gli esordi dei rookie Filip Chytil e Brett Howden; da segnalare anche la crescita del giovane difensore Neal Pionk.
New York Islanders (10-7-2, 22 p.ti)
La mano del nuovo coach è evidente in questo inizio della stagione. Barry Trotz, vincitore della Stanley Cup 2018, è arrivato a New York prendendo in mano la squadra con la peggior difesa della stagione 2017/'18 (GAA 3.57), trasformandola, in pochi mesi, in una compagine solida, con l’8° difesa del campionato. Gran parte del merito va data anche ai goalie Thomas Greiss e Robin Lenher, autori di un inizio di stagione eccezionale. La partenza dell'ex capitano John Tavares non sta facendo male come ci si aspettava. Sono pochi i top player nel roster, ma la profondità dello stesso sta garantendo punti da tutte le linee.
Montreal Canadiens (11-6-4, 26 p.ti)
Il General Manager Marc Bergevin è stato bersagliato per tutta l’estate. Prima per la scelta al draft di Jesperi Kotkaniemi, poi per lo scambio Alex Galchenyuk – Max Domi e, infine, per la cessione di Max Pacioretty a Vegas. Queste scelte contestate, tuttavia, sin qui gli stanno dando ragione. I nuovi acquisti, Max Domi e Tomas Tatar, sembrano rinati in Canada e stanno mettendo punti su punti (Domi ha già realizzato 25 punti, di cui 10 gol; lo scorso anno, in 82 partite ne ha segnati solo 9) e Jonathan Drouin, finalmente tornato nel suo ruolo di ala, è già a quota 17.
Delusioni:
Pittsburgh Penguins (7-8-4, 18 p.ti)
Dopo un inizio in linea con le aspettative, qualcosa si è improvvisamente rotto nella macchina perfetta di Pittsburgh. 1-7-2 nelle ultime 10 gare e 6 sconfitte consecutive. Come evidenziato dal GM Rutherford, quel che sta mancando è il supporto delle linee secondarie ai Big 3 (Crosby, Malkin e Kessel). Il roster è comunque competitivo e c’è tutto il tempo per risalire la china.
New Jersey Devils (8-9-2, 18 p.ti)
L’exploit dello scorso anno sembra essere stato un fuoco di paglia. Le numerose partenze estive non sono state rimpiazzate degnamente. I giovani sui quali il GM Ray Shero faceva affidamento - Pavel Zacha, Jesper Bratt e Miles Wood – fino ad oggi hanno profondamente deluso le attese.
WESTERN CONFERENCE
Nella Central Division, le grandi favorite Nashville Predators e Winnipeg Jets dettano l’andatura. Subito dietro troviamo il terzetto Minnesota Wild, Colorado Avalanche e Dallas Stars. Nella Pacific Division, i Calgary Flames contendono la vetta della classifica ai favoritissimi San Jose Sharks, con i soprendenti Vancouver Canucks al terzo posto. I sempre altalenanti Edmonton Oilers si trovano a metà classifica insieme agli Anaheim Ducks, un po’ in difficoltà.
Sorprese:
Calgary Flames (12-8-1, 25 p.ti)
Non è del tutto corretto inserire Calgary tra le sorprese; già quest’estate avevamo evidenziato come il roster della franchigia dell’Alberta fosse molto competitivo. Tuttavia il primo posto nella Pacific Division va ben oltre le attese. La cessione estiva del proprio miglior difensore Dougie Hamilton agli Hurricanes in cambio di Elias Lindholm (già 22 punti per lui) e Noah Hanifin si è rivelata una scommessa vincente. Calgary aspetta inoltre di vedere il miglior James Neal, partito a rilento. Da segnalare l’ottimo inizio di stagione del goalie David Rittich che, al suo primo anno da titolare, ha un SV% .931!
Vancouver Canucks (10-11-2, 22 p.ti)
Dopo l’addio dei gemelli Sedin, la politica di puntare tutto sui giovani sta dando i suoi frutti. Vancouver ha il miglior attacco della Pacific Division: il rookie Elias Pettersson è un autentico piacere per gli occhi, Bo Horvat ormai una certezza e Jake Virtanen un realizzatore eccellente. I Canuks attendono di rivedere Brock Boeser al top di forma dopo l’infortunio che lo ha tenuto fermo per 10 partite.
Delusioni:
Chicago Blackhawks (8-8-5, 21 p.ti)
Dopo un buon inizio che ha illuso i più, Chicago si è improvvisamente involuta registrando un pessimo 2-5-3 nelle ultime 10 gare. Crisi di risultati che è costata il posto al coach di lunga data Joel Quenneville, individuato come capro espiatorio, sebbene siano evidenti le carenze del roster.
St. Louis Blues (7-9-3, 17 p.ti)
Gli acquisti estivi di O’Reilly (23 punti), Perron e Bozak (11 punti a testa) sono stati azzeccati, tuttavia, St. Louis, complice anche un po’ di sfortuna, si trova all’ultimo posto della Central Division. I numeri dicono che i Blues sono a metà classifica sia per gol fatti che per gol subiti e dovrebbero trovarsi in zone più nobili della graduatoria. Proprio oggi, la dirigenza ha annunciato di aver esonerato il coach Mike Yeo ritenuto responsabile di questo inizio fallimentare.
Vegas Golden Knights (9-12-1, 19 p.ti)
La favola di Vegas è forse giunta al termine? Marchessault e Karlsson si stanno confermando sugli ottimi livelli dello scorso anno, ma dietro di loro c’è il vuoto. Il grande acquisto estivo, Max Pacioretty ha realizzato solo 6 punti in 18 gare, mentre l’altro top player arrivato in estate – Paul Stastny – sarà fuori per infortunio ancora parecchio tempo. Anche Fleury non è più il muro invalicabile dello scorso anno, con un discreto SV% .901. Con il rientro di Stastny e con quello in difesa di Nate Schimdt (squalificato 20 partite per doping) qualcosa potrebbe cambiare, ma la corazzata giunta in finale di Stanley Cup sembra ormai un lontano ricordo.
Los Angeles Kings (7-12-1, 15 p.ti)
Con il roboante acquisto di Kovalchuk in free agency, ci si aspettava che i Kings avrebbero lottato quantomeno per la qualificazione ai playoff. Dopo queste prime 20 partite, invece, la squadra si trova all’ultimo posto in classifica, con 41 gol fatti e ben 61 subiti. L.A. stenta parecchio soprattutto in fase di produzione offensiva e la difesa, storicamente il suo fiore all’occhiello, non è più così solida. Aggiungi l’ennesimo infortunio del goalie titolare Jonathan Quick e del back-up Campbell, e la frittata è fatta. A differenza di altre squadre, quello di L.A. non sembra un momento di difficoltà passeggero e già su twitter si è scatenato l’hastag #loseforHughes.
Detto ciò, occorre ricordare che ci troviamo soltanto a un quarto della stagione, e i veri valori delle squadre emergeranno nelle prossime settimane. Chi fin qui ha sorpreso dovrà dare il massimo per non crollare nel prosieguo, mentre le squadre che hanno avuto una falsa partenza avranno tutto il tempo di recuperare.
Del resto, lo sanno tutti che i conti si fanno alla fine!
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