Lo sloveno, nuovo pettorale rosso in gigante, racconta dei "numeri" nella seconda manche. E Kristoffersen si riprende la vetta della generale...
Un podio a quattro per un gigante che ha regalato mille emozioni, tra rimonte, errori e numeri da circo. Come quelli che ha fatto Zan Kranjec, autentico mattatore della seconda sulla Chuenisbargli, per andarsi a prendere nel tempio di Adelboden la seconda vittoria in Coppa del Mondo a poco più di un anno dalla perla di Saalbach-Hinterglemm, ma soprattutto dimostrare a tutti di poter davvero diventare il riferimento in questa specialità.
Pettorale rosso conquistato con il terzo podio in quattro gare (e oltre al successo di oggi e a due terzi posti, è arrivato 4° a Beaver Creek): “Nella prima manche non mi sentivo a mio agio – spiega lo sloveno – ma sapevo che sarebbe stato tutto ancora possibile. Mi sento in forma, questo è dovuto alla preparazione atletica, al lavoro sui materiali e la sicurezza e la fiducia che sento. Un lavoro lungo anni”.
Se Filip Zubcic, al primo podio della carriera, confessa di “non aver pensato a nulla nella seconda manche, solo ad attaccare al massimo per vedere quale risultato sarebbe venuto fuori, ma certo il podio è una grande sorpresa”, sul terzo gradino sono saliti sia Henrik Kristoffersen che Victor Muffat-jeandet. Il norvegese si è ripreso la leadership di Coppa del Mondo, pur perdendo il pettorale rosso di specialità, ma già guarda allo slalom di domani (“vediamo di fare un'altra buona gara dopo Campiglio, poi faremo i conti”), mentre il francese è felicissimo. “E' un risultato arrivato in maniera inaspettata e che spazza via la frustrazione per la gara di mercoledì scorso – spiega VMJ – Sono stato anche fortunato coi centesimi, visto che Kristoffersen mi ha solo pareggiato e Kilde è dietro di due centesimi, ma nella manche decisiva me la sono giocata dicendomi di spingere il più possibile. Il piacere di un podio qui vale dieci volte rispetto alla normalità”.
Slalom Gigante Maschile Adelboden (SUI)
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Le voci del podio a quattro di Adelboden. Kranjec: "Sapevo che sarebbe stato tutto possibile"
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