Sì, Mattia Casse può salire su un podio di Coppa del Mondo: l'analisi della crescita del piemontese

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Sci Alpinocoppa del mondo maschile

Sì, Mattia Casse può salire su un podio di Coppa del Mondo: l'analisi della crescita del piemontese

A 30 anni sembra finalmente arrivato alla maturità un talento attesissimo. I tre quinti posti in super-g nell'ultima stagione potrebbero essere solo un aperitivo del futuro. Parola di Dominik Paris...

Iridato junior in discesa a Megève 2010, Mattia Casse è sempre stato considerato un fenomeno inespresso ai massimi livelli del circo bianco.

Ci sono voluti parecchi anni per rivederlo a lottare per il vertice e i podi in Coppa del Mondo, ma ora il classe '90 di Moncalieri sembra davvero pronto per cogliere quei risultati che tutti attendevano da tempo. Il primo podio nel massimo circuito è stato accarezzato più volte nell'ultima stagione, ma facciamo un passo indietro nell'analisi della crescita di Mattia.

Il primo grande risultato in CdM arrivò il 5 dicembre 2015, nel famoso super-g di Beaver Creek che vide Marcel Hirscher ottenere la sua prima e unica vittoria nella disciplina; gara accorciata a poco più di un minuto sulla Birds of Prey e velocità ridotte, con l'azzurro che conclude quarto (ex aequo con Adrien Theaux) a pochi centesimi da Weibrecht, che colora il podio per due terzi a stelle e strisce visto che Ted Ligety si piazzerà secondo.

Poi cosa accadde? Neppure due mesi più tardi la settima piazza nel super-g di Kitzbuehel, una buona pre olimpica a Jeongseon e un finale di stagione ok, prima che l'annata 2016/17 cominci... malissimo. Casse non trova più il filo del discorso con la velocità, è sempre distante dai primi e ai Mondiali di Sankt Moritz subisce pure un infortunio serio, con la frattura al malleolo della caviglia destra che lo costringerà a tornare sotto i ferri pure nel corso della successiva estate.

Sì, rientrerà già per le gare in Val Gardena, ma senza qualifica olimpica e con il morale sotto i tacchi, un'altra stagione vola via e per il 2018/19 è difficile farsi un'idea sulle possibilità del piemontese. La partenza è cauta, ma le sensazioni buone arrivano nel corso dell'inverno e, dopo il ritorno al successo in Coppa Europa (discesa di Wengen, quinto sigillo della carriera in questo circuito), ecco l'8° posto nel suo amato super-g, in questo caso ai campionati del mondo di Are.

E dopo un'estate senza intoppi, Casse può sbarcare a Lake Louise davvero pronto per dimostrare il suo valore, all'inizio della stagione 2019/20: 5° posto in super-g, a soli 11 centesimi dal terzo gradino del podio occupato alla pari da Kriechmayr e Caviezel. E' il secondo miglior risultato di sempre dopo quel famoso giorno a Beaver Creek, bissato in altre due occasioni a Kitzbuehel e Saalbach, sempre in super-g; è la continuità trovata da Mattia, però, a convincere sulla solidità di un atleta ormai maturo, non a caso sesto nella classifica della Coppa del Mondo di specialità.

In discesa è mancato qualcosa in gara, dopo prove sempre di qualità, con la top ten sfiorata a Kvitfjell (proprio nell'ultima gara il top in specialità col 13° posto), a Kitzbuehel e Wengen di nuovo in top 15. E se un certo Dominik Paris, a precisa domanda sull'eredità lasciata ai compagni dopo il grave infortunio pre Kitzbuehel, ha risposto che “Mattia Casse ha tutte le possibilità di giocarsi le primissime posizioni in ogni gara”, allora il pass per il paradiso è già nelle mani di un ragazzo chiamato a diventare anch'egli un riferimento.

Resta solo da utilizzarlo al meglio.

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