Lundby vs Takanashi vs Althaus – atto terzo: si accettano sorprese!

Lundby vs Takanashi vs Althaus – atto terzo: si accettano sorprese!
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Sci NordicoPresentazione stagione 2019-'20

Lundby vs Takanashi vs Althaus – atto terzo: si accettano sorprese!

Tra pochi giorni prenderà il via la Coppa del Mondo femminile del salto con gli sci: andiamo a vedere quali saranno i temi principali del prossimo inverno agonistico.

Nel week-end tra il 6 e l’8 dicembre prossimi a Lillehammer sarà inaugurata la nona edizione della Coppa del Mondo femminile del salto speciale. L’ultimo biennio ha visto la prepotente scalata di Maren Lundby al gotha della disciplina, partita a fine 2017 da talento ancora non totalmente espresso e giunta nel marzo scorso ad essere la più grande saltatrice di tutti i tempi.

Parallelamente all’ascesa della norvegese è avvenuta anche la consacrazione di Katharina Althaus che però al momento risulta essere la più grande piazzata di sempre. Tendenza inversa, invece, per Sara Takanashi che è passata da essere la donna da battere al ruolo di comparsa nel finale della scorso inverno, il peggiore della sua illustre carriera.

In attesa di vedere se effettivamente Lundby, Althaus e Takanashi intraprenderanno un “triello” per la conquista della sfera di cristallo, andiamo a vedere qual è il contesto in cui si cimenteranno nel cercare di raggiungere l’obiettivo grosso: cominceremo da un inquadramento spazio-temporale analizzando il calendario stagionale, per giungere a cosa ci si può aspettare dalla squadra italiana, passando per le favorite, outsider, suggestioni e possibili sorprese di un inverno che si annuncia molto interessante.

CALENDARIO 2019-‘20

Durante il congresso d’autunno della FIS tenuto ad inizio ottobre a Zurigo è stata confermata la versione definitiva del calendario stagionale del massimo circuito femminile del salto speciale. Per la terza volta nella storia – abitualmente ogni quattro anni – ci sarà l’assenza di main event che porrà giocoforza tutti i riflettori sulla Coppa del Mondo.

Dopo la svolta epocale di un paio di estati fa, quando si decise di puntare maggiormente sulle gare dai trampolini grandi, quest’anno sarà di transizione ed assestamento delle novità, seppur l’incipit stagionale sarà a trazione degli impianti di grandi dimensioni. Infatti le prime cinque competizioni in programma saranno disputate tutte su Large Hill, per di più decisamente imponenti e con incidenze dal vento notevoli.

L’opening si terrà sull’HS 140 di Lillehammer con due prove individuali – da notare che rispetto al 2017-’18 e 2018-’19 verrà accantonato il Triple, in quanto si ritornerà proprio su questo trampolino nel mese di marzo e quindi si è voluto evitare di avere uno squilibrato numero di gare in una singola location –, dunque la pausa natalizia comincerà dopo la tappa di Klingenthal, congiunta al settore maschile. La ripresa delle ostilità sarà come abitudine degli ultimi tempi in  Giappone, ove per la seconda stagione consecutiva si salterà sull’imprevedibile Ōkurayama di Sapporo, in avvicinamento al primo Normal Hill stagionale in quel di Zaō.

Dalla prefettura di Yamagata comincerà il periodo delle “classiche”, poiché tornando nel vecchio continente si affronteranno gli impianti di Rasnov, Oberstdorf, Hinzenbach e Ljubno che con buona continuità hanno ospitato la Coppa del Mondo negli anni passati.

Il gran finale di stagione a marzo riproporrà in serie la seconda edizione sia del Raw Air che del Russia Blue Bird Tour: in 16 giorni si terranno la bellezza di 7 competizioni individuali tra la Norvegia – ad Oslo, Lillehammer e Trondheim – e la Russia – a Nizhny Tagil e Chaikovsky – per un vero tour de force considerando gli spostamenti tutt’altro che banali.

Riassumendo, l’annata del salto speciale femminile comincerà venerdì 6 dicembre e terminerà domenica 22 marzo, affronterà nel frattempo 21 prove individuali (10 su Normal Hill ed 11 su Large Hill) e due a squadre (ambedue su Normal Hill). Per la prima volta nella storia della Coppa del Mondo avranno un’incidenza maggiore gli impianti di grandi dimensioni e proprio le prime 5 competizioni potrebbero portare a nuove dinamiche in alta classifica.

LE DONNE DA BATTERE

Maren Lundby – Le sono bastate un paio di stagioni per riuscire a vincere tutti i titoli della disciplina, completando la triple crown per la prima volta nella storia: sfera di cristallo (sia nel 2017-’18 che nel 2018-‘19), oro olimpico ed alloro iridato, ovviamente tutti a livello individuale. Agli ultimi Mondiali di Seefeld ha trascinato la Norvegia anche ad un paio di medaglie di bronzo nei Team Event, tutt’ora la si può considerare il saltatore scandinavo più grande di sempre (è stata usata l’espressione al maschile proprio perché lo è senza distinzione alcuna di sesso). Per quanto fatto negli ultimi due anni non può che essere lei a dover fare i conti con i favori del pronostico, ma attenzione che durante l’off-season non sono mancati gli inconvenienti. Infatti ad agosto, in piena lotta per la conquista del Summer GP, durante un allenamento è rovinosamente scivolata sull’inrun armeggiando sulla stanga di partenza, suo malgrado non ha incontrato nulla sulla propria strada ed è finita per cadere letteralmente dal trampolino procurandosi dei traumi non banali. Da allora di tempo ne è passato in abbondanza, quindi non dovrebbe accusare alcun ritardo di condizione ma attenzione ai possibili strascichi di carattere mentale che potrebbe lasciare quest’episodio. In ogni caso già nei campionati nazionali di ottobre ha fatto capire di essere pronta, avendo dominato difronte a compagne di squadra che abitualmente frequentano i quartieri nobili della classifica.

Katharina Althaus – I suoi numeri parlano emblematicamente: due secondi posti nella graduatoria assoluta della Coppa del Mondo, due argenti individuali ottenuti tra Giochi Olimpici e Mondiali. Al momento è la più grande piazzata della disciplina, quindi le urge sbloccarsi finalmente quando bisogna raccogliere appieno i frutti di una stagione intera. Durante l’estate è stata una delle poche tedesche a non esser dovuta passare dall’infermeria, ma nonostante ciò non è mai riuscita a rubare particolarmente l’occhio: è chiaro che le gare su plastica contano relativamente poco rispetto a quelle su neve, ma  possono dare indizi importanti. L’impressione è che negli scorsi mesi non era in peso forma, resta comunque un'atleta di livello assoluto che sa presentarsi al meglio quando più conta: basti vedere quanto fatto nei mesi di dicembre 2017 e 2018, quando riuscì a portare a casa cinque dei suoi sette successi in gare di Coppa del Mondo, nonché due vittorie nella classifica del Lillehammer Triple.

Sara Takanashi 56 vittorie per un totale di 100 podi in 136 gare di primo livello disputate. I suoi numeri fanno  ancora paura, anche se l’ultimo biennio è stato il periodo peggiore della carriera – attenzione: in tutto ciò è arrivata anche la prima medaglia a cinque cerchi ma è stata “solamente” un bronzo. Se la tendenza dei risultati invernali è negativa, altrettanto non si può dire di quelli estivi in quanto nell’agosto scorso ha portato a casa l’ottavo titolo nel Summer Grand Prix. Ora il quesito fondamentale è: Takanashi riuscirà a tornare la saltatrice fenomenale che si vede abitualmente su plastica e che si è vista dominare la disciplina nel quinquennio a cavallo dei Giochi Olimpici di Sochi? Ai prossimi mesi l’ardua sentenza, però dal canto suo ha provato a modificare la propria tecnica per cercare di rimanere al passo con le ben più esplosive Lundby ed Althaus, senza finora riuscire a chiudere il cerchio.

Juliane Seyfarth – Tutto ciò che l’ha riguardata negli ultimi 12 mesi ha tutta l’aria di essere un qualcosa di paranormale. Presentatasi al via della passata stagione da veterana senza alcun risultato di particolare rilievo nella sua lunga carriera, è giunta a fine marzo 2019 con 4 successi ed altre 9 top-three in Coppa del Mondo, un bronzo iridato sfiorato, una vittoria schiacciante nel Russia Blue Bird Tour ed un gran bel terzo posto nella corsa alla sfera di cristallo. Inoltre quest’estate, per un secondo salto deficitario nella tappa di apertura di Hinterzarten, ha gettato alle ortiche la possibilità di imporsi nel Grand Prix, dimostrandosi comunque sempre donna da primissime posizioni – fatto confermato durante i campionati nazionali quando le compagne di squadra sono arrivate dopo la musica. Fatta questa premessa pare impossibile porle un limite perché tutti i limiti storici li ha già disintegrati: attenzione a lei che all’alba dei trent’anni potrà essere un vero e proprio crack.

Eva Pinkelnig – Qualche analogia con Seyfarth ce l’ha. In primis l’essere stata una delle più grandi sorprese durante lo scorso inverno – ma rispetto alla tedesca aveva un passato (quasi remoto) già di alto livello –, in secondo luogo a sua volta potrà far saltare il banco nei prossimi mesi. Venuta agli onori di cronaca nel primo biennio del quadriennio olimpico di PyeongChang da atleta che ha cominciato a saltare in età decisamente avanzata, tutta una serie di infortuni sembrava averle incrinato la carriera. Ritrovata la salute non ha impiegato molto per tornare a saltare come un tempo ed ora c’è curiosità di capire fin dove potrà spingersi. Rispetto a Seyfarth il palmares è inferiore in quanto consta di soltanto 3 podi, ma in quanto a potenziale potrebbe anche essere superiore grazie alla sua naturale forza esplosiva.

OUTSIDER

Prime tra le outsider non possono che figurare le slovene, dopotutto meriterebbero verosimilmente anche uno status superiore avessero qualche cimelio in più in bacheca. Nella squadra del Tricorno c’è grande curiosità sul ritorno alle gare della sfortunatissima Ema Klinec: durante il campionato nazionale di fine dicembre scorso, dopo un avvio di stagione di alto livello, la ventunenne di Ziri ha riportato una seconda rottura del legamento crociato di un ginocchio dopo quello che le fece saltare i Giochi Olimpici di Sochi; la convalescenza degli ultimi mesi ha seguito un iter con tempistiche standard e, tornata alle competizioni in autunno, Klinec si è dimostrata immediatamente competitiva seppur con qualche comprensibile titubanza nell’appoggio del telemark. Attenzione a lei che a questo punto rappresenta qualcosa più che una semplice suggestione.

Se  Klinec dovesse palesare qualche incertezza di troppo, la Slovenia potrà guardare con buon ottimismo a Nika Kriznar ed Ursa Bogataj: la prima e reduce da una serie di stagioni in continua crescita ed ora il passo successivo sarà quello di vederla con buona costanza sul podio, chissà anche in lotta per la sfera di cristallo vista la sua tecnica sopraffina in fase di volo che ben si sposa alle tante competizioni su trampolini grandi; ove Kriznar farà più fatica potrà invece esaltarsi Bogataj, protagonista assoluta dell’anno solare corrente in cui ha raccolto i migliori risultati della carriera.

Nel novero delle atlete di alta classifica non può mancare certamente la veterana di mille battaglie Daniela Iraschko-Stolz, ma sarà difficile vederla con continuità nella corsa alla Coppa del Mondo sia  perché gli anni cominciano a farsi sentire (ormai son 36!), sia perché è da un quadriennio che non passa indenne una stagione senza beghe di vario genere. Infine ha acquisito per propri meriti il rango di outsider Anna Odine Strøm, salita per la prima volta sul podio nel gennaio scorso ed ormai presenza fissa tra le prime 10/15 al mondo: per lei da segnalare una off-season tribolata a causa di un annoso problema fisico, tuttavia dovrebbe essere stato trattato in modo da non crearle problemi durante l’inverno.

SUGGESTIONI-SORPRESE

Tra le varie discipline nordiche il salto femminile è quella con le suggestioni più intriganti in quanto negli ultimi mesi tutta una serie di atlete si è affacciata prepotentemente alle posizioni che contano ed ora si testerà nell’arco di un inverno intero. Prima fra tutte la nuova campionessa mondiale juniores Anna Shpyneva, diciassettenne russa padrona di una tecnica sopraffina per l’età che ha e non ci sarà da sorprendersi dovesse emulare il rendimento della scorsa stagione dell’amica e compagna di squadra Lidiia Iakovleva, a sua volta da tenere in seria considerazione. Coetanea di Shpyneva è la francese Josephine Pagnier, autrice di un Summer GP notevole: i due astri nascenti classe 2002 affronteranno la stagione verosimilmente puntando da un lato sui campionati iridati di categoria ad Oberwiesenthal e dall’altro sui Giochi Olimpici giovanili di Losanna, che per la transalpina saranno anche di casa col fatto che si salterà sul trampolino di Premanon.

Guardando alle atlete uscite da poco dall’età juniores c’è curiosità di capire i margini di miglioramento di Nozomi Maruyama ed Agnes Reisch: l’asiatica ha già vissuto una prima stagione nel massimo circuito, mostrando gara dopo gara notevoli miglioramenti, arrivando ad un rendimento in linea con quello di Yuki Ito, non proprio l’ultima arrivata; discorso diverso per la tedesca, il cui nome è da anni sulla bocca degli addetti ai lavori ma non ha mai avuto un riscontro effettivo, tra un’esplosione che ha tardato ad avvenire ed il pochissimo spazio in seno alla propria squadra. In estate, nella pletora di infortunate e convalescenti teutoniche (da Carina Vogt ad Anna Rupprecht, passando per Ramona Straub e Gianina Ernst), la ventenne di Isny si è proposta come terza forza Schwarz-Rot-Gold non distante dalle quotate Althaus e Seyfarth.

Possono rappresentare suggestioni importanti anche Irina Avvakumova e Chiara Hölzl. La russa avrà principalmente il compito di fare da chioccia alle giovanissime compagne di squadra e se dovesse ritrovare lo smalto dei giorni migliori pre-anno sabatico allora potrebbe togliersi delle soddisfazioni notevoli soprattutto sui trampolini grandi. L’austriaca, invece, è l’incognita per antonomasia, capace di tutto ed il contrario di tutto nel giro di breve tempo. Dovesse assumere una solidità mentale che spesso le è mancata nei momenti decisivi, allora potrebbe mettere totalmente a frutto il gran talento che si ritrova.

CASA ITALIA

Tra le suggestioni, nonché possibili sorprese c’è anche un’azzurra: Lara Malsiner. La diciannovenne di Ortisei ha finora seguito una carriera in linea con quella della già citata Kriznar, seppur raccogliendo mediamente qualcosa in meno della slovena. L’estate ha visto la giovane gardenese esprimersi ad alto livello ed ora ci sono aspettative importanti sull’inverno: l’Italia non è mai andata oltre un 12° posto in classifica generale della Coppa del Mondo raccolto da Evelyn Insam nella stagione 2012-’13; venisse migliorata questa statistica allora si tratterebbe di un trionfo, il tutto potrebbe già essere nelle corde della mezzana di famiglia Malsiner. Non così semplice, invece, sarà cercare di salire su un podio di giornata, ma con un ottimo stato di forma ed un pizzico di fortuna Lara potrebbe già riuscirci come fece ad esempio la sorella tre anni or sono.

Il secondo violino in casa Italia sarà Elena Runggaldier, quantomeno ai blocchi di partenza della stagione. La veterana azzurra sarà come sempre croce e delizia per il movimento italiano, capace di ottime gare nei contesti giusti e di disastrose quando qualcosa non girerà per il meglio. I segnali dati in autunno sono stati positivi, con il successo ai campionati italiani ed anche la vittoria nel primo test su neve a Rovaniemi, sempre battendo Lara Malsiner. Poi chissà che la coetanea Seyfarth non l’abbia ispirata con le sue imprese.

La nostra terza forza in campo in Coppa del Mondo sarà Manuela Malsiner: la ventiduenne vincitrice del titolo mondiale giovanile tre anni fa a Soldier Hollow è reduce dal secondo grave infortunio della carriera dopo quello occorso sul Large Hill di Planica nel marzo 2014, dunque al momento è ancora alla ricerca delle migliori sensazioni nel proprio salto, nel cercare di tornare quell’atleta capace di dare fastidio alle migliori al mondo.

Alle spalle delle tre atlete seguite direttamente da Janko Zwitter e Sebastian Colloredo c’è un movimento in crescita che punta a dare continuità di risultati nel prossimo futuro. Per quest’anno sarà difficile vedere in Coppa del Mondo Veronica Gianmoena ed Annika Sieff dato che il calendario della Continental Cup della combinata nordica prevede diverse gare in parallelo al massimo circuito del salto in differenti location. Dando un’occhiata alle giovani specialiste, ci sarà da monitorare la crescita di Jessica Malsiner ed il recupero dall’intervento chirurgico ad un ginocchio per Giada Tomaselli, ambedue saranno focalizzate sui Giochi Olimpici giovanili e sui Mondiali Juniores.

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