Nell'edizione della Coppa del Mondo appena terminata, sono state ventotto le vittorie individuali per lo squadrone norvegese, eguagliando il bottino della scorsa stagione: il top scorer è stato Johannes Klaebo, con sedici successi. Pesa, senza ombra di dubbio, su questi numeri impietosi l'assenza forzata dei russi, gli unici che potevano battagliare con gli scandinavi soprattutto a livello distance. Ad ora è impossibile fare previsioni su una loro possibile riammissione per la prossima stagione, ma la FIS dovrebbe porsi qualche interrogativo...
Come da previsione, la Norvegia ha letteralmente dominato la CdM 2023/2024. Su trentatre prove individuali andate in scena, i norge hanno conquistato ben ventotto successi (stesso risultato della scorsa stagione quando le gare individuali furono solo trenta). Numeri che testimoniano lo strapotere dello squadrone scandinavo, soprattutto a livello distance, dove solo in tre occasioni non è arrivata una vittoria norvegese (10 km TC di Dobbiaco con successo del finnico Perttu Hyvarinen, final climb sul Cermis con trionfo del francese Jules Lapierre e 10 km TL di Minneapolis, dove vinse lo statunitense Gus Schumacher).
Johannes Klaebo si è confermato l'atleta più vincente, con sedici centri, ma non è riuscito a conquistare la sua quinta sfera di cristallo generale, a causa dell'assenza al Tour de Ski (oltre ad un sistema di punteggio che tende a premiare molto di più la presenza in tutte le gare rispetto al singolo risultato), che ha spianato la strada per il successo al connazionale Harald Amundsen, bravissimo comunque ad essere costante per tutta la CdM, facendo registrare tre vittorie (10 km TL di Oestersund, inseguimenti di Dobbiaco e Davos, oltre alla classifica generale del Tour de Ski).
La lista dei plurivittoriosi norge in questa stagione non finisce qui: Erik Valnes ha ottenuto quattro successi (sprint TC di Ruka, mass start 15 km TC in Val di Fiemme sprint e mass start 20 km TC di Oberhof) e Paal Golberg due centri (10 km TL di Gaellivare e mass start 20 km TC di Canmore).
Nelle gare sprint la concorrenza è stata sicuramente di livello più alto rispetto alle prove distance: due sigilli, infatti, sono stati quelli del transalpino Lucas Chanavat, che nel corso del Tour de Ski ha conquistato le sprint di Dobbiaco e Davos. Chicco Pellegrino ha provato a beffare nuovamente Klaebo, dopo la straordinaria gara di Davos del dicembre 2022, ma sulle nevi di Minneapolis si è dovuto accontentare di un 2° posto. La coppa di specialità, per la sesta volta in carriera, è andata proprio a Klaebo.
Tre i successi, non norvegesi, a livello distance, come riportato in precedenza: nella 10 km TC di Dobbiaco Perttu Hyvarinen ha sorpreso tutti con il 1° sigillo in coppa della carriera, la final climb del Tour de Ski sul Cermis, invece, ha premiato il transalpino Jules Lapierre, anche per lui il primo hurrà della carriera nel massimo circuito, mentre nella 10 km in skating di Minneapolis si è consumata la vera e propria sorpresa di stagione, con la vittoria dello statunitense Gus Schumacher. Per il resto a livello distance è stato un monologo norvegese, con ben sette atleti diversi saliti sul 1° gradino del podio (Klaebo, Valnes, Amundsen, Golberg, Krueger, Nyenget e Jenssen).
Su questa egemonia sicuramente pesa tantissimo l'esclusione forzata dei russi dalle competizioni FIS. L'ultima loro presenza in una gara del massimo circuito risale al 27 febbraio 2022, nella 15 km TC di Lahti, vinta da Iivo Niskanen, con Alexey Chervotkin e Alexander Bolshunov ai piedi del podio. Da quel momento, a causa del conflitto ucraino-russo appena iniziato, gli atleti russi furono esclusi dalla FIS a tempo indeterminato. A più di due anni dallo scoppio della guerra, nel mondo degli sport invernali, non ci sono mai stati veri e propri tentativi delle varie federazioni (FIS, IBU e FIL) di riammettere russi e bielorussi in gara, ovviamente con lo status di atleti neutrali.
Per la prossima stagione il futuro è ancora tutto da scrivere, ma ad ora non risultano esserci significativi passi in avanti per la loro riammissione, sia per motivi di sicurezza sia per il malcontento palesato da alcune nazioni con un importante peso specifico (come nel caso della Svezia poco prima dell'inizio della stagione appena terminata). In caso di ritorno, sicuramente lo spettacolo ne gioverebbe, ma purtroppo ci sono ragioni e interessi che sovrastano l'ambito sportivo.
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