Sci di fine primavera, anche in Svizzera poche stazioni prolungano la stagione in funzione delle nevicate

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Sci di fine primavera, anche in Svizzera poche stazioni prolungano la stagione in funzione delle nevicate

Analogamente alla situazione italiana, anche per i comprensori svizzeri la decisione di prolungare l’apertura degli impianti in funzione delle nevicate di fine stagione è particolarmente complessa. Le eccezioni di Zermatt e del Chäserrugg.

Dopo aver analizzato la situazione italiana in merito alle criticità di un prolungamento della stagione sciistica in funzione dell’entità delle nevicate primaverili, volgiamo lo sguardo alla vicina Svizzera, dove un’inchiesta del quotidiano online Blick fa emergere un quadro molto simile: sono poche le stazioni sciistiche di alta quota che mantengono aperti gli impianti fino al mese di maggio e gran parte di esse hanno già debitamente programmato la chiusura all’inizio del mese. È il caso di Engstligenalp – Adelboden, Diavolezza/Lagalb, Titlis-Engelberg e Ischgl/Samnaun (al confine con l’Austria), che chiuderanno gli impianti il 4 maggio. Fa eccezione Zermatt che, con una lunga tradizione alle spalle, proporrà l’apertura prolungata degli impianti in continuità con l’avvio dello sci estivo sul Ghiacciaio di Plateau Rosà. Iniziativa che, dallo scorso inverno, si estende anche alle piste del versante italiano di Cervinia situate sulla direttrice Plan Maison-Plateau Rosà. Dal 5 maggio sul versante svizzero, oltre alle funivie che raggiungono la sommità del Piccolo Cervino e che consentono di scendere, sci ai piedi, sino a Trockener Steg e a Testa Grigia, dove è possibile collegarsi col versante italiano, sarà in funzione con orario 9-14 anche la seggiovia Furggsattel. L’impianto chiuderà il 23 maggio. Il giorno successivo è prevista l’apertura dello skilift Plateau Breithorn, sempre fino alle ore 14. Dal 28 giugno il via ufficiale alla stagione dello sci estivo con l’apertura, dalle 7.40 alle 13, dei 3 skilift paralleli nel cuore del ghiacciaio di Plateau Rosà.

Oltre a Zermatt, l’apertura ad oltranza nel mese di maggio è praticata al Chäserrugg, cima di oltre 2.000 metri del Canton San Gallo. Lo skilift più a monte del comprensorio è tradizionalmente mantenuto aperto in tutte le mattinate di week-end e festivi, finché le condizioni lo consentono: “Finché ci sarà neve sul Chäserrugg, continueremo a offrire lo sci nei fine settimana qualora le condizioni fossero buone” spiega al Blick, Alex Singenberger della Toggenburg Bergbahnen, società di gestione degli impianti al Chäserrugg. Nel 2019, i visitatori hanno potuto sciare fino al 2 giugno: “Cercheremo di mantenere una struttura organizzativa flessibile e se le condizioni saranno quelle giuste rimarremo aperti il più a lungo possibile”. Una flessibilità garantita dal personale: “Pianifichiamo sempre il lavoro in modo tale che ciò sia possibile”. Per Singenberger, di fatto, si tratta di una scelta obbligata. Le aperture del comprensorio sciistico del Chäserrugg, non disponendo di un impianto di innevamento programmato particolarmente potente, sono infatti fortemente influenzate dalle condizioni meteorologiche, per cui è fondamentale essere flessibili: “Come dicono i contadini: bisogna fare il fieno quando il tempo è buono”.

Quello del Chäserrug, tuttavia, è un caso più unico che raro. Molte altre aree sciistiche della Svizzera non ritengono possibile applicare simili strategie. Tra le criticità la disponibilità di lavoratori stagionali, la cui scadenza dei contratti è stata definita da tempo: in caso di prolungamento andrebbero rinnovati e soprattutto il personale non dovrebbe aver già trovato una nuova occupazione stagionale per le settimane aggiuntive di apertura.

Il Blick evidenzia che nessuna destinazione aderente alla rete Magic Pass, comprendente un centinaio di comprensori sciistici in tutta la Svizzera, prevede di prolungare la stagione a breve termine. La gestione delle aperture primaverili è considerata un potenziale problema per molti gestori, dal momento che i costi per l’esercizio degli impianti rischiano di superare le entrate. Di qui la necessità, per quasi tutti, di fissare una data fissa per chiudere l'annata sugli sci: è un modo, di fatto, per offrire sicurezza e pianificare con calma. Secondo le varie voci interpellate dal Blick, adattarsi al meteo e ai cambiamenti del clima sul breve periodo, ora come ora, è un problema sia logistico sia, soprattutto, finanziario.

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Fabio Stella, neolaureato in pianificazione territoriale, ha concluso il suo percorso di studi al Politecnico di Torino con una tesi sullo sviluppo urbano delle località sciistiche che ha frequentato sin dall’infanzia. Si tratta di stazioni invernali che si sono ispirate al modello di sviluppo delle stazioni sciistiche integrate francesi. I grandi edifici e condomini che le caratterizzano, da molti ritenuti “ecomostri”, sono spesso frutto di ardite visioni di architetti e urbanisti di fama internazionale e testimoniano un’importante epoca dello sviluppo turistico alpino.