Il Comitato Tecnico Scientifico boccia il protocollo sanitario delle Regioni per l'apertura degli impianti

Il Comitato Tecnico Scientifico non approva il protocollo sanitario delle Regioni per l'apertura degli impianti
Info foto

pg fb Roccaraso.net

TurismoATTUALITÁ

Il Comitato Tecnico Scientifico boccia il protocollo sanitario delle Regioni per l'apertura degli impianti

Secondo l'ultimo dpcm, gli impianti di risalita sarebbero dovuti rimanere chiusi fino al 6 gennaio. Ma adesso sarà quasi impossibile dare il via alla stagione invernale subito dopo le feste natalizie. Il CTS ha rilevato numerose "carenze" nel piano consegnato dai governatori.

Il Comitato Tecnico Scientifico ha bocciato le linee guida proposte dalle Regioni per l’apertura degli impianti di risalita.

Nel verbale del CTS, riportato dal Corriere della Sera, si legge: “Una parte rilevante dei mezzi di risalita nei comprensori sciistici (in particolare cabinovie e funivie) presentano caratteristiche strutturali e di carico tali da poter essere assimilati in tutto e per tutto ai mezzi utilizzati per il trasporto pubblico locale (autobus, filobus, tram e metropolitane), rappresentando pertanto un contesto a rischio di aggregazione medio-alto, con possibilità di rischio alto nelle ore di punta in base alla classificazione del livello di rischio di contagio da SARS-CoV-2. Deve pertanto prevedersi un’efficace riorganizzazione del sistema degli impianti di risalita da affiancare a misure di prevenzione e protezione collettive e individuali che necessitano, comunque, della collaborazione attiva degli utenti che dovranno continuare a mettere in pratica i comportamenti previsti per il contrasto alla diffusione dell’epidemia".

Secondo gli esperti “potrà essere ammessa una occupazione al 100% delle seggiovie, con obbligo di indossare la mascherina chirurgica o di comunità e il divieto di abbassare la calotta antivento ove presente. Se invece dovesse rendersi necessaria la chiusura della calotta dovrà necessariamente prevedersi la riduzione della capienza al 50% anche per le seggiovie, fermo restando l’obbligo di mantenere la mascherina durante tutto il trasporto". Per gli impianti chiusi (cabinovie e funivie), invece, va operata la riduzione della capienza al 50% a cui associare sempre l’uso obbligatorio della mascherina.

Per quanto riguarda la vendita degli skipass, si sottolinea la necessità di declinare criteri chiari per la definizione di tetti massimi che tengano conto non solo delle quote giornaliere ma anche di quelle settimanali e stagionali. Viene suggerito inoltre "un sistema di prenotazione che possa consentire una gestione strutturata del numero di utenti che possono effettivamente accedere ai comprensori sciistici ed ai relativi impianti di risalita in ogni singola giornata, anche attraverso il coordinamento non solo (come già previsto) con i rappresentanti di categoria e le Autorità Sanitarie competenti, ma anche con i rappresentanti delle strutture ricettive".

Nel verbale si legge anche: "Mancano inoltre, nel documento, previsioni relative alla gestione dei flussi per il controllo dello skipass o di altre tipologie di titoli di accesso. Poiché le presenti linee guida devono potersi applicare a tutti i contesti sul territorio nazionale, è necessario mettere a punto misure idonee a evitare assembramenti e a ridurre le occasioni di contatto in tutte le realtà in cui la verifica del titolo di viaggio non possa essere svolta con modalità contact-less, soprattutto nei prevedibili momenti di maggiore afflusso e comunque nel corso dell’intera giornata".

Infine il CTS scrive che “le misure proposte possono trovare applicazione solo nel caso in cui l’andamento epidemiologico a livello di Regione o Provincia Autonoma sia compatibile con la classificazione del rischio nella cd. zona gialla”.


© RIPRODUZIONE RISERVATA
1k
Consensi sui social