TEST: Salomon S/Pro Supra 120 con BOA

Salomon S/PRO Supra
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TEST: Salomon S/Pro Supra 120 con BOA

Come va il sistema Boa sugli scarponi da pista? E' efficace/comodo? Ma soprattutto funziona? Dallo scorso anno, quando il Boa ha invaso gli scaffali dei migliori negozi, tanti si fanno questa domanda. Lo abbiamo messo alla prova!

In realtà quello di oggi è un triplo test: materiali, località e accomodation!
Immaginatevi di essere appassionati di materiali, di aspirare di provare per primi le novità che il mercato offre. Immaginatevi di essere invitati in uno dei migliori comprensori d’Europa e alloggiare in un residence che rappresenta un unicum nel panorama alpino italiano. E’ proprio il test di oggi.
Con il plus di poter sciare con uno degli ingegneri che ha sviluppato negli anni il Boa sugli scarponi da pista e a cui carpire qualche informazione in più e con cui confrontarsi direttamente in pista sulle peculiarità del sistema.

Nella splendida cornice di Plan de Corones, un comprensorio con oltre 130 km di pista, con innevamento programmato, tra gli oltre 7km della Ried e le pendenze varie della Marker, su neve stupenda e con qualche grado sotto lo zero, ho testato la chiusura Boa su uno scarpone della medio-alto gamma di Salomon
Si tratta del Salomon S/PRO Supra BOA con durezza 120 e sistema Grip-walk, uno scarpone che va a proporsi ad un numero veramente elevato di sciatori. Il profilo ideale è lo sciatore che macina chilometri di piste sci ai piedi, non disdegna un buon pranzo in pista e saluta le pista alla chiusura, facendo l’ultima discesa alle 16.30 di pomeriggio. Insomma, è un prodotto pensato per chi vuole sciare tanto e ricerca molto comfort piuttosto che performance elevate.
Il flex di 120 è in realtà un po’ più morbido del nominale ma in questo caso mi è parso che il flex non serva tanto a garantire un ritorno elastico o precisione di sciata, piuttosto a sostenere la sciata.

Ma veniamo al Boa: la regolazione è comoda, non c’è dubbio. E’, anzi, molto comoda e millimetrica. L’entrata nello scafo non ha nessun problema, con il Boa tutto aperto non c’è differenza rispetto ad uno scafo con i classici ganci.
Regolare con il guanto la chiusura è altrettanto facile e non si ha alcun impedimento nel farlo, sia a stringere che ad aprire. Il Boa, in apertura, può funzionare in due modi: non solo ruotando in senso inverso (e qui serve per allentare di poco la chiusura o regolarla meglio) ma anche tirandolo verso l’alto e sbloccando il movimento.
La sensazione di chiusura che offre il Boa è diverso rispetto a quello tradizionale dei ganci. Con questi ultimi si sente sempre una pressione più elevata nella zona di chiusura, e chi scia ad ali livelli va sempre a ricercare quella “morsa”. La chiusura del Boa è meno serrata ma molto più omogenea, perché va a stringere le plastiche, facendole convergere.
Il piede si sente avvolto ma non oppresso, e questa sensazione può piacere e non piacere.
Andando a chiudere al massimo l’estensione del Boa sentivo più pressione del normale sul collo del piede ma le dita ancora molto libere. Chi scrive ha infatti una pianta medio stretta, nel senso che lo scarpone Race è troppo stretto e in quello commerciale c’è un po’ troppo volume, il last ottimale è il 96. Il Salomon che avevo ai piedi era un 100 - 106 mm di last, a seconda della chiusura del Boa.
Durante la giornata non ho mai avuto un problema al piede, il comfort è sempre stato elevato nonostante io sia abituato ad avere degli scarponi molto più precisi, soprattutto nella trasmissione degli impulsi.
Ecco, è proprio quest’ultimo aspetto che mi ha fatto riflettere: per come viene commercialmente proposto il Boa non va a rivolgersi agli sciatori abituati ad uno scarpone Race ma a tutta quella gamma di sciatori che, invece, vuole uno scarpone più comodo o fare il salto di qualità, magari dopo anni di noleggio o trovandosi a dover cambiare prodotto per raggiunti limiti di età (dello scarpone!). Agli sciatori di livello 4-5 e quasi 6, mi sento di consigliare il Boa quasi ad occhi chiusi, perché va a migliorare il comfort generale.
Quasi tutti i marchi infatti propongono il Boa su piante medio-larghe e su scarponi allround/allmountain, mentre sarebbe a mio avviso indicato offrirlo anche su prodotti Top gamma oppure su volumi stretti.

Salutando le piste di Plan de Corones, non prima di fare due Prè da Peres per saggiare meglio il Salomon, si rientra in hotel: Ama Stay. 
Come dicevo all’inizio la soluzione che offre Ama Stay è un unicum nelle Alpi, almeno italiane. Camere o appartamenti, ristorante e bar e l’immancabile wellness in una struttura costruita da zero. Gli ideatori e gestori (i fratelli Promberger) hanno avuto il gusto di arredare tutta la struttura con pochi (ma ottimi) materiali: legno e pietra. Colori soft, ambienti comuni incredibilmente spaziosi, rumori ovattati e illuminazione studiata: il cliente si sente subito “a casa”. Lo stress, anche quello che alla fine ci portiamo in vacanza, rimane davvero fuori dall’Ama Stay. 
Il grande plus che offre Ama Stay, oltre al concept visivo, è la possibilità di lavorare nelle business room che si trovano in ogni piano, con spazi condivisi, cabine per video call dell’ultimo minuto e fibra ottica.
E aggiungo: il fatto di essere stato pensato da zero. Tutto è nuovo, tutto è ragionato, tutto è omogeneo. Non è un hotel riconvertito o un hotel che è stato più volte ristrutturato e ingrandito. E’ stato costruito ex novo, con uniformità di pensiero e concept in un ambiente, in ogni caso, giovane e familiare (solo 40 camere e 40 mini appartamenti).

Alla fine ancora tre consigli.

A chi consiglio il Boa? Allo sciatore medio-elevato, che ricerca comfort e “zero sbattimenti”, e attraverso la comodità e la sicurezza, aumentare la performance. L’utilizzatore ideale (per come attualmente è posizionato sul mercato) è lo sciatore che parte alle 10 di mattina e rientra alla chiusura degli impianti

A chi consiglio il Plan de Corones? A chi vuole sciare. Sembra banale ma non lo è. Il Kronplatz punta tutto sullo sci. Ci sono località con più piste, località con vista migliore, località più comode da raggiungere dalle grandi città, località con più festa in pista. Ma se si vuole sciare, sfruttando l’attrezzatura moderna sulle piste larghe, senza fare code, su neve invernale sempre perfetta non credo ci sia posto migliore del Plan de Corones. E forse non si cerca davvero questo?

A chi consiglio l’Ama Stay? A chi cerca un riparo dai cliché. Ci sarà sempre un hotel più grande, che offre un menù più buono o un wellness enorme. Ama Stay offre invece la possibilità di staccare la spina in un ambiente raffinato, di classe e alla mano.

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