Il CIO contro la riforma del CONI. A rischio Tokyo 2020 e Milano-Cortina 2026

Il CIO contro la riforma del CONI. A rischio Tokyo 2020 e Milano-Cortina 2026
Info foto

CONI - GMT Sport

Olimpiadi

Il CIO contro la riforma del CONI. A rischio Tokyo 2020 e Milano-Cortina 2026

Il disegno di legge di riforma dell'ordinamento sportivo è contrario alla Carta Olimpica che richiede l'autonomia dello sport dalla politica. Dura lettera ufficiale del CIO a Giovanni Malagò.

Coinvolto dal presidente del CONI, Giovanni Malagò che il 30 luglio ha inviato a Losanna copia del Disegno di Legge sull'ordinamento sportivo che è in discussione in Parlamento, il Comitato Olimpico Internazionale reagisce, in modo irrituale poichè non è sua abitudine intervenire su progetti non ancora trasformati in legge, duramente con una lettera ufficiale firmata da James MacLeod, responsabile dei rapporti con i comitati olimpici nazionali, i NOC. 

La lunga missiva elenca i punti fondamentali della riforma che violerebbero la Carta Olimpica. Nel testo della proposta, il primo articolo si prevede che Il Governo sia delegato ad adottare, entro dodici mesi dalla data di entrata in vigore della legge, uno o più decreti legislativi per il riordino del Comitato olimpico nazionale italiano (CONI). Il Comitato Olimpico Internazionale osserva come, per rispettare la carta olimpica, "il CONI non dovrebbe essere “riorganizzato” mediante decisioni unilaterali da parte del Governo. Il CONI dovrebbe essere un’organizzazione autonoma e legittimamente indipendente governata prioritariamente dalla Carta Olimpica e dal proprio statuto, nell’ambito delle leggi applicabili in base alle quali è legalmente registrato nel Paese. La sua governance interna e le sue attività devono essere stabilite e decise nell’ambito del proprio Statuto, e la legge non dovrebbe avere per obiettivo un “micromanaging” della sua organizzazione interna e delle sue attività". Da Losanna si arriva anche a suggerire quale dovrebbe essere non solo il testo corretto ma l'approccio in rispetto alle norme a cinque cerchi. I decreti dovrebbero essere mirati non a riordinare il Comitato Olimpico Nazionale ma a supportarlo nelle sue attività secondo alcuni principi in piena ottemprenza della Carta Olimpica.  

E' una differenza sostanziale che il CIO è pronto a difendere con tutte le armi a sua disposizione che al momento sono solo agitate quando si legge "per evitare eventuali complicazioni inutili e/o ulteriori azioni".

I punti di attenzione evidenziati dalla lettera del Comitato Olimpico Internazionale vanno oltre: l'area di responsabilità di un NOC non può essere limitata alla attività olimpica, le Federazioni sportive nazionali non possono essere completamente autonome rispetto al CONI al quale devono essere vincolate per il rispetto degli Statuti e della Carta Olmpica e, infine, un tema di governance interna come il numero di mandati degli organi del CONI non può essere deciso per legge ma deve essere deciso dalla stessa assemblea del Comitato Olimpico Nazionale.

Il CIO abbatte i pilastri del disegno di legge e lo riscrive da capo a piedi offrendo la sua disponibilità a lavorare insieme sin da questa settimana. Se il Governo non allineasse il disegno di legge alle richieste di Losanna, esporrebbe il CONI alle sanzioni previste qualora un comitato olimpico nazionale venga ostacolato nella sua attività dal governo di un paese che possono arrivare fino alla sospensione o al ritiro del riconoscimento del comitato olimpico stesso

La conseguenza di una eventuale sospensione sarebbe l'impossibilità di partecipare ai Giochi Olimpici, con gli atleti costretti a sfilare con i colori della bandiera olimpica, e il divieto di organizzare manifestazioni nel quadro di riferimento del CIO. Si potrebbe, di conseguenza, arrivare a una presenza tra un anno alle Olimpiadi di Tokyo di una delegazione di atleti che non rappresenterebbe l'Italia e, addirittura, a una eventuale riassegnazione dei Giochi Invernali del 2026 se il problema persistesse. 

 

 

© RIPRODUZIONE RISERVATA
302
Consensi sui social