La quindicesima puntata del romanzo olimpico invernale nella quale oltre al nostro Albertone sono sugli scudi la pattinatrice di figura Katarina Witt, quella di velocità Yvonne van Gennip, che vince tre ori individuali, e il saltatore finlandese Matti Nykänen, autore di una tripletta nel salto finora mai ripetuta.
La città ospitante dei quindicesimi Giochi olimpici invernali viene scelta nell’84a sessione del CIO del 30 settembre 1981 a Baden-Baden, Germania Ovest. Al primo turno la canadese Calgary raccoglie 35 voti contro i 25 della svedese Falun e i 18 di Cortina d’Ampezzo. La Perla delle Dolomiti viene eliminata e quindi si va al ballottaggio che vede prevalere Calgary per 48 a 31. I Giochi bianchi tornano in Nordamerica dopo otto anni ma per la prima volta approdano in Canada, e per la precisione nella città più popolosa e ricca dello stato dell’Alberta. Questi Giochi, durante i quali vanno in scena sport per ora ancora dimostrativi come curling, freestyle e short track, sono pieni di grandi protagonisti ma anche di personaggi curiosi: non possiamo non ricordare, per quanto riguarda il bob, il debutto della Giamaica, con relativo celeberrimo ribaltamento dell’equipaggio della gara a quattro sempre cliccatissimo su Youtube, e per quanto riguarda il salto con gli sci, le modestissime prestazioni dell’occhialuto britannico Eddie “Eagle” Edwards, sia lui sia i giamaicani diventano però famosissimi proprio a causa di queste loro folcloristiche performance.
Le nazioni partecipanti salgono a 57 mentre gli eventi sono 46, sette in più di quelli di Sarajevo: nello sci alpino tornano dopo quarant’anni nel programma olimpico le combinate, che vanno entrambe all’Austria, con l’eterno piazzato Hubert Strolz vincitore tra gli uomini e Anita Wachter tra le donne; debuttano i superG e quello delle donne è vinto da un’altra austriaca, Sigrid Wolf, mentre in quello maschile Franck Piccard riporta alla Francia un oro a cinque cerchi invernale dopo vent’anni di digiuno; poi ci sono le prove a squadre di salto e combinata nordica, vinte rispettivamente da Finlandia e Germania Ovest, e infine arriva la distanza più lunga del pattinaggio di velocità femminile nella quale l’olandese Yvonne van Gennip, che due mesi prima era stata ricoverata in ospedale per un’infezione al piede destro, completa un clamoroso tris d’oro battendo ancora una volta le favoritissime tedesche orientali esattamente come aveva già fatto sui 1500 e sui 3000.
L’unica gara del pattinaggio veloce femminile che la Germania Est riesce ad aggiudicarsi è quella dei 1000 metri grazie a Christa Rothenburger, che pochi mesi dopo alle Olimpiadi di Seul vincerà l’argento nella velocità del ciclismo diventando la prima e unica atleta della storia uomini compresi ad aver vinto medaglie ai Giochi estivi e a quelli invernali nello stesso anno. La stessa Rothenburger, campionessa uscente dei 500 metri, scende al di sotto del suo record del mondo sulla distanza più corta ma viene battuta per soli 2 centesimi dalla statunitense Bonnie Blair. In campo maschile le due distanze più corte vedono il dramma familiare dello statunitense Dan Jansen, che racconteremo però in un’altra puntata della storia olimpica invernale, i 500 metri sono del tedesco est Uwe-Jens Mey e i 1000 del sovietico Nikolay Gulyaev, della Germania democratica anche i 1500 con André Hoffman mentre lo svedese Tomas Gustafson conferma il titolo sui 5000 e ci aggiunge anche quello dei 10000.
Due le doppiette d’oro che riescono per la prima volta ai Giochi invernali in questa edizione: quella del tedesco Est Frank-Peter Rötsch nella sprint e nell’individuale del biathlon (mentre la staffetta va per la sesta volta consecutiva all’Unione Sovietica) e quella di Matti Nykänen nei due trampolini del salto con gli sci, il turbolento saltatore finlandese aggiunge addirittura un terzo oro vincendo anche la già menzionata gara a squadre coi suoi compagni completando una tripletta che finora non è stata eguagliata da nessuno. Nel pattinaggio di figura, detto che l’artistico a coppie (per la settima volta di fila) e la danza sono appannaggio dell’Urss, rispettivamente con Ekaterina Gordeeva e Sergey Grinkov e con Natalya Bestemyanova e Andrey Bukin, la gara maschile e quella femminile passano alla storia.
Quella degli uomini è nota come la “battaglia dei Brian” tra lo statunitense Boitano e il canadese Orser, che vede prevalere di strettissima misura il primo mentre il beniamino di casa si deve accontentare dell’argento come a Sarajevo: nessun canadese, come ai Giochi estivi di Montreal 1976, riuscirà a vincere un titolo olimpico. Tra le donne va in scena il “duello delle Carmen”: sia la bellissima tedesca Est Katarina Witt, campionessa uscente, sia la coloured statunitense Debi Thomas pattinano il programma libero sulle note dell’opera di Bizet, ma mentre Katarina esegue un programma elegantissimo ma senza rischi eccessivi, e ciò le basta per essere la prima dopo Sonja Henie a riconfermarsi campionessa olimpica nell’artistico femminile, Debi commette numerosi errori e deve addirittura lasciare l’argento alla canadese Elizabeth Manley accontentandosi del bronzo ma diventa la prima medagliata di colore ai Giochi invernali.
Nel bob il dominatore di Sarajevo, il tedesco est Wolfgang Hoppe, è costretto due volte all’argento: nella gara a due per colpa di una brutta (e contestata dagli atleti per le condizioni in cui si è disputata) seconda manche, e il successo va al sovietico di Lettonia Jānis Kipurs; nella gara a quattro lo svizzero Ekkehard Fasser si inventa una quarta manche superlativa che gli permette di scavalcare Hoppe e di chiudere la carriera nel modo più bello. E’ svizzero anche il titolo della combinata nordica individuale, disputata per la prima volta col metodo Gundersen, per merito di Hippolyt Kempf, così come nello sci alpino si impongono per la Confederazione l’immenso Pirmin Zurbriggen nella discesa maschile, con una prova magistrale che è ancora negli occhi di tutti quelli che l’hanno vista, e l’altrettanto immensa Vreni Schneider, che fa doppietta nel gigante e nello slalom femminile. La discesa delle donne, disputata sulla difficilissima pista di Nakiska, va invece alla tedesca occidentale specialista del superG Marina Kiehl. Tris della Germania Est nello slittino: nel singolo maschile Jens Müller respinge l’assalto del connazionale della parte occidentale Georg Hackl, nel doppio Steffi Martin, ora signora Walter, si conferma sul gradino più alto del podio, infine Jörg Hoffmann e Jochen Pietzsch si impongono nel doppio.
L’Unione Sovietica vince cinque titoli su otto nello sci di fondo ed è anche grazie a questi titoli, oltre a quello ormai abituale nel torneo di hockey su ghiaccio, nel quale perde solo la partita conclusiva con la Finlandia a giochi già fatti, che tornerà a imporsi nel medagliere. Negli sci stretti comincia la distinzione tra gare a tecnica classica, ossia in alternato, come si erano sempre disputate finora, e a tecnica libera, ossia col passo pattinato perfezionato soprattutto dallo statunitense Bill Koch. La 15 e la 30 km entrambe in alternato sono rispettivamente di Mikhail Devyatyarov e Aleksey Prokurorov, la 10 km classica della lituana Vida Vencienė e la 20 km skating di Tamara Tikhonova, quest’ultima vince anche la staffetta insieme alle tre altre frazioniste dell’Urss. La 5 km classica va alla giovanissima e luminosissima meteora finlandese Marjo Matikainen, mentre la Svezia si aggiudica le altre due gare maschili, la staffetta, disputata tutta a skating come quella femminile, e la 50 km a tecnica libera nella quale Gunde Svan arriva a quattro ori olimpici totali, di cui due individuali, precedendo il campione del mondo in carica, il 37enne “Grillo” Maurilio De Zolt, prima medaglia azzurra nel fondo dai tempi di Franco Nones.
Ed è proprio con l’Italia che vogliamo concludere questo capitolo dato che il più grande personaggio mediatico di questi Giochi insieme a Katarina Witt è Alberto Tomba, 21enne di Castel de’ Britti, provincia di Bologna, che dopo l’uscita alla terza porta del superG consacra la prima grande stagione della sua carriera dominando il gigante e due giorni dopo bissando il trionfo nello slalom rimontando dal terzo posto della prima manche. Vale la pena ricordare che il Festival di Sanremo, massima festa nazionalpopolare del nostro paese, quel sabato sera del 27 febbraio si fermò per seguire la vittoria di Alberto tra i pali stretti, tale era la popolarità del campione venuto dalla pianura emiliana dopo le sette vittorie stagionali in Coppa del Mondo tra slalom e gigante. Ma il bottino azzurro non si ferma qui dato che Johann Passler, altoatesino di Anterselva, riscrive la storia del nostro biathlon conquistando due bronzi prima nell’individuale e poi in staffetta con Werner Kiem, Gottlieb Taschler e Andreas Zingerle, questa è anche la prima medaglia in assoluto per l’Italia in una staffetta olimpica invernale.
Altri risultati di rilievo per la nostra rappresentativa il quarto posto di Ivano Camozzi nel gigante vinto da Tomba, i settimi di Michaela Marzola in superG e della campionessa uscente Paoletta Magoni in slalom, il sesto e il nono di De Zolt e Marco Albarello nella 15 km classica, il quinto il settimo e l’ottavo di Giorgio Vanzetta, Gianfranco Polvara e Albarello nella 30 km sempre in alternato, il quinto nella staffetta maschile che però sa di mezza delusione, il sesto di Manuela Di Centa nella 20 km skating femminile e infine Roberto Sighel fantastico settimo nei 10000 metri del pattinaggio di velocità, sport dove non abbiamo nessuna tradizione. Per una volta lo slittino non ci porta medaglie, il miglior risultato è il settimo posto di Kurt Brugger e Wilfried Huber nel doppio.
Riepilogo
15a edizione dei Giochi Olimpici invernali
Città ospitante e data di svolgimento: Calgary (Canada), 13-28 febbraio 1988
Atleti partecipanti: 1427 (1112 uomini, 315 donne)
Nazioni partecipanti: 57
Italiani partecipanti: 58 (42 uomini, 16 donne)
Portabandiera italiano: Paul Hildgartner (slittino)
Titoli assegnati: 46 in 11 sport
Apertura ufficiale: governatore generale Jeanne Sauvé
Giuramento olimpico degli atleti: Pierre Harvey (sci di fondo)
Giuramento olimpico dei giudici: Suzi Morrow
Ultimo tedoforo: Robyn Perry
Il medagliere
Unione Sovietica: 11 ori 9 argenti 9 bronzi
Germania Est: 9 ori 10 argenti 6 bronzi
Svizzera: 5 ori 5 argenti 5 bronzi
Finlandia: 4 ori 1 argento 2 bronzi
Svezia: 4 ori 2 bronzi
Austria: 3 ori 5 argenti 2 bronzi
Olanda: 3 ori 2 argenti 2 bronzi
Germania Ovest: 2 ori 4 argenti 2 bronzi
Stati Uniti: 2 ori 1 argento 3 bronzi
Italia: 2 ori 1 argento 2 bronzi
Francia: 1 oro 1 bronzo
Norvegia: 3 argenti 2 bronzi
Canada: 2 argenti 3 bronzi
Jugoslavia: 2 argenti 1 bronzo
Cecoslovacchia: 1 argento 2 bronzi
Giappone: 1 bronzo
Liechtenstein: 1 bronzo
Approfondimenti
Video
Calgary 1988, anche il Festival di Sanremo si fermò per Alberto Tomba
Eurosport, Martedì 29 Dicembre 2020BOLLETTINO NEVE
LOCALITÀ | I.APERTI | H. Min/Max |
---|---|---|
Alpe di Siusi | 22/24 | 50-80 cm |
Comelico superiore | 29/33 | 10-45 cm |
Ghiacciaio Presena | 29/30 | 20-70 cm |
Sestola | 13/14 | 80-100 cm |
Madesimo | 10/11 | 20-30 cm |
Klausberg | 11/11 | 35-84 cm |
Paganella | 19/20 | 35-45 cm |
Folgaria | 25/26 | 30-50 cm |
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