La ricostruzione del settore maschile deve partire dal disastro di Pechino, ma il tempo stringe

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La ricostruzione del settore maschile deve partire dal disastro di Pechino, ma il tempo stringe

La seconda Olimpiade senza medaglie per gli uomini azzurri non è un caso, anche se è mancato il miglior Paris. Domme ci sarà a Bormio tra 4 anni? La grande speranza per Milano-Cortina 2026 è Franzoni, sempre più solido dal gigante al super-g, ma i ricambi sono pochissimi (specialmente nella velocità). E quanto successo con Marsaglia non può essere dimenticato.

Un disastro, senza se e senza ma, visto che si tratta della conferma di una stagione di Coppa del Mondo già molto difficile (una sola vittoria, Paris a Bormio, e pochissimo altro) e, allargando l'orizzonte alla precedente edizione olimpica, dello “zero” di PyeongChang 2018.

L'Italsci maschile è uscita con le ossa rotte dai Giochi di Pechino e con un caso clamoroso, ancora tutt'altro che risolto, legato a quanto svelato da Matteo Marsaglia con la richiesta di rinunciare al super-g in favore di Mattia Casse. Tutto è partito dai soli sette posti in contingente per gli uomini, e anche questo è stato un grave errore di valutazione al netto di quanto successo nelle gare “farsa” emerse nelle ultime settimane, ma anche con 9 o 11 posti a disposizione, verosimilmente il risultato finale sarebbe stato lo stesso in termini di medaglie.

Il miglior piazzamento è stato il 6° posto dell'uomo faro del movimento, Dominik Paris, rimasto a secco per la seconda edizione consecutiva e certo non nel suo anno top, specialmente in super-g dove l'Italia è completamente mancata, con lo stesso Marsaglia risultato il migliore con un anonimo 18° posto. L'uscita di Luca De Aliprandini in gigante ha lasciato il team azzurro a secco, poi c'è l'8° posto di Giuliano Razzoli in slalom e il 10° di Christof Innerhofer in combinata, ma lontanissimo dai migliori in una specialità ormai non più sua.

Non è arrivata neppure una gioia dal team event e, ragionando già in chiave Milano-Cortina 2026, le prospettive rischiano di essere addirittura peggiori.

I ricambi in discesa sono pochissimi e, a quasi 37 anni, non sarà facile sperare in un Paris al cancelletto di partenza della “Stelvio” di Bormio che, salvo sorprese clamorose, ospiterà la discesa olimpica maschile. Innerhofer l'ha ribadito più volte, vuole continuare sognando anche i Giochi del 2026, ma le difficoltà delle ultime stagioni sono evidenti. Dietro a Marsaglia, Casse e un Buzzi completamente da ritrovare, c'è poco anche se, per ora in super-g (e in gigante, ma questo è un altro discorso) e presto forse anche in discesa, la grande speranza di un futuro importante risponde al nome di Giovanni Franzoni.

Tra le porte larghe situazione simile, con Luca De Aliprandini che avrà 35 anni compiuti a Milano-Cortina e, Franzoni e Della Vite a parte, tantissimo lavoro da fare per proporre una squadra vera nei Giochi di casa, passando ovviamente da una serie di risultati nelle prossime annate di CdM. E lo slalom? Qui il riferimento non può che essere Alex Vinatzer, sul cui talento non si può discutere seppur sia ancora da “levigare”, Sala è cresciuto tantissimo e siamo certi che il miglior Maurberger potrà giocarsela ai livelli più alti, dopo aver smaltito un infortunio serissimo.

Razzoli, Moelgg e Gross non ci saranno, ma per Theolier e Costazza un po' di luce si vede anche se, ancora una volta, i numeri non mentono e l'Italia non vince tra i pali stretti da oltre 5 anni.

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