Pellegrino d'argento, 4 anni dopo un altro capolavoro: "Klaebo non era imbattibile, ma che medaglia"

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Pellegrino d'argento, 4 anni dopo un altro capolavoro: "Klaebo non era imbattibile, ma che medaglia"

Il campione del fondo azzurro ha già reso positiva la spedizione di un movimento che già a PyeongChang festeggiò con il valdostano. La sprint odierna ci ha regalato un duello meraviglioso con il norvegese. E Chicco aggiunge: "Allenarsi con i russi è stata l'esperienza più interessante della mia carriera".

Solo un fenomeno come Johannes Hoesflot Klaebo gli ha tolto la possibilità, come quattro anni fa, di laurearsi campione olimpico della Sprint, ma quanta gioia per vedere di nuovo Federico Pellegrino d'argento, tra l'altro in una tecnica differente rispetto alla gara in classico di PyeongChang.

Un capolavoro quello del valdostano nella giornata odierna, arrivato in un'annata difficile (senza successi sinora in CdM), culminata però nella migliore maniera. Le sue parole alla FISI sono la descrizione di un percorso e di una carriera olimpica, con Pellegrino che ha saputo fino ad oggi tenere a galla un'intera nazione in questi anni difficili per il movimento. Di seguito le parole del post gara: “Otto anni fa a Sochi è stato un sogno, mi ha fatto capire che non era abbastanza il mio modo di allenarsi e vivere.

Quell'esperienza ha fatto scattare qualcosa nella testa, mi ha fatto diventare il più professionale possibile con i risultati che sono arrivati. Però il sogno era sempre al 2022, un sogno che si è trasformato in obiettivo che, come ho sempre detto, era arrivare qui e dimostrare il mio meglio. E che il mio meglio qui, anche oggi così come tante altre volte, abbia voluto dire medaglia olimpica è qualcosa di incredibile.

L'ultimo anno è stato difficilissimo, a livello mentale e a livello di pressione che io stesso mi sono messo sulle spalle. Ho fatto una scelta azzardata, che solo in questo momento può essere giustificata e mi rende orgoglioso del fatto che da un'idea, un'attitudine insita dentro di me, sia arrivato un altro grande risultato. Oggi tatticamente e tecnicamente ero il miglior Pellegrino e sono veramente felice. Sono un vincente, quindi appena passata l'emozione mi sono messo a pensare come avrei potuto battere Klaebo, perché oggi non era imbattibile. Non è stato il migliore delle volte in cui l'ho incontrato anche se lui è il migliore in assoluto.

Sono estremamente soddisfatto, provo un senso di appagamento incredibile. Come quattro anni fa, in pochissimi ci credevano e anche adesso, per come era iniziata la stagione. Grazie anche al mio modo di lavorare, ma in gran parte grazie alle persone che vivono e lavorano con me, a cominciare da mia moglie Greta (Laurent, ndr), passando per i tecnici che ci hanno seguito quest'estate, il mio compagno di allenamenti De Fabiani, lo skiman e il mio fisioterapista. Continuo a pensare che l'esperienza con i russi sia stata, a livello lavorativo, la più interessante della mia carriera ed è un approccio totalmente diverso e che appunto rimpiango di non aver provato prima.

Ho apprezzato il mio lavoro del 2014-2018 in cui ho dato tanto, ma non era più possibile continuare così perché avevo dato tanto e abbiamo reimpostato tutto modificando alcune cose. Non è andato a buon fine il piano A e doversi ritrovare dopo il terzo anno a ricominciare non è stato facile, ma ho avuto la fortuna e l'intelligenza di scegliere bene le mani nelle quali mettermi per dimostrare il meglio di me”.

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