Collisione tra due sciatori, il risarcimento passa per le vie legali

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Collisione tra due sciatori, il risarcimento passa per le vie legali

Siamo in Valle d’Aosta a La Thuile, in una bella mattina di sole splendente e ottima neve. Nei pressi dell'arrivo della sciovia la Combe sta per compiersi il disastro. Lungo la pista n 10 c’è un gruppo di sciatori che sta per arrivare alla sciovia tra cui un ragazzino di dieci anni.
A monte sopraggiunge a forte velocità, in posizione uovo, per sua stessa ammissione, il signor M.C.; passa rasente il gruppo di sciatori e riesce ad evitarli tutti, ma si scontra con un ragazzino proprio mentre questo stava facendo una curva nel tentativo di togliersi dalla traiettoria dell’adulto. Lo scontro è molto violento.

L’adulto investitore non riporta conseguenze, mentre appare subito chiaro che il minore ha la frattura scomposta del femore sinistro. L’intervento tempestivo della polizia e di un medico ortopedico non lasciano dubbi. Il bambino viene trasportato in toboga e poi all’ospedale per tutti gli accertamenti del caso e e ne esce con una prognosi superiore a 40 giorni.

La battaglia legale.
In un caso del genere, se non ci fossero stati i testimoni e se uno dei due coinvolti non fosse stato minorenne, ci sarebbe un concorso di colpa, ma in questo caso il signor M.C. riconosce la sua responsabilità e i genitori del bambino lo querelano per lesioni.

Occorre anche sottolineare che, nel caso di specie, non è ravvisabile nessuna responsabilità del gestore degli impianti perché la pista era ben battuta, la visibilità ottima e poco prima della strettoia era ben visibile e chiaro un cartello che indicava di rallentare perché in prossimità di incrocio. Il comportamento del gestore degli impianti è stato assolutamente corretto perché ha posto in essere tutte le condotte necessarie a garantire la sicurezza degli sciatori in pista.

I genitori del bambino, data la gravità della frattura, chiedono a titolo di risarcimento 38 mila euro all’investitore.
Qui incomincia una lunga serie di trattative tra avvocati e assicurazioni.

Per fortuna sua, il signor M.C. è assicurato con una polizza che copre la Responsabilità Civile anche per attività sportive e, in risposta alla richiesta dei genitori del minore, dopo aver consultato i certificati medici del ragazzino, offre 13 mila euro a titolo di risarcimento per l’invalidità  permanente del bambino valutata al 5%, oltre a tutte le spese mediche affrontate per il ricovero e interveto chirurgico.

Ai genitori questa offerta non pare ancora sufficiente e in quanto legali rappresentanti del figlio lottano per ottenere un risarcimento di 16 mila e 500 euro oltre alle spese mediche e legali nel frattempo maturate. Su questa cifra le parti si accordano in via definitiva. Si tratta di un esborso che il signor M.C. farà gravare sulla sua assicurazione.

La questione si chiude con la remissione di querela davanti al tribunale di Aosta che emette sentenza in cui dichiara: “Il non doversi procedere nei confronti di M.C. perché il reato è estinto per remissione di querela”.

Conclusioni.
Questo caso ha sicuramente molto da insegnare. Infatti, è la dimostrazione chiara di quanto la copertura assicurativa possa essere una vera ancora di salvezza. E’ sicuramente vero che la condotta di M.C. risulta colpevole e imprudente, ancora più grave se si pensa che nello scontro sia stato un minore ad avere la peggio, ma la sua lungimiranza nell’essersi preventivamente assicurato per RC in attività sportiva, questa volta lo ha graziato.

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