Conservare la neve per l'anno prossimo, da Davos a Sochi al Monte Bondone

accumuli di neve per la prossima stagione
Neve e Valanghe

Conservare la neve per l'anno prossimo, da Davos a Sochi al Monte Bondone

L'idea viene dalla Finlandia, ma negli scorsi anni sono stati soprattutto gli operatori svizzeri di Davos a far parlare di se per la consuetudine di ricoprire grandi ammassi di neve con segatura riuscendo a conservarli durante l'estate con una perdita di volume inferiore al 30%.  Un'operazione simile ma di proporzioni molto superiori assicurerà il buon funzionamento delle prossime olimpiadi invernali di Sochi in Russia, ma un'operazione simile si sta tentando anche al Monte Bondone, in provincia di Trento.

In Russia, il Comitato Organizzatore delle Olimpiadi di Sochi 2014 ha costruito un enorme deposito di neve nella stazione sciistica di Rosa Khutor, che ospiterà lo sci alpino e lo snowboard ai Giochi del prossimo anno. Gli organizzatori lavorano per conservare la colossale quantità di 450.000 metri cubi di neve prima del 15 aprile, quando il disgelo primaverile inizierà. Si cerca così di garantire che alle Olimpiadi Invernali del 2014 tutto vada alla perfezione, anche in caso di condizioni meteorologiche sfavorevoli il prossimo febbraio.   Le riserve di neve saranno coperte nei prossimi mesi da un strato di 40 cm di segatura appositamente trattata.   A coadiuvare i tecnici russi nell'operazione è anche presente un'azienda finlandese partner delle Olimpiadi del 2014.

In questi giorni anche i gestori della stazione sciistica di Monte Bondone stanno realizzando un cospicuo accumulo di neve in fondo alla pista del Lavaman, vicino allo snowpark.  L'obiettivo è quello di garantire, qualsiasi siano le condizioni meteo, la realizzazione dello snowpark per le prossime Universiadi, che si terranno in Trentino il prossimo dicembre.

L'ingegner Fulvio Rigotti, presidente della Trento Funivie, ha spiegato alla redazione del quotidiano l'Adige: «Intendiamo immagazzinare circa 25.000 metri cubi di neve, approfittando dell'abbondanza attuale. Contiamo se ne possa conservare quasi il 50% per l'inizio della prossima stagione, nella quale, lo ricordo, ospiteremo le Universiadi di Snowboard e Freestyle dall'11 al 21 dicembre». Un periodo che è oggettivamente a «rischio neve» sia nel caso che mancassero precipitazioni sia che le temperature fossero sufficientemente basse per produrre neve artificiale.

Rigotti, tra l'altro evidenzia come la conservazione della neve possa essere vantaggiosa anche dal punto di vista economico visti gli elevati costi della produzione di neve artificiale.  «Il costo varia a seconda dei cannoni utilizzati, ma la spesa si può stimare in 3 euro per metro cubo di neve prodotta artificialmente». Dunque per realizzare 12 mila metri cudi si possono spendere all'incirca 36 mila euro. A conti fatti - «e senza considerare il risparmio e il rispetto dell'ambiente, riducendo il consumo di energia elettrica» insiste Rigotti - se la previsione di risucire a conservarne il 50 per cento venisse rispettata, la Trento Funivie ci guadagnerebbe pure. I costi di mantenimento della neve sono stimati in circa 15 mila euro.

In tempi di crisi e di global warming, mettere la neve (caduta in grandi quantità in questo fine stagione) in cassaforte potrebbe diventare una moda da seguire anche per altre stazioni sciistiche italiane.

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