Lo snowfarming di Ayas mantiene la pista del Colle Sarezza in sicurezza geologica

Colle sarezza con la neve
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Lo snowfarming di Ayas mantiene la pista del Colle Sarezza in sicurezza geologica

Settemilacinquecento metri quadrati di teli sono stati posizionati ai 2700 metri del Colle Sarezza, sopra Champoluc, ad Ayas. I tecnici di Monterosa spa hanno completato l’operazione giovedì 27 aprile, dopo una settimana di lavoro.

Lo snowfarming di Ayas, che costa complessivamente 25 mila euro tra posizionamento e rimozione (che comporterà un’altra settimana di lavoro), a carico della società impianti, non è realizzato al fine di conservare la neve per anticipare l’avvio della stagione sciistica successiva. Il fine è ricostruire e mantenere un nevaio che, negli ultimi dieci anni, si è sciolto, lasciando il terreno sottostante nudo e a rischio crollo.

In questo caso lo snowfarming, che di solito accantona la neve affinché ce ne sia all’inizio dell’inverno, ricrea il nevaio, in modo che il permafrost non continui a fondersi. Poiché è complicato e costoso, lo snowfarming è più adeguato per le piste di fondo, o solo per alcuni tratti di pista da discesa, o per casi particolari come la preparazione della pista per la Coppa del Mondo di Sci a Cervinia. Una pista da sci necessita, infatti, di 20-40 mila metri cubi neve per poter essere preparata per l’inverno, occorrendo uno spessore di almeno 40 centimetri per sciare.

Il terreno è misto di rocce e ghiaccio”, spiega Franco Torretta, direttore tecnico di Monterosa spa. “Senza la copertura nevosa del nevaio esistente fino al 2013 si creavano smottamenti e frane, crepe e fessure incompatibili con l’utilizzo di una pista strategica per il comprensorio, perché collega Champoluc a Frachey. Per affrontare il problema geologico, prima si è cercato di bloccare la frana incipiente, ma i volumi in gioco erano troppo grandi. La soluzione trovata dal 2019 in poi è stata quella di ricreare il nevaio, riportando 15 mila metri cubi di neve, anche quella presente nei tratti precedenti e successivi, su quel tratto di pista, da coprire con teli di tessuto che la proteggono dalla fusione provocata dall’irraggiamento solare. Di solito lo snowfarming si fa in una conca o in una zona pianeggiante. Qui la difficoltà è posizionare la neve su un versante in forte pendenza, con ancoraggi dei teli con cavi d’acciaio e un sistema di srotolamento dei teli inventato e studiato ad Ayas per lavorare in condizioni difficili, con due battipista e sei persone”.
I teli saranno rimossi tra metà e fine settembre, prima delle nevicate e della battitura. Non troppo presto per non fare sciogliere la neve, non troppo tardi per non far nevicare sopra i teli. La neve caduta nel weekend successivo alla posa dei teli è stata solo di 15 centimetri e si scioglierà. I teli sono costati 80 mila euro e avranno una durata decennale, prima di avere un degrado chimico e meccanico. Essendo bianchi, da lontano è come vedere la neve. Ed è nullo il loro impatto sull’ambiente, anche perché sono posizionati su aree rocciose in cui l’erba non crescerebbe neppure d’estate.

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