Bovec-Kanin, il crollo di due telecabine mette a rischio il futuro di Sella Nevea?

cabinovia Bovec Kanin
Friuli Venezia Giulia

Bovec-Kanin, il crollo di due telecabine mette a rischio il futuro di Sella Nevea?

Sfiorata una tragedia a due passi dall'Italia, sul versante sloveno del comprensorio sciistico che circonda il monte Canin, in Friuli Venezia Giulia. Due cabine dell'ovovia che porta gli sciatori da Bovec verso Sella Prevala e che rende possibile il collegamento con Sella Nevea, sono cadute rovinosamente a terra dopo che, probabilmente a causa del vento, le funi portanti sono uscite dalle carrucole che sorreggevano le cabine. Fortunatamente le cabine erano vuote e non ci sono state vittime.

 

La fune si è immediatamente arrestata, bloccando in aria due sciatori di nazionalità croata all'interno di un'altra cabina, salvati grazie all’intervento della protezione civile slovena che ha fatto intervenire anche un elicottero.  L’incidente all’impianto si è verificato nel troncone più a valle dei tre che compongono l'impianto. I circa 350 sciatori che si trovavano nei tronconi a monte al momento della caduta hanno guadagnato la strada di casa valicando sci ai piedi il confine italo-sloveno, e quindi sono stati accompagnati a Bovec tramite autobus speciali messi a disposizione dall'amministrazione friulana.

Il danno riportato dall'impianto a fune sloveno è grave e, come paventato dal sindaco di Bovec, saranno ancora più gravi le conseguenze per la località turistica se, come pare, la telecabina non potrà essere riparata prima della fine della stagione sciistica in corso.  L'impianto a fune del “centro sciistico Kanin” che sale da Bovec, è in funzione da più di trent’anni ed era considerato il fiore all’occhiello della località che pubblicizza nel mondo il collegamento in quota con Sella Nevea, “mediante la cabiniovia più lunga della Slovenia”, che porta gli sciatori da quota 436 metri di Bovec, a 2.200 metri delle piste sul monte Canin.  Da qualche giorno l'impianto risulta chiuso e difficilmente potrà essere riaperto prima della fine della stagione 2012-13.

La società slovena non naviga certo in buone acque e nell'ultimo anno non ha neppure versato a Promotur (il gestore della parte italiana degli impianti) il corrispettivo dovuto per la gestione dello skipass transfrontaliero.  Secondo i responsabili della società slovena l'impianto era norma di legge e i controlli obbligatori richiesti dalla normativa locale sono stati effettuati nel mese di Novembre dell'anno scorso.  Secondo quanto riportato da alcuni forum online la Legislazione Slovena in merito ai controlli sugli impianti funiviari sarebbe decisamente meno restrittiva di quella italiana ed europea.  L'ingresso della Slovenia nella Comunità Europea potrebbe obbligare i gestori degli impianti di Bovec a condurre test e verifiche sugli impianti ben più severi di quanto non siano obbligati a fare oggi.

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