Dopo la seconda vittoria stagionale nel PGS sulle nevi del Faloria, il campione di Ortisei si è raccontato in profondità nella trasmissione di Dario Puppo e Massimiliano Ambesi. Sabato c'è Davos, dove trionfò un anno fa: "Abbiamo uno staff ridotto, ma di un livello eccezionale: vorrei una medaglia ai Mondiali, per la sfera di cristallo meglio non pensarci. Alle Olimpiadi sarà già un'impresa esserci vista la concorrenza interna".
Con il capolavoro di sabato scorso a Cortina, Daniele Bagozza è arrivato a quota sette successi in Coppa del Mondo, tanto da potersi già definire a tutti gli effetti il secondo snowboarder azzurro (per le discipline dell’alpino), in campo maschile, più vincente della storia dopo capitan Roland Fischnaller.
Il 29enne di Ortisei ha parlato dello straordinario avvio di stagione dell’intera nazionale guidata da Cesare Pisoni (6 vittorie e 12 podi in… 12 gare!), proprio nella sua Val Gardena che ha ospitato la quarta puntata di “Salotto Bianco”, l’approfondimento settimanale curato e condotto da Dario Puppo e Massimiliano Ambesi.
Nella notte del Faloria non c’è stata solo la perla numero 2 in stagione di Bagozza, ma una doppietta italiana nella gara maschile con Aaron March battuto solo in finale e il 3° posto di Jasmin Coratti, che due giorni prima aveva trionfato nel PGS femminile di Carezza. E sabato si va a Davos per l’ultima del 2024, uno slalom parallelo che proprio Daniele, ora secondo nella generale di CdM a 16 pt dallo sloveno Tim Mastnak, conquistò un anno fa. “Ho iniziato sulle piste del Seceda, a 11 anni con lo snowboard anche se i genitori non volevano pagarmi il corso, prendendomi però la tavola a noleggio – racconta con gli occhi che brillano uno dei leader dell’Italsnowboard – Da un gruppo con tanti altri ragazzini ho cominciato a crescere facendo i pali e ora sono qui.
Sì, è il momento migliore della carriera, ma in generale abbiamo una squadra fortissima e, se mi chiedete delle Olimpiadi, posso già dire che sarà un’impresa rientrare nei quattro convocati per quella gara, così come ai Mondiali.
Cortina? E’ speciale rispetto alle altre tappe, l’atmosfera della notturna, il pubblico… poi noi su quella pista andiamo sempre forte, Fischnaller ha fatto 9 podi in altrettante edizioni prima di quest’anno. Io però non avevo mai vinto in Italia, fare doppietta con Aaron ha reso tutto più bello”.
Daniele racconta due particolari interessanti sulla gara di sabato scorso: “Nella semifinale con Payer (vinta al photofinish, ndr) mi sono buttato sul traguardo per provare ad anticiparlo, non sono caduto: anzi ho ancora male per la botta presa, ma era necessario provarci! Per la finale avevo visto che Aaron vinceva sempre sul tracciato blu, ma i migliori della qualificazione (quindi coloro aventi diritto a scegliere, compreso Bagozza che era stato il migliore in assoluto) optavano per il rosso e allora ho deciso di cambiare prendendomi il blu. Lui me l’ha pure chiesto in partenza, convinto che avrei scelto il rosso…”.
Verso i Giochi Olimpici del 2026, sarà lotta fratricida per esserci, ma in seno alla nazionale c’è anche un senso di familiarità e non solo di enorme competitività. “A Livigno so che la pista non è ancora pronta, ma a noi quel luogo piace e abbiamo anche il primo allenatore, Rudi Galli, che è del posto come Maurizio Bormolini. Spero che possa risultare un vantaggio per noi in termini di allenamento”.
Bagozza ha parlato anche dell’importanza del materiale (“la mia tavola da gara, però, la utilizzo per tutta la stagione e ne porto al massimo tre ad ogni trasferta, il feeling trovato è fondamentale”) e di uno staff ridotto, ma di una qualità enorme. “Abbiamo solo due skiman per tredici atleti (9 uomini e 4 donne, ndr), ma il lavoro che fanno Markus Thaler e Stefano Bianchet è qualcosa di eccezionale”.
Perché il sistema del parallelo non funziona con lo sci alpino? “E’ difficile da dire, ce lo siamo chiesti anche noi, ma di sicuro non sono riusciti a copiare lo snowboard che funziona davvero molto bene”.
E poi ancora, sulla sua carriera tormentata dagli infortuni sino all’inverno 2023/24, quando Daniele è realmente esploso: “Credo molto al destino: io ho rotto entrambe le caviglie, tre volte il metacarpo, il pollice della mano e la spalla, ma per fortuna le ginocchia sono rimaste buone: abbiamo fisioterapisti molto bravi che ci seguono, così come i dottori, dall’anno scorso ho trovato finalmente continuità”.
Matteo Artina, il preparatore di Sofia Goggia, segue anche gli azzurri della tavola: “Ci fa lavorare sodo, personalmente ammiro tantissimo Sofia per quante volte è stata capace di rialzarsi e tornare al massimo livello”.
Sui rivali… “Sangho Lee è quello che ha la curva più veloce di tutti, ma sbaglia anche molto, ma il più forte di testa è Benjamin Karl (campione olimpico e detentore della coppa generale) che invidio proprio per questo”.
Gli obiettivi sono tanti, ma pensando solo a divertirsi: “Vorrei una medaglia ai Mondiali, per la coppa più che altro potrei pensare alla classifica di slalom, che ho perso all’ultima gara lo scorso anno, ma non faccio conti anche per la generale se penso che nel 2023/24 non riuscivo più a dormire quando ho realizzato che potevo giocarmela…”.
BOLLETTINO NEVE
LOCALITÀ | I.APERTI | H. Min/Max |
---|---|---|
Klausberg | 11/11 | 35-84 cm |
Folgarida | 17/17 | 20-65 cm |
Folgaria | 25/26 | 30-50 cm |
Ghiacciaio Presena | 29/30 | 20-70 cm |
Sestola | 13/14 | 80-100 cm |
La Thuile | 31/38 | 20-40 cm |
Obereggen | 17/20 | 10-40 cm |
Plan de Corones | 33/34 | 5-30 cm |
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